Si potrebbe (o si dovrebbe?) scrivere un libro, sulla stagione del Frosinone: l’ottimo avvio e la clamorosa esplosione di Soulé, la sicurezza della posizione a metà classifica per tutto il girone d’andata, il plateau tra dicembre e gennaio (con il picco altissimo dello 0-4 a Napoli in Coppa Italia). E poi adesso la crisi, la discesa, il declino che sembra irreversibile, il terzultimo posto quando mancano nove gare alla fine. Tutte queste fasi hanno avuto poche costanti: un gioco sempre ambizioso e ricercato, e questo è un merito – perché lo è – del tecnico Di Francesco; la centralità di Stefano Turati, portiere sempre protagonista. Nel bene, soprattutto, ma anche nel male (ricordate il doppio errore nello scontro diretto in casa del Lecce?). Oggi, però, Stefano Turati va soltanto applaudito. Perché durante la partita con la Lazio, finita con un pirotecnico 2-3, è stato autore della parata dell’anno, senza se e senza ma, di un intervento davvero incredibile. E in questo caso l’aggettivo va preso proprio alla lettera, oltre l’iperbole con cui viene usato di solito, secondo l’esatta definizione che ne dà la Treccani: «Si dice di fatto non credibile, difficile a credersi possibile».
Tutto inizia con un lancione verso Kamada su cui Valeri, difensore del Frosinone, interviene manifestando una reattività simile a quella degli avatar di FIFA 98 su PSone – e chi ha giocato a quel titolo, anche solo una volta, sa cosa vuol dire questa frase. La palla rimbalza nell’area del Frosionone e poi viene finisce tra i piedi di Castellanos, che ha l’intelligenza di scannerizzare il campo, di vedere conto l’inserimento di Luis Alberto e di servirlo perfettamente sulla corsa. A quel punto il 10 della Lazio ha tempo e spazio in abbondanza: la porta è praticamente spalancata davanti ai suoi occhi e il passaggio che riceve è praticamente perfetto per pensare a una conclusione a giro sul secondo palo. Solo che lo stesso pensiero lo fa anche Stefano Turati.
Guardando e riguardando il video, si vede chiaramente che Turati intuisce le intenzioni di Luis Alberto prima che si concretizzino nella realtà: il portiere del Frosinone, infatti, stacca i piedi da terra nell’istante esatto in cui il pallone si stacca dai piedi del suo avversario. Intendiamoci, prima di andare avanti: questo è un grande, enorme merito del portiere del Frosinone. Perché guardando l’azione allo stadio o in tv è facile pensare che Luis Alberto possa tirare in un certo modo, ma sia lui che Turati sono in campo durante una partita di Serie A, sono preda della fatica (siamo al minuto 80′) e dell’adrenalina. Insomma, avere un’intuizione del genere non è così semplice.
Dopo l’intuizione, che già di per sé basterebbe, vanno celebrate l’esplosività e la pulizia tecnica dell’intervento di Turati: il tuffo verso sinistra è stilisticamente perfetto, il colpo di reni per allungare la mano sinistra è di una difficoltà mostruosa, il tocco sulla palla fatto con le unghie va a lambire il concetto di miracolo, considerando anche la velocità e l’effetto del tiro scoccato da Luis Alberto. Mentre ricade verso il suolo, Turati riesce anche a voltare la testa verso il pallone, ad assicurarsi che fosse riuscito a deviarlo fuori dallo specchio. Ci è riuscito davvero per pochi centimetri, la sfera infatti sfiora il palo esterno della sua porta. Per compiere un miracolo del genere, a pensarci bene, serve anche un pizzico di fortuna.
I commentatori di Dazn sono giustamente impazziti
Non sappiamo come andrà a finire la stagione del Frosinone. O meglio: è chiaro che Di Francesco e i suoi giocatori lotteranno fino alla fine per la salvezza, anche perché hanno/avrebbero tutte le carte in regola per raggiungere quest’obiettivo. Comunque andrà a finire, anche al netto dei suoi errori, Stefano Turati sarà ricordato come uno dei protagonisti di questa stagione. La parata contro la Lazio è l’apice assoluto di un campionato in cui ha effettuato diversi interventi prodigiosi, in cui ha dimostrato di possedere delle qualità importanti. Di poter giocare tranquillamente in Serie A. Potenzialmente, anche in una squadra più ambiziosa del Frosinone. Certo, deve e può migliorare ancora – in fondo ha ancora 22 anni, i margini ci sono. Ma un portiere che compie un intervento del genere, un intervento che grandi portieri non riescono a fare nell’arco di una carriera, non può essere soltanto fortunato: è bravo, è soprattutto bravo. E allora merita che gli venga data un’altra chance, anche in caso di retrocessione.