Anche il governo tedesco è rimasto spiazzato della fine del rapporto tra la Germania e adidas

Dopo oltre 70 anni, la Mannschaft non indosserà più le three stripes. In tanti, anche nella politica, non l'hanno presa bene.
di Redazione Undici
22 Marzo 2024

La settimana calcistica delle Nazionali è stata scossa da una notizia storica, per la Germania e non solo: la Federcalcio tedesca (DFB) ha annunciato l’inizio della partnership con Nike come kit supplier a partire dal 2027. La conseguenza inevitabile di questo nuovo accordo è la fine del rapporto tra la DFB e adidas. che durava da oltre 70 anni. E che, anche in virtù del fatto che parliamo di un brand tedesco, sembrava un sodalizio praticamente inscindibile. Invece, dal 2027 e almeno fino al 2034, la Nazionale tedesca non indosserà più le three stripes caratteristiche del brand fondato da Adolf “Adi” Dassler nel 1949 .

In Germania la notizia è stata accolta con sentimenti misti: sorpresa ma anche sgomento. E non solo all’interno dell’universo-calcio. Basti pensare alle dichiarazioni di Robert Habeck, vice-cancelliere del Bundestag e ministro federale dell’economia: «Non riesco a immaginare la maglia della Germania senza le tre strisce», ha detto Habeck. «Per me, il nero-rosso-oro e adidas sono fatti per stare insieme. E, insieme, sono un pezzo dell’identità tedesca. Avrei preferito che ci fosse un po’ più di patriottismo da parte dei soggetti in causa». Ovviamente questa critica è andata oltre Habeck, nel senso che è stata trasversale: sui social, tantissimi tifosi hanno attaccato la DFB e la decisione di legarsi a Nike, che secondo la testata Handelsblatt verserà oltre 100 milioni di euro l’anno per le otto stagioni. L’ultimo contratto con adidas, invece, garantiva circa 50 milioni l’anno alla Federazione.

Lo stesso brand tedesco è parso sorpreso di questo annuncio: in un comunicato pubblicato subito dopo l’uscita della notizia, un portavoce dell’azienda ha detto che «la DFB ci ha comunicato che dal 2027 avranno un nuovo fornitore tecnico». La risposta della DFB a tutte le critiche è stata conciliante, ma anche ferma: «Comprendiamo la risposta emotiva al nostro annuncio», ha scritto la federazione su X, «anche per noi si tratta di un evento drastico: dal 2027 finirà una partnership che dura da oltre 70 anni, una cosa che non ci può lasciare indifferenti. Ma la Federcalcio tedesca ha un obiettivo primario: impegnarsi nello sviluppo del movimento, per fare in modo che il calcio resti uno sport popolari. E allora il nostro compito è prendere decisioni che hanno un fondamento economico». In effetti, non c’era molto altro da aggiungere.

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