Guarda la coreografia dei tifosi dell’AIK, una delle più geniali di sempre

Un'ode contro il calcio moderno, la Svezia che si difende dagli attacchi di FIFA, UEFA e del Var. Con lo stile di Asterix e Obelix.
di Redazione Undici
03 Aprile 2024

Se nei grandi campionati europei la stagione si sta avviando verso la conclusione, alla periferia del continente la situazione è decisamente diversa. Per esempio l’Allsvenskan, il massimo campionato svedese, è appena cominciato: per le questioni logistiche legate alle rigide temperature invernali, il torneo si disputa nei mesi caldi, cioè da aprile a novembre. E la prima giornata ha offerto uno spunto di cronaca piuttosto interessante: la splendida coreografia dell’AIK Solna. In occasione della gara interna contro il Vasterås, vinta per 1-0, il pubblico della squadra di Solna – sobborgo della capitale Stoccolma – hanno realizzato una coreografia davvero imponente. Ma non solo imponente: anche sofisticata, geniale, quindi bellissima.

L’enorme striscione esposto lungo la curva della Friends Arena prende spunto dal mondo di Asterix e Obelix: se nel celebre fumetto i Galli si dovevano continuamente difendere dalle truppe romane di Giulio Cesare, qui è il calcio svedese che si deve difendere dagli attacchi della FIFA, della UEFA, del Var e dei petrodollari degli sceicchi. Accanto al disegno della Svezia che respinge questi assalti – portati ovviamente via mare, con dei galeoni – c’è anche un’ode contro il calcio moderno. Questa: «In un piccolo stato dell’Europa del Nord, dove la battaglia non era terminata/Qui, nella casa dell’Allsvenskan, una fiaba unica nel suo genere continua a vivere/Fuori dalla Svezia, il calcio moderno ha soggiogato il mondo intero/Il mondo intero? No! Esiste un luogo che lascia gli estranei al palo, circondati dalle rovine che il calcio moderno si era lasciato alle spalle/ Continuiamo allora a combattere! Perché nell’Allsvenskan, dove la battaglia non si è ancora conclusa, ogni partita è una storia da raccontare. Siamo l’ultimo avamposto per un calcio per cui vale la pena morire».

Ma perché gli ultras svedesi si ergono a difensori del calcio tradizionale? Semplice: perché l’Allsvenskan, da un po’ di tempo a questa parte, ha deciso di trasformarsi in un avamposto contro tutto ciò che è moderno, almeno dal punto di vista calcistico. E quindi niente Var e niente gare posticipate per esigenze televisive, e quindi i tifosi possiedono delle quote nella proprietà dei club. Quegli stessi tifosi che ogni domenica riempiono fino all’ultimo seggiolino disponibile le curve e le tribune degli stadi, e che negli ultimi anni sono aumentati in modo evidente, rispetto al passato: negli ultimi dieci anni, questa nuova inclinazione nazional-popolare del calcio svedese ha portato più del 40% dei tifosi locali a preferire il proprio campionato rispetto a quelli stranieri. E persino alla Champions League.

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