Carlos Bacca non invecchia mai ma soprattutto segna sempre

A 37 anni è tornato a giocare a Barranquilla, la sua città natale, nell'Atlético Junior. E rimane sempre uno degli attaccanti più forti di tutto il Sud America, come conferma anche una recente doppietta in Copa Libertadores.
di Redazione Undici
04 Aprile 2024

Carlos Bacca sta finendo la carriera dove l’aveva cominciata: all’Atlético Junior, la squadra di Barranquilla, la sua città natale, nella quale aveva cominciato a giocare a calcio da professionista dopo aver lasciato il lavoro da controllore sugli autobus. Un lavoro “diurno”, per così dire – la sera si allenava, sempre e comunque, a prescindere dalla stanchezza e dallo stress accumulati nel corso della giornata – che si era tenuto stretto per tanti anni in attesa di tempi economicamente migliori: alla sua famiglia, poter contare su uno stipendio in più oltre a quello del padre Gilberto serviva, serviva moltissimo. Dopo una carriera che lo ha portato a giocare per alcuni dei più grandi club e in tante delle massime competizioni europee, Bacca è tornato a Barranquilla, all’Atlético Junior, come detto. Soprattutto, ha continuato e sta continuando a fare quello che ha sempre fatto da quando decise che avrebbe lasciato la “sicurezza” del lavoro come controllore sugli autobus e avrebbe provato la “follia” della carriera da calciatore: i gol.

Dal punto di vista quantitativo, Bacca sta vivendo una delle migliori stagioni della sua carriera. Forse la migliore, se si considerano i 37 anni compiuti, anni durante i quali si è tolto tali e tante soddisfazioni da calciatore che avrebbe anche potuto decidere di andarsene in pensione, godersi i successi e spendere tutti i soldi che mai si sarebbe immaginato di guadagnare quando di lavori doveva farne due solo per mettere assieme lo stretto indispensabile. Ma – fortunatamente – c’è chi gioca a pallone semplicemente perché giocare a pallone è una delle cose più divertenti che si possano fare in una vita, e Bacca è evidentemente una di queste persone fatte così. Poi lui ha avuto la fortuna di nascere con il talento per fare di questo divertimento un mestiere, e di riuscire a fare questo mestiere così bene e così a lungo da arrivare al punto di poterlo considerare di nuovo quello che era all’inizio: un divertimento, appunto.

Divertimento è la parola che viene in mente seguendo Bacca in questa stagione con l’Atlético Junior. Era dei tempi della sua prima esperienza con il club (50 gol in 97 partite) o dagli anni migliori tra Bruges (28 gol in 45 presenze) e Siviglia (34 gol in 72 partite) che non giocava così bene e non segnava così tanto. Da quando è tornato a casa, ha già messo ha segno 33 gol in 74 presenze. Gli ultimi due, poi, hanno contribuito a fare la storia dell’Atlético Junior: una doppietta in Copa Libertadores, in trasferta, in Brasile, sul campo del Botafogo, in una partita vinta dai suoi per 3-1. Se dovesse continuare con questo ritmo, Bacca finirà la stagione da capocannoniere della sua squadra e potrebbe anche vincere il titolo di capocannoniere del campionato colombiano (è già a quota 12). Dovremmo stupirci della longevità, della passione, dell’abnegazione. Ma alla fine Bacca nella sua vita ha fatto sempre e solo questo. Quando lasciò Barranquilla per trasferirsi in Europa, veniva da due stagioni da capocannoniere nella massima serie colombiana, due stagioni nelle quali l’Atlético Junior aveva vinto il suo sesto e il suo settimo scudetto. Aveva promesso che sarebbe tornato per continuare, Bacca. Ed è tornato. E sta continuando.

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