Carlos Bacca non invecchia mai ma soprattutto segna sempre

A 37 anni è tornato a giocare a Barranquilla, la sua città natale, nell'Atlético Junior. E rimane sempre uno degli attaccanti più forti di tutto il Sud America, come conferma anche una recente doppietta in Copa Libertadores.

Carlos Bacca sta finendo la carriera dove l’aveva cominciata: all’Atlético Junior, la squadra di Barranquilla, la sua città natale, nella quale aveva cominciato a giocare a calcio da professionista dopo aver lasciato il lavoro da controllore sugli autobus. Un lavoro “diurno”, per così dire – la sera si allenava, sempre e comunque, a prescindere dalla stanchezza e dallo stress accumulati nel corso della giornata – che si era tenuto stretto per tanti anni in attesa di tempi economicamente migliori: alla sua famiglia, poter contare su uno stipendio in più oltre a quello del padre Gilberto serviva, serviva moltissimo. Dopo una carriera che lo ha portato a giocare per alcuni dei più grandi club e in tante delle massime competizioni europee, Bacca è tornato a Barranquilla, all’Atlético Junior, come detto. Soprattutto, ha continuato e sta continuando a fare quello che ha sempre fatto da quando decise che avrebbe lasciato la “sicurezza” del lavoro come controllore sugli autobus e avrebbe provato la “follia” della carriera da calciatore: i gol.

Dal punto di vista quantitativo, Bacca sta vivendo una delle migliori stagioni della sua carriera. Forse la migliore, se si considerano i 37 anni compiuti, anni durante i quali si è tolto tali e tante soddisfazioni da calciatore che avrebbe anche potuto decidere di andarsene in pensione, godersi i successi e spendere tutti i soldi che mai si sarebbe immaginato di guadagnare quando di lavori doveva farne due solo per mettere assieme lo stretto indispensabile. Ma – fortunatamente – c’è chi gioca a pallone semplicemente perché giocare a pallone è una delle cose più divertenti che si possano fare in una vita, e Bacca è evidentemente una di queste persone fatte così. Poi lui ha avuto la fortuna di nascere con il talento per fare di questo divertimento un mestiere, e di riuscire a fare questo mestiere così bene e così a lungo da arrivare al punto di poterlo considerare di nuovo quello che era all’inizio: un divertimento, appunto.

Divertimento è la parola che viene in mente seguendo Bacca in questa stagione con l’Atlético Junior. Era dei tempi della sua prima esperienza con il club (50 gol in 97 partite) o dagli anni migliori tra Bruges (28 gol in 45 presenze) e Siviglia (34 gol in 72 partite) che non giocava così bene e non segnava così tanto. Da quando è tornato a casa, ha già messo ha segno 33 gol in 74 presenze. Gli ultimi due, poi, hanno contribuito a fare la storia dell’Atlético Junior: una doppietta in Copa Libertadores, in trasferta, in Brasile, sul campo del Botafogo, in una partita vinta dai suoi per 3-1. Se dovesse continuare con questo ritmo, Bacca finirà la stagione da capocannoniere della sua squadra e potrebbe anche vincere il titolo di capocannoniere del campionato colombiano (è già a quota 12). Dovremmo stupirci della longevità, della passione, dell’abnegazione. Ma alla fine Bacca nella sua vita ha fatto sempre e solo questo. Quando lasciò Barranquilla per trasferirsi in Europa, veniva da due stagioni da capocannoniere nella massima serie colombiana, due stagioni nelle quali l’Atlético Junior aveva vinto il suo sesto e il suo settimo scudetto. Aveva promesso che sarebbe tornato per continuare, Bacca. Ed è tornato. E sta continuando.