Oggi su Le Monde la giornalista Marine Calmet ha scritto un op-ed in cui spiega tutte le ragioni per le quali la decisione di tenere le gare di nuoto in acque aperte dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi nella Senna è una decisione sbagliata. Calmet è solo l’ultima voce ad aggiungersi al (numerosissimo) coro che sostiene questa tesi, un coro al quale l’amministrazione cittadina ha risposto che tutti i dubbi sono comprensibili, tutte le obiezioni sono legittime, ma semplicemente «non c’è un piano B». Per l’amministrazione cittadina si tratta anche di una questione politica: tra i grandi progetti lanciati proprio in vista dei Giochi Olimpici, uno dei più raccontati e attesi è stato proprio quello che avrebbe dovuto riportare i bagnanti sulle rive della Senna. È dal 1923, infatti, che vige il divieto di fare il bagno nel fiume, una misura resasi a un certo punto necessaria a causa dell’elevatissimo inquinamento registrato nelle acque della Senna. Ed è dal 1990 (almeno) che invece la politica francese, locale e nazionale, discute della possibilità e necessità di “ripulire” la Senna: proprio nel 1990 l’allora sindaco di Parigi Jacques Chirac aveva promesso che «presto» il fiume sarebbe stato di nuovo pulito abbastanza da poterci fare il bagno.
In questi anni di preparazione ai Giochi Olimpici, la politica francese si è ancora una volta spesa moltissimo per assicurare che non solo gli atleti potranno gareggiare nelle acque della Senna senza preoccuparsi di aver contratto gravi malattie entro l’arrivo al traguardo, ma anche i cittadini di Parigi e i turisti di tutto il mondo potranno in futuro (dal 2025 in poi) fare il bagno nel fiume. La sindaca della città, Anne Hidalgo, aveva promesso che prima dell’inizio dei Giochi Olimpici anche lei avrebbe fatto il bagno nella Senna per dimostrare che in tutta la Francia non ci sono acque migliori per fare un tuffo. Come sappiamo, ai Giochi Olimpici mancano ormai poche settimane e il tuffo promesso Hidalgo deve ancora farlo. Probabilmente, anche alla sindaca sarà arrivata la notizia che tutti gli oppositori al progetto “un bagno nella Senna” continuano a ripetere incessantemente e (finora) inutilmente da mesi: le acque del fiume sono sì più pulite di prima ma ancora non abbastanza pulite.
Tra giugno e settembre del 2023 tecnici ed esperti scelti dalla stessa amministrazione comunale hanno prelevato dei campioni di acqua della Senna (forse per convincere la sindaca a farcisi il bagno, chissà). E hanno effettivamente confermato che il fiume è più pulito rispetto al passato – un obiettivo che bisogna ammettere non era poi così difficile da raggiungere – ma che le sue acque non raggiungono ancora gli standard che la legislazione europea impone in materia di balneabilità. Il problema sembra essere sempre lo stesso, lo stesso che impose il divieto di fare il bagno nella Senna nel 1923: nelle sue acque c’è troppa materia fecale, farci una nuotata significa quasi letteralmente mettersi a nuotare nella cacca. Questo nonostante negli ultimi anni sia stato progettato e realizzato un sistema di raccolta e pulizia dell’acqua del fiume. Che a quanto pare non sta funzionando benissimo, come ammesso, anche in questo caso, dalla stessa amministrazione comunale. È stato proprio un malfunzionamento di questo sistema di raccolta e pulizia dell’acqua a costringere all’interruzione della gara-test che dei triatleti avrebbero dovuto affrontare nell’agosto dello scorso anno proprio per dimostrare che nella Senna si può tranquillamente nuotare. C’è da sperare che il malfunzionamento sia stato superato. In vista dei Giochi Olimpici ma pure della riapertura della Senna ai bagnanti nel 2025.