Il Girona alla fine non avrà vinto il campionato spagnolo, ma la qualificazione alla prossima Champions League, certificata dalla vittoria ottenuta contro il Barcellona, resta un risultato incredibile. Per il club catalano, ovviamente, ma anche per il gruppo che detiene le azioni della società: è la prima volta, infatti che una squadra europea del City Football Group – una squadra che non sia il Manchester City, ovviamente – si qualifica al torneo UEFA più importante in assoluto. Ecco, questo punto è e resta abbastanza controverso: al Girona, infatti, non sanno ancora se il prossimo anno potranno effettivamente partecipare ala Champions League. E la colpa di questa potenziale esclusione è proprio del Manchester City.
Il problema si poneva già qualche mese fa, e ora è realtà: secondo la norma UEFA sulle multiproprietà, inserita nell’Articolo 5 del regolamento delle competizioni continentali per club, due formazioni che condividono gli stessi azionisti non possono partecipare entrambe alla Champions League. Nel caso dovesse concretizzarsi uno scenario del genere, la priorità verrebbe riservata a chi si classifica nella posizione più alta nel proprio campionato nazionale; se poi le due squadre finiscono nella stessa posizione, lo slot per la Champions viene assegnato al club con il coefficiente UEFA più alto. Insomma, in questo momento il Girona (secondo in classifica nella Liga) non potrebbe partecipare alla massima competizione per club: il City è secondo in Premier League ed è altamente improbabile che possa perdere una posizione, anzi ha una partita in meno rispetto all’Arsenal capolista e quindi è potenzialmente favorito per il titolo; e se la squadra di Guardiola non dovesse riuscire a sorpassare i Gunners e a vincere la Premier, avrebbe comunque un coefficiente più alto rispetto a quello del Girona.
E ora cosa accadrà? In realtà ci sono dei precedenti che inducono all’ottimismo, per il Girona: un anno, fa Milan e Tolosa – entrambe di proprietà del fondo RedBird – erano qualificate a due competizioni “comunicanti”, vale a dire Champions ed Europa League, ma riuscirono a iscriversi normalmente; nel 2018, Lipsia e Salisburgo – due società della galassia Red Bull – si sono addirittura affrontate in una gara di Europa League. Ecco, questi casi precedenti sono stati risolti con dei cambiamenti nell’organigramma, cioè con lo svuotamento dei vertici dirigenziali legati alle società controllanti. Di conseguenza, al Girona “basterà” dimostrare la sua indipendenza dalla dirigenza City davanti a un Organo di Controllo Finanziario dei Club UEFA (CFCB), prima di essere autorizzato a giocare in Champions League. Al momento, però, non è (ancora) detto che accada.