La metà degli stadi di Euro 2024 appartiene a squadre di seconda divisione

Al momento sono quattro su dieci, e diventeranno cinque nel giro di pochi giorni.

Da anni, anzi da decenni, si parla dell’arretratezza degli stadi italiani rispetto a quelli di altri Paesi d’Europa. Primo tra tutti, ovviamente, la Germania. Ecco, alla vigilia degli Europei è emerso un dato incredibile che conferma quanto i tedeschi ci stiano davanti (o quanto noi in Italia siamo indietro, che poi è la stessa cosa): quasi la metà degli stadi selezionati per la fase finale appartiene a squadre di seconda divisione. Per la precisione, si tratta dell’Olympiastadion di Berlino (l’impianto dell’Hertha), del Volksparkstadion di Amburgo (dove gioca l’HSV), della Merkur Spiel-Arena di Düsseldorf (lo stadio del Fortuna) e della Veltins-Arena (la casa dello Schalke 04).

Gli altri sei stadi scelti per le gare di Euro 2024 sono l’Allianz Arena di Monaco di Baviera (Bayern), il Signal Iduna Park di Dortmund (Borussia), la MHPArena di Stoccarda, il Deutsche Bank Park di Francoforte (Eintracht), la Red Bull Arena di Lipsia e il RheinEnergieStadion di Colonia. Proprio quest’ultimo impianto, di qui a qualche giorno, contribuirà a rimpinguare il dato iniziale: il Colonia, infatti, è penultimo in classifica e ha pochissime speranze di evitare la retrocessione in 2.Bundesliga. Di conseguenza, all’inizio degli Europei potrebbero esserci cinque stadi su dieci appartenenti a squadre di seconda divisione. Come se, per Euro 2032, l’Italia selezionasse il “Libero Liberati” di Terni o il “Giovanni Zini” di Cremona – con tutto il rispetto del caso, resta il fatto che il paragone non può reggere.

Nella fattispecie tedesca, è chiaro che le difficoltà (economiche, tecniche, progettuali) accusate da diversi club di blasone, a cominciare da Schalke e Amburgo, hanno portato a questa situazione. Ma anche ai tempi di Germania 2006 la situazione era simile, se consideriamo che allora furono scelti anche il Fritz-Walter-Stadion e il Müngersdorfer Stadion, due impianti appartenenti a squadre di seconda divisione (Kaiserslautern e Colonia); inoltre le gare dei Mondiali si giocarono anche nello stadio dell’Hannover e quello del Norimberga, due società che non appartengono proprio all’élite del calcio tedesco. E, naturalmente, si trattava di campi confortevoli, moderni, anche molto grandi, nonostante ospitassero squadre di seconda o anche di terza fascia. Come dire: il tempo non ha cambiato la situazione, anzi l’ha consolidata. E agli Europei vedremo una nazione che è avanti secoli luce, non anni luce, rispetto all’Italia.