Florian Wirtz è un trequartista che non abbiamo mai visto prima

È il giocatore più talentuoso del Bayer Leverkusen di Xabi Alonso, ma è anche estremamente moderno, un innovatore del proprio ruolo.

Florian Wirtz è il volto del Bayer Leverkusen, il punto di riferimento del gioco di Xabi Alonso. Come tutti i suoi compagni, sta vivendo un’annata perfetta: nella squadra più eccitante dell’anno, ha messo insieme 18 gol e 19 assist; tre reti, poi, sono arrivate il 14 aprile nella gara contro il Werder Brema, quella che ha consegnato al Bayer la prima Bundesliga della sua storia. Wirtz sta dominando in Germania e in Europa League, ma soprattutto ha dato e sta dando forma a una versione tutta nuova del trequartista: un qualcosa che Wirtz non poteva nemmeno immaginarsi solo due anni fa, quando a 18 anni si era rotto il legamento crociato anteriore. 

Nel sistema di Xabi Alonso, programmato per trovare la superiorità posizionale tenendo un ritmo calmo, quasi cadenzato, Wirtz – che, ricordiamolo, è un classe 2003 – rappresenta il punto di inflessione della manovra. Garantisce cioè quell’esplosione di tecnica capace di stravolgere il tempo dell’azione, di smuovere e far collassare le difese avversarie. Cucendogli addosso uno spazio tra le linee, il tecnico basco ha nobilitato quello che Wirtz riesce a creare con i piedi. E così, insieme, hanno reinterpretato l’idea stessa del numero dieci. Proprio Xabi Alonso sembrava aver capito ogni cosa già da un po’: «Florian è differente», raccontava l’allenatore a inizio stagione. «Ci sono calciatori belli da vedere, che fanno cose spettacolari, ma non necessariamente efficienti. Poi ci sono i grandi giocatori, per esempio Messi, che sa sempre come e quando fare un passaggio semplice. La questione non è fare la giocata più incredibile, ma quella migliore, la più intelligente. E Florian la sa fare. Per questo è già un grande giocatore».

Quando il Leverkusen non riesce a trovare superiorità sugli esterni, la fase offensiva passa dal cervello di Wirtz. L’obiettivo finale del gioco di Xabi Alonso è trovarlo tra le linee: compattando il campo, attraendo gli avversari, sfruttando combinazioni nello stretto e il terzo uomo, il Bayer finisce per cercare quasi sempre il suo numero 10 nei mezzi spazi. Che in teoria sarebbero spazi angusti, occupati dai difensori e dei centrocampisti avversari. Ma non per Wirz, che sa trasformarli in terre di libertà e creatività con un controllo orientato o un dribbling estemporaneo. Solitamente la sua posizione di partenza è sul centro-sinistra, dietro la punta del 3-4-2-1 fluido di Xabi Alonso, tuttavia si ritrova a suo agio su tutta la trequarti offensiva, indipendentemente dal lato – anzi, spesso oscilla sull’asse orizzontale che va da una laterale linea all’altra. Xabi Alonso, però, gli chiede di rimanere largo contro i blocchi bassi, così da avere più spazio e tempo per rompere il ritmo della gara – mentre Grimaldo converge verso il centro. Il suo compito, in pratica, è quello di scompigliare le simmetrie di squadra, rendendo il Bayer Leverkusen estremamente imprevedibile quanto affascinante da vedere, diviso tra ordine e disordine. Ed è proprio nel caos che Wirtz raggiunge il meglio di sé, visto che sa gestire l’imprevedibilità con prontezza tecnica, controllo del corpo e fulminea comprensione della situazione. 

Florian Wirtz è un creator di primo livello, per i propri compagni e per se stesso. Infatti, se guardiamo ai centrocampisti offensivi, è nel 94 percentile per azioni da gol costruite, nel 99 per azioni che hanno portato a tiri e nel 98 per passaggi progressivi, ovvero quei passaggi completati che fanno avanzare la propria squadra verso la porta avversaria (tutti questi dati sono tratti dalla piattaforma FBref). Insomma, anche secondo i numeri stiamo parlando di uno dei migliori trequartisti d’Europa. Ma dietro queste statistiche, cioè dietro ogni giocata di Wirtz, si nasconde una scelta tanto utile quanto ambiziosa: il suo gioco, infatti, si manifesta in equilibrio tra fantasia, estetica e soprattutto efficacia. Tutto questo accade perché Florian processa lo spazio intorno a sé prima degli altri, meglio degli altri, seguendo istintivamente quel “comandamento cruyffiano” secondo cui lo sguardo totale e l’anticipo di pensiero sono requisiti fondamentali per chi vuole dominare il gioco. Wirtz tiene costantemente la visione globale del campo, fotografa con rapide occhiate le posizioni dei propri compagni e degli avversari. Così capisce dove finirà la palla prima ancora che parta, così decide dove calciarla prima ancora di riceverla. E spesso manifesta questa qualità semplicemente con il primo tocco.

«Fin da quando sono arrivato tra i professionisti, mi è stato subito chiaro: il primo controllo è la cosa più importante, se vuoi diventare il migliore. Ti dà tempo e vantaggio», ha detto Wirtz quando aveva solo 18 anni in un’intervista a Werks11, la rivista ufficiale del Leverkusen. Un esempio di questa sua dote quasi paranormale è l’assist servito nella gara contro il Bochum, quando ha lanciato Boniface in un amen dopo aver effettuato un controllo a seguire – un movimento che lui fa sembrare di una facilità disarmante. Oppure quando si è esibito in assist di tacco di prima intenzione per Hofmann. una giocata apparentemente senza senso, che nasce dalla rapida occhiata che Wirtz rivolge verso i difensori prima di buttarsi dentro l’area piccola. La trovate qui sotto:


https://twitter.com/FootballReprt/status/1711776053369197019/video/1 

Per portarlo alla BayArena, Simon Rolfes – il direttore sportivo del Leverkusen – ha dovuto rompere uno storico accordo di non belligeranza, secondo cui il Bayer e il Colonia non potevano “rubarsi” dei giocatori dalle rispettive squadre giovanili. Così, Florian, nato in una famiglia di calciatori, con la sorella che ora gioca nella Bundesliga femminile, nel 2020 si è trasferito al Bayer tra grandi aspettative: i giornali della Westfalia lo descrivevano come «Il miglior centrocampista della regione venuto fuori negli ultimi 30 anni». Queste definizioni iperboliche lo accompagnano da sempre: «Wirtz è tecnica allo stato puro», ha raccontato a FTF Markus Daun, ex giocatore del Leverkusen che ha allenato Wirtz nelle giovanili a Colonia. «La prima volta che l’ho visto aveva 12 o 13 anni: Che capisse il gioco prima si notava immediatamente. Qualsiasi cosa facesse era allo stesso momento tagliente ed eseguita alla perfezione». Per intenderci, faceva gol del genere, calciando da centrocampo, tracciando per aria traiettorie di sembianza maradoniana:

Niente male

Dopo i primi anni con Bosz, ma soprattutto dopo l’infortunio al crociato subito nel 2022, Wirtz ha preso il volo. Da quell’esperienza, paradossalmente, ne è uscito più forte. Non solo mentalmente ma anche fisicamente, avendo irrobustito la muscolatura delle gambe per poter superare il trauma. Così, oltre a essere una costante minaccia grazie alla sua intelligenza, Wirtz ha dato potenza ed esplosività al proprio dribbling: quando vuole superare l’avversario cambia velocità all’improvviso, ma allo stesso tempo oscilla costantemente con tutto il suo corpo, senza perdere eleganza; poi sembra intasarsi volontariamente nel traffico della difesa avversaria, facendo scomparire e riapparire il pallone, nascondendolo grazie a finte e contro-finte. Eppure in qualche modo rimane in qualche modo sempre in piedi, e come detto è merito della forza che ha nelle gambe – a loro volta messe in risalto dai calzettoni che a malapena superano la caviglia, in pieno stile bohémien, da trequartista. 

La sua “nuova” corporatura muscolosa gli permette di avere un impatto fisico sulle partite, anche in fase di non possesso: è terzo in Bundesliga per intensive runs – ovvero le corse continue tra i 19.2 e i 25.2 km/h – e sesto per scatti (questi sono dati ufficiali della Bundesliga). Queste sue doti lo rendono un elemento cardine nel pressing aggressivo attuato da Xabi Alonso, un sistema che punta per riprendersi il controllo nei primi secondi dell’azione avversaria. 

E quindi Florian Wirtz incarna anche la declinazione più moderna del trequartista, quella atletica oltre che fantasiosa, quella per cui la fase difensiva ha la stessa importanza di quella offensiva. Nonostante si sprema così tanto in pressing, Wirtz però riesce a fluttuare costantemente tra le pieghe delle partite, a gestire spazi stretti, a modificare il tempo a proprio piacimento, tra lampi di genio e giocate impensabili. Insomma, il giocatore più forte del Bayer Leverkusen ha dato forma a una visione più nuova del suo stesso ruolo, trovando libertà non tanto nel ruolo, ancora meno nei compiti da svolgere in campo, quanto nell’interpretazione degli spazi. Non a caso, viene da dire, Xabi Alonso lo utilizza anche come punta. E il suo rendimento non cambia. È così che il Bayer Leverkusen è diventato imbattibile. E all’orizzonte c’è un Europeo da giocare in casa, il primo grande torneo da vivere dopo aver saltato il Mondiale 2022 per infortunio. Non poteva arrivare in un momento migliore.