Claudio Ranieri ha annunciato l’addio al Cagliari. E, contestualmente, anche la fine della sua carriera da allenatore. Carriera che è iniziata nel 1986, pochi mesi dopo il suo ritiro da calciatore: la prima squadra a dargli fiducia è stata la Vigor Lamezia, che allora militava nel campionato Interregionale – l’attuale Serie D, anche se di mezzo c’era la quarta categoria professionistica, ovvero la Serie C2. Non è un caso che Ranieri sia partito dalla Calabria: aveva vissuto a Catanzaro e aveva giocato nel Catanzaro dal 1974 al 1982, tra Serie A e Serie B, poi si era trasferito non troppo lontano, prima a Catania e poi a Palermo. Come detto era il 1986, e nove mesi dopo arrivò subito la promozione in Serie C2. Poi sarebbero arrivate le chiamate del Campania Puteolana e del Cagliari, i club da cui Ranieri è partito per diventare Ranieri: due promozioni consecutive con il club sardo e la salvezza al primo anno in Serie A lo condussero sulla panchina del Napoli.
Ma com’era il calcio quando Claudio Ranieri ha iniziato ad allenare? Risposta sintetica: diverso, molto diverso. Basti pensare che la Serie A era a 16 squadre e ogni vittoria valeva due punti, che la Champions League non esisteva – nel senso che si chiamava Coppa dei Campioni e che vi partecipavano solo i club capaci di vincere i rispettivi campionati – e che gli Europei erano appena passati alla formula con otto Nazionali qualificate alla fase finale. Se vogliamo approfondire la risposta, se vogliamo renderla più articolata, ecco un po’ di cose belle e/o strane che successero nella stagione 1986/87: intanto il Napoli di Maradona vinse il suo primo scudetto, e nel frattempo la Juventus salutava l’addio al calcio del 31enne (!) Michel Platini; la Coppa dei Campioni andò al Porto, vittorioso in finale sul Bayern Monaco, mentre Coppa UEFA e Coppa delle Coppe finirono nelle bacheche dell’IFK Göteborg e dell’Ajax, che in finale batterono rispettivamente il Dundee United e il Lokomotive Lipsia.
Questi dati un po’ strani e questi nomi un po’ esotici non vi bastano? Ecco qualche altra storiella divertente: la stagione 1986/87 è stata la prima iniziata e finita con Berlusconi presidente del Milan, e la squadra rossonera disputò e vinse lo spareggio (contro la Sampdoria) per giocare la Coppa UEFA successiva. Il Pallone d’Oro 1986 fu assegnato a Igor Belanov, centravanti della Nazionale sovietica, reduce dalla vittoria in Coppa delle Coppe con la sua Dinamo Kiev. Il campionato inglese 86/87 fu vinto all’Everton, che aveva già trionfato due anni prima. Nel frattempo il Paris Saint-Germain, ovviamente in Francia, aveva conquistato – nel 1986 – il primo titolo nazionale della sua storia. Naturalmente potremmo andare avanti per ore, ma il punto è che 37 anni fa il calcio era un multiverso lontanissimo da quello di oggi. Eppure Ranieri era già lì. Sarebbe rimasto lì, è rimasto lì, senza mai passare di moda. Come succede solo ai più grandi.