Jasmine Paolini è la storia di successo che nemmeno lei si aspettava

La finalista italiana del Roland Garros non è una predestinata come Sinner.

Nell’era di Jannik Sinner, che da lunedì prossimo sarà ufficialmente il nuovo numero 1 del ranking mondiale ATP, c’è il rischio che il personaggio, il volto mediatico, oscuri tutto il resto del movimento tennistico italiano. Che invece gode di ottima salute, forse non è mai stato così bene come in questi ultimi mesi: a novembre l’Italia ha vinto la Coppa Davis per la prima volta dal 1976, le donne sono arrivate in finale alla Billie Jean King Cup (l’ex Fed Cup) e, soprattutto, in questo momento — in attesa di Sinner-Alcaraz — ci sono già tre finalisti italiani nell’edizione 2024 del Roland Garros. Si tratta di Simone Bolelli e Andrea Vavassori nel doppio maschile. E di Jasmine Paolini nel singolare femminile. Sabato pomeriggio l’azzurra sfiderà a Parigi la polacca Iga Swiatek, numero 1 del mondo e già vincitrice tre volte dello Slam sulla terra. Una partita che che si preannuncia complicata, anche se Paolini in queste settimane ha dimostrato un eccellente stato di forma e da lunedì prossimo entrerà per la prima volta in carriera nella top-10 della classifica WTA.

Proprio la Polonia fa parte della storia personale di Jasmine Paolini, nata nel 1996 a Castelnuovo di Garfagnana, in provincia di Lucca, da padre italiano e madre polacca, quest’ultima a sua volta con origini ghanesi. Finora Paolini nella sua carriera ha vinto solo due titoli in singolare, entrambi sul cemento, nel 2021 a Portorose (Slovenia, un WTA 250) contro la statunitense Alison Riske e lo scorso 24 febbraio a Dubai, un ben più prestigioso Masters 1000, in finale contro la russa Anna Kalinskaja al terzo set per 4-6 7-5 7-5. Prima di questo Roland Garros il suo best ranking è stato il 12° posto raggiunto a maggio 2024. Il percorso di crescita che l’ha portata fino alla finale a Parigi l’ha resa anche la quinta tennista italiana nella storia a conquistare una finale Slam dopo Francesca Schiavone, Sara Errani, Flavia Pennetta e Roberta Vinci.

Se la parola più abusata per definire Jannik Sinner in questi anni è stata predestinato, però, la parabola di Jasmine Paolini è molto diversa. La toscana ha 28 anni e sta ottenendo solo adesso i primi grandi risultati della sua carriera tennistica (a fine 2023 ha fatto parte anche lei della squadra italiana finalista alla Billie Jean King Cup), ed è la prima a riconoscerlo e a sottolinearlo nelle interviste. Vi sarà capitato, in questi giorni, di imbattervi in quel video del 2018 in cui un Sinner con il baffetto da adolescente dichiarava: «Il mio sogno è diventare numero 1 al mondo e vincere tanti Slam». Ecco, come si legge stamattina su L’Équipe, Paolini non pensava di poter raggiungere questi traguardi, da bambina. «Sognavo di diventare professionista», ha detto ieri dopo la vittoria in semifinale contro la russa Mirra Andreeva, 17 anni, battuta 6-3 6-1, «ma non di essere la numero 1 o di vincere un torneo del Grande Slam. E nemmeno di entrare nella top-10. Ci speravo, certo, ma senza crederci davvero. Per questo ho trovato sorprendenti le interviste a Nole (Novak Djokovic, ndr), quando era bambino, in cui diceva di voler diventare numero 1 al mondo e vincere Wimbledon. Lo stesso vale per Jannik (Sinner, ndr), 15 anni, che diceva che il suo sogno era diventare numero 1 al mondo. Sono molto felice, ma credo di essere una persona diversa».

Jasmine Paolini è allenata da Renzo Furlan – ex tennista italiano con un 19esimo posto come best ranking nella classifica ATP e un quarto di finale raggiunto proprio al Roland Garros del 1995 come miglior risultato in uno Slam – da quasi dieci anni: dal 2015 con una sorta di collaborazione part time, e dal 2020 a pieno regime. Come ha scritto stamattina il giornalista esperto di tennis Alessandro Nizegorodcew sul Corriere dello Sport, «Furlan è stato decisivo, oltre che per dettagli tecnico-tattici, entrando nella mente di Jasmine, facendole capire che i cambiamenti (come praticare il doppio, che Paolini non voleva giocare) avrebbero potuto portarla in un’altra dimensione, in un’incredibile finale Slam». Già, il doppio: oggi pomeriggio, insieme a Sara Errani, Jasmine Paolini cercherà un’altra finale del Roland Garros, proprio nel doppio femminile, affrontando la rumena Elena Gabriela Ruse e l’ucraina Marta Kostjuk.