La partita tra Austria e Turchia, che martedì sera ha chiuso il programma degli ottavi di finale di Euro 2024, è stata piena di spunti statistici. Per esempio, la Turchia ha vinto una sfida a eliminazione diretta nei 90 minuti per la prima volta nella storia degli Europei, mentre l’Austria — che aveva brillantemente terminato al primo posto un girone con Francia, Paesi Bassi e Polonia — non supera un turno da dentro o fuori in un grande torneo addirittura dal 1954. Ancora, il 19enne turco Arda Güler, che si era già messo in mostra con uno straordinario gol da fuori area contro la Georgia, ha calciato l’angolo per il momentaneo 2-0 segnato di testa da Merih Demiral ed è diventato il terzo teenager a realizzare almeno una rete e un assist nella stessa edizione di un Europeo. Soprattutto, però, la statistica più interessante è un’altra: per la prima volta dal 1964 (all’epoca fu l’Ungheria), la Turchia ha schierato due calciatori Under 20 titolari in un match a eliminazione diretta, lo stesso Güler e Kenan Yildiz della Juventus.
La qualificazione ai quarti di finale è dunque anche un premio per il coraggio mostrato da Vincenzo Montella, l’unico ct italiano ancora in corsa a Euro 2024 dei cinque (lui, Spalletti, Calzona, Rossi e Tedesco) che avevano iniziato la manifestazione. Montella allena la Turchia da meno di un anno, precisamente dallo scorso 21 settembre, e in 12 partite ha ottenuto sei vittorie, due pareggi e quattro sconfitte, raggiungendo finora tutti gli obiettivi per cui era stato chiamato. «Quando ho preso il comando della squadra», sono le sue parole riportate da The Athletic, «c’era il timore che non ci saremmo neanche qualificati per gli Europei. Non solo ci siamo andati con una partita d’anticipo, ma abbiamo anche vinto il nostro girone». Montella si è imposto in casa della Croazia (1-0) e della Germania (3-2, seppur in amichevole), ed è incredibile pensare che, solamente tre mesi fa o poco più — era il 26 di marzo — la Turchia perdeva 6-1 in amichevole contro l’Austria eliminata ieri sera dagli Europei.
A dieci anni di distanza dal punto più alto della sua carriera da allenatore (i tre quarti posti consecutivi con la Fiorentina, purtroppo non valevoli per la qualificazione in Champions League, tra il 2012/13 e il 2014/15), Vincenzo Montella sta insomma tornando nel calcio che conta dopo alcune esperienze complicate tra gli esoneri al Milan e al Siviglia, il ritorno tutt’altro che esaltante a Firenze e la ripartenza dalla periferia dell’impero calcistico europeo, proprio la Süper Lig turca, con l’Adana Demirspor. La sua Turchia è una squadra giovane e ricca di talento individuale, soprattutto dal centrocampo in su, che ricorda un po’ proprio la Fiorentina di Pizarro e Borja Valero, di Ljajić e Jovetić, all’epoca poco più che ventenni. Certo, poi a volte serve anche quella fortuna che non sempre l’ex attaccante della Roma ha avuto nelle sue avventure in panchina, come la parata all’ultimo minuto di recupero del portiere Mert Günok che ha salvato il risultato e che ha fatto dire al ct austriaco Ralf Rangnick: «È difficile segnare, se in porta c’è Gordon Banks».