Come ogni buon torneo sudamericano che si rispetti, anche la finale della Copa América 2024 — disputata nella notte italiana tra domenica e lunedì all’Hard Rock Stadium di Miami, in Florida — ha avuto la sua dose di drama. Prima di tutto la partita tra Argentina e Colombia è cominciata con circa un’ora di ritardo perché molti tifosi, soprattutto colombiani, hanno cercato di entrare senza biglietto, qualcuno anche passando dai condotti di aerazione, e ci sono stati scontri fuori dallo stadio con la polizia. Poi, durante la gara, il giocatore più atteso di tutti, il capitano dell’Argentina Lionel Messi, è dovuto uscire al 66° minuto a causa di un doppio infortunio, prima alla caviglia e poi alla coscia. Messi è stato anche inquadrato in lacrime dalle telecamere che riprendevano la finale.
Poi, però, è arrivato Lautaro Martínez. Il capitano dell’Inter ha trovato, intorno alla metà del secondo tempo supplementare, il go della vittoria per l’Argentina che ha conquistato così la sua seconda Copa América consecutiva dopo quella del 2021. Considerando anche la Coppa del Mondo alzata nel dicembre 2022 contro la Francia, per la squadra allenata da Lionel Scaloni si tratta del terzo trofeo internazionale consecutivo, un traguardo incredibile (seppur totalmente meritato per la qualità del gioco espressa e i valori messi in campo) se pensiamo alle difficoltà mostrate dalla Nazionale argentina negli ultimi decenni, incapace di vincere con rose molto più talentuose di queste. Lautaro, sempre in gol nella fase a gironi (uno contro il Canada, uno contro il Cile, due contro il Perù), al termine della partita è stato premiato come capocannoniere del torneo con cinque reti.
Come accaduto anche allo scorso Mondiale, l’attaccante dell’Inter non ha giocato da titolare la maggior parte delle partite di questa Copa América, ma a differenza di un anno e mezzo fa ha saputo sfruttare molto meglio le opportunità che gli sono capitate. Chi ha ancora negli occhi la versione pasticciona sottoporta di Lautaro Martínez con la maglia dell’Argentina in Qatar deve ricredersi dopo il torneo disputato negli Stati Uniti d’America, perché Lautaro ha segnato un gol ogni 44,2 minuti, una media davvero notevole: nella finale contro la Colombia, per esempio, gli sono bastati 23 minuti (è entrato al settimo dei supplementari) per decidere la sfida. E, nonostante l’ottima stagione disputata con l’Inter campione d’Italia, non era affatto scontato: c’è stato un lunghissimo periodo, da settembre 2022 a marzo 2024, in cui Lautaro non ha mai segnato con la maglia della sua Nazionale, un digiuno di ben 16 partite.
Metà del merito del gol — bisogna ammetterlo — va a Paredes.
La rete contro la Colombia racchiude in sé molte caratteristiche di Lautaro Martínez e, in generale, dell’Argentina di Scaloni. È proprio Lautaro, infatti, che inizialmente perde un pallone al limite dell’area avversaria, dopo un passaggio sbagliato verso Di María, ma è lo stesso numero 22 che si butta subito generosamente in pressing, pressing che riuscirà pochi secondi dopo grazie a una commovente corsa all’indietro di Leandro Paredes. Dopo una bella triangolazione Paredes-Lo Celso-Lautaro, la ritrovata concretezza dell’attaccante dell’Inter regala alla Selección il secondo trofeo consecutivo e anche la seconda partecipazione di fila alla “Finalissima” contro la Spagna vincitrice degli Europei che si terrà nel 2025 (data e sede ancora da definire). E così, 18 anni dopo l’ormai iconica foto del “battesimo” di Messi a Lamine Yamal, avremo la loro prima sfida su un campo da calcio: anche grazie a un gol di Lautaro Martínez.