Il calcio francese sta vivendo un momento molto difficile. Anche se il caos relativo ai diritti tv è stato risolto, più o meno, i problemi economici dei club restano lì, piuttosto minacciosi. E ora c’è anche la storia del Bordeaux, un monito che spiega cosa potrebbe succedere se una società non dovesse riuscire a sistemare il proprio bilancio. Iniziamo dalle ultimissime notizie: il club girondino è stato ufficialmente retrocesso in National 1, la terza divisione della lega francese, nonostante abbia terminato la Ligue 2 al 12esimo posto. E la stessa società, attraverso un comunicato ufficiale diffuso via X/Twitter, ha accettato la sanzione, rinunciando così a presentare appello. Perché? Semplice: perché in realtà la situazione potrebbe ancora peggiorare. Il Bordeaux, infatti, dovrà presentare di nuovo il proprio bilancio all’esame della DCNG – acronimo di Direction Nationale du Contrôle de Gestion, ovvero l’organizzazione responsabile del monitoraggio e della supervisione dei conti delle squadre di calcio professionistiche francesi – e corre il rischio di un’ulteriore retrocessione, in quarta o addirittura in quinta divisione.
Andando un po’ più a ritroso e un po’ più a fondo, scopriamo che il Bordeaux ha un buco di bilancio di 40 milioni di euro. E che l’attuale e controverso proprietario – Gerárd López, già alla guida del Lille e azionista di maggioranza del Boavista, in Portogallo – si è espresso con parole piuttosto pessimistiche in un’intervista rilasciata ad AFP: «La situazione è critica». Sulle parole di López pesa anche l’esito negativo delle trattative con Fenway Sports Group, la holding americana che detiene la proprietà del Liverpool: lunedì sera, praticamente in extremis, si parlava di una possibile acquisizione da parte di FSG. Sarebbe stato un vero e proprio miracolo, ma alla fine l’affare è saltato a causa delle «ingenti spese operative del club, soprattutto quelle relative alla gestione dello stadio, a cominciare dagli affitti arretrati». In effetti la gestione del Matmut-Atlantique, impianto-gioiello inaugurato in occasione degli Europei 2016, avrebbe un costo davvero elevato per un club di Ligue 1. Figuriamoci per uno che milita in National 1.
Il punto, come detto, è che la situazione potrebbe addirittura peggiorare. L’ha scritto anche L’Équipe in questo articolo: «Il Bordeaux ha deciso di non presentare appello, ma nel frattempo il DNCG ha avviato una nuova procedura di recupero giudiziario. Secondo i regolamenti, dovrebbe scattare automaticamente una retrocessione nella serie inferiore a quella di appartenenza. Solo dopo, poi, si verificherà se ci sono i margini per un’ulteriore sanzione». Dal canto suo, però, il club girondino starebbe coltivando l’idea di mantenere quantomeno l’iscrizione alla terza categoria. Ancora secondo L’Èquipe, infatti, il regolamento della LFP è stato interpretato in maniera non sempre univoca. Di conseguenza, i giudici potrebbero tener conto del fatto che il Bordeaux abbia partecipato all’ultimo torneo di Ligue 2, e quindi la retrocessione “automatica” porterebbe i girondini in National 1. E non in National 2, la quarta divisione della piramide calcistica francese. Per il Bordeaux si tratterebbe di una manna: l’iscrizione alla terza categoria permetterebbe al club di mantenere lo status professionistico e di non cedere il suo centro di allenamento. Sempre meglio che niente, per provare a ripartire.