Tonali sta tornando, e il Newcastle non ha mai smesso di credere in lui

Il club inglese ha protetto e sostenuto il suo calciatore durante la squalifica. E l'ha fatto in tutti i modi possibili.

La squalifica di Sandro Tonali è finita, e quindi il centrocampista italiano del Newcastle è di nuovo un calciatore a tutti gli effetti: il suo allenatore in Inghilterra, Eddie Howe, può di nuovo utilizzarlo, e lo stesso discorso vale anche per Luciano Spalletti, il ct della nostra Nazionale. È chiaro, ora come ora è difficile immaginarsi che Tonali possa tornare quello che era fin da subito, fin dalla prima partita. Ma lui nel frattempo si è tenuto in allenamento, è sempre stato dentro il progetto del Newcastle, il club inglese a sua volta l’ha sempre protetto, sostenuto, incoraggiato a rimettersi in piedi. E questa è una storia davvero interessante, anche per l’approccio tenuto dal club inglese: per i dirigenti dei Magpies, infatti, Tonali è «un giovane vulnerabile in lotta contro una malattia, contro una dipendenza, e che ha bisogno di amore e cure, non di essere attaccato».

Queste parole sono tratte da un lungo articolo del Telegraph che racconta tutto il sostegno ricevuto da Tonali in questi dieci mesi vissuti fuori dal campo, a causa della sua squalifica. E quindi, in qualche modo, raccontano quella che è stata la linea ufficiale del Newcastle in merito al caso dell’ex centrocampista del Milan, che un anno fa esordì in Premier League con un gol e poi venne coinvolto nell’indagine che poi l’avrebbe portato alla squalifica. Quando arrivarono le prime notizie e poi le prime conferme ufficiali dall’Italia, il club inglese reagì «con un’ondata iniziale di rabbia e di delusione», anche perché «c’era naturalmente il sospetto che il suo ex club, il Milan, sapesse tutto dell’imminente indagine e dei problemi personali di Tonali. Poi però i dirigenti si sono resi conto che anche il Milan era all’oscuro di tutto, che Tonali fosse riuscito a nascondere la sua dipendenza. E la cosa venne confermata anche da un incontro molto emozionante con il giocatore e i suoi agenti: Tonali era imbarazzato, sembrava davvero triste per aver deluso il suo nuovo club, la sua famiglia, tutti coloro che hanno creduto in lui».

A quel punto, come anticipato, il Newcastle ha deciso di proteggere Tonali. Come asset e come investimento, ma anche e soprattutto come persona. Come? «Trattandolo come un essere umano affetto da una malattia, non come un calciatore costoso che aveva commesso un errore. E allora l’hanno aiutato, gli hanno permesso di curarsi, di stare a contatto con la squadra». Il Telegraph attribuisce queste frasi a una fonte vicina al club inglese, che poi ha aggiunto altri dettagli: Tonali è rimasto in Inghilterra praticamente per tutta la durata della squalifica, si è allenato quai ogni giorno, ha preso casa in città e ha sempre partecipato agli eventi di squadra, fuori e dentro il centro sportivo del Newcastle. La società, a sua volta, gli ha messo a disposizione uno psicologo, un insegnante di inglese e tutto il supporto di cui aveva bisogno.

Ora che siamo alla fine di questo percorso, Tonali sembra aver superato i suoi problemi. A confermarlo è stato il suo allenatore, Eddie Howe: «Sandro ha dimostrato di avere grande forza mentale», ha detto il manager del Newcastle. «Ha vissuto nel modo giusto il suo periodo lontano dal campo: si è integrato con i suoi compagni, si è allenato bene, si è comportato in modo impeccabile- Alla fine sono certo che questa esperienza lo porterà a essere un giocatore e una persona migliore. Sarà al centro del nostro progetto».

L’articolo del Telegraph si conclude così: «Tonali non vede l’ora di tornare in campo per dimostrare il suo valore. È probabile che possa giocare da titolare in Coppa di Lega, contro il Nottingham Forest, ma ciò che è certo è che Sandro è rimasto profondamente colpito dall’amore che ha ricevuto in questi. Sia da parte del club che da parte dei tifosi, che durante la stagione hanno continuato a cantare canzoni per lui». Ecco, forse questa è la vera lezione che arriva dall’Inghilterra: Tonali ha sbagliato e ha pagato, ma nel frattempo ha avuto a che fare con un ambiente che non ha smesso di credere in lui. Sembra pochissimo, e invece è una cosa enorme.