L’AC75 di Luna Rossa Prada Pirelli è figlio del vento e dell’ingegno, un capolavoro di tecnologia e innovazione. La definizione di “barca a vela” è forse troppo poco, è riduttiva. Ogni fibra, ogni materiale, ogni componente di questa macchina che vola sull’acqua è ideato per sfidare i limiti del possibile, i confini della velocità e della manovrabilità in gara. È il vertice della piramide in fatto di tecnologia nautica. Se una normale barca nasce per solcare il mare, questa è pensata per dominarlo. Prima di tutto, però, Luna Rossa Prada Pirelli rappresenta un progetto e una storia italiana, che incarna lo sport e la forza innovativa di un intero Paese. È l’Italia nei risultati sportivi ma anche dal punto di vista industriale, tecnologico, di immagine.
Non a caso il design – pezzo forte del know how italiano riconosciuto in tutto il mondo – è parte della sua carica innovativa. Le linee di Luna Rossa sono estremamente pulite, nette, non c’è nulla che sporga dalla coperta. Un design meticolosamente ottimizzato, dai foil che permettono alla barca di volare alle vele perfettamente aerodinamiche, passando per una rete di circuiti elettronici che rendono la barca un gioiello di ingegneria. Il prodotto finale è un AC75 con la capacità di toccare i 53 nodi di velocità – testimonianza della visione futuristica che muove questo sport.
Varato a Cagliari, l’AC75 è stato concepito dal design team di Luna Rossa Prada Pirelli e poi realizzato da un cantiere specializzato, il Persico Marine di Nembro, grazie al contributo di un pool progettuale fatto di quaranta persone solo per la fase di disegno e sviluppo, mentre sono servite circa 70mila ore di lavoro da parte di 35 boat builder (tra i tecnici del team e quelli del cantiere) per la realizzazione vera e propria. Costruito con i materiali più leggeri, resistenti e sofisticati in circolazione, l’AC75 di Luna Rossa Prada Pirelli deve garantire rigidezza senza compromettere la leggerezza, tenendo allo stesso tempo i migliori standard di vivibilità per le otto persone di equipaggio a bordo: due timonieri, due trimmer e quattro ciclisti. Perché, e questo è un punto cruciale, anche la migliore delle barche ha bisogno di chi sappia come utilizzarla e abbia la possibilità di valorizzarla. Alla fine, non è la tecnologia a prendere le decisioni critiche in gara, sono le persone. E il design deve offrirsi a loro.
Un ruolo determinante e centrale lo assumono l’ingegneria meccatronica e l’intelligenza artificiale. Intanto, la barca è completamente flush deck, cioè ha un ponte liscio, senza sovrastrutture, e sulle due fiancate ci sono gli spot in cui andrà a posizionarsi il team l’equipaggio. Sotto coperta sono nascosti i sistemi tecnologici e di idrodinamica. Ci sono chilometri di cavi, pompe e serbatoi che sono il nucleo di tutta la barca e servono a muovere albero, timone, wing, ala e flap. Il movimento dei foil, invece, è affidato a un sistema elettroidraulico supportato da una batteria. Poi però per questioni di regolamento – che vieta qualsiasi altro tipo di energia a bordo – le inclinazioni dei flap, delle vele e di ogni altro elemento necessario alla navigazione fanno capo a un secondo sistema idraulico supportato dall’equipaggio. O meglio, dipende dai quattro cyclor che producono energia elettrica pedalando quando necessario: così l’energia per attivare l’impianto idraulico è sempre a disposizione. Luna Rossa Prada Pirelli è la più alta espressione dell’innovazione tecnologica applicata alla nautica.
Eppure sembra un progetto molto più semplice, all’apparenza. In fondo bastano l’aria, l’energia del vento e il dinamismo dell’equipaggio per volare sull’acqua. Solo che questa è proprio la parte più difficile dell’assunto: le moderne barche da regata sono pensate non per navigare immerse nell’acqua ma per starci sopra. A livello ingegneristico cambia tutto: va calcolato il flusso d’aria che scorre sopra la coperta, ma anche quello che attraversa lo spazio vuoto tra lo scafo e il mare. Per raggiungere questi livelli di complessità e di perfezione aerodinamica sono state sfruttate conoscenze e know how di mondi imprenditoriali diversi. A partire da Pirelli, sponsor di Luna Rossa, ma anche partner tecnico: l’azienda milanese, infatti, ha contribuito alla realizzazzione dei foil sulla precedente imbarcazione. Ma cosa sono, esattamente, questi foil? Risposta sintetica: sono delle vere e proprie ali, con un’apertura di 4,5 metri e che funzionano esattamente come quelle degli aeroplani. I foil principali sono due, uno per lato: quello sottovento è immerso nell’acqua, l’altro invece fa da contrappeso. C’è un terzo foil posteriore, attaccato al timone. Per questi componenti così essenziali, la cura dei dettagli che ci mette Pirelli non è così dissimile da quella che l’azienda milanese impiega nella progettazione delle coperture per la Formula Uno. Per cui non è così assurdo dire che, in molte cose, un AC75 foiling somiglia a una monoposto come quelle guidate da Leclerc o Verstappen: ci sono molti punti di contatto.
Si può immaginare, ad esempio, la somma di scafo e randa idealmente come l’alettone posteriore della SF-24 o della Red Bull. La randa si può pensare come il lato lungo dell’alettone e la coperta sono le paratie laterali. Anche qui, nulla a che vedere con una barca tradizionale. Proprio come avviene in Formula Uno, in cui il pilota e la sua vettura non bastano a fare un team, anche la barca è in realtà solo la punta di un iceberg. Alle spalle c’è un enorme team fatto di ingegneri, tecnici e designer che contribuiscono al progetto. A terra c’è chi analizza tutti i dati provenienti dalla barca e c’è una sorta di box volante – un motoscafo con quattro fuoribordo per complessivi duemila cavalli – che ospita i tecnici a supporto di Luna Rossa, essenziali ogni volta che esce in mare. La tecnologia a bordo è anche quella indossata dall’equipaggio. L’abbigliamento tecnico di ultima generazione, come le mute di neoprene leggere e attillate, offrono la minore resistenza possibile. E poi, ovviamente, c’è la sneaker Prada America’s Cup, creata per la vela ad alte prestazioni. Una calzatura progettata per la prima volta nel 1997 proprio per il team Luna Rossa.