Oggi, due anni fa, l’Argentina batteva la Francia e conquistava la sua terza vittoria in Coppa del Mondo. Lo stadio che ha ospitato la finale, il Lusail Stadium, è uno dei sette impianti (su otto) costruiti ex-novo per il torneo in Qatar, e che oggi non viene sfruttato più a dovere. Anzi, diciamola senza addolcire le parole: il Lusail Stadium e tutti gli altri campi che hanno ospitato il Mondiale 2022, oggi come oggi, non servono più a niente. Ne ha scritto in modo approfondito il quotidiano spagnolo El País, che ha inviato alcuni giornalisti in Qatar per seguire la nuova Coppa Intercontinentale, a cui partecipa il Real Madrid: la squadra di Ancelotti affronterà il Pachuca in finale proprio nello stadio di Lusail, dando vita a uno dei primi eventi che potrebbero – almeno potenzialmente – riempire gli 88mila posti a sedere che circondano il campo da gioco. Perché il resto delle partite che di solito si tengono al Lusail, così come in tutti gli altri stadi utilizzati per la Coppa del Mondo, fanno una fatica tremenda ad attirare pubblico.
«Quando gli stadi per i Mondiali ospitano le partite del campionato locale», si legge su El País, «restituiscono un’immagine spettrale. Sono dei lussuosi scheletri frequentati da poche migliaia di persone. A volte anche meno». È chiaro, quello che è successo in Qatar è già avvenuto in altri tempi e in altri Paesi, in occasione dei Mondiali del passato. Ma stavolta siamo di fronte a un caso che va davvero oltre i limiti già sperimentati. Non a caso, viene da dire, uno degli otto impianti (il 974 stadium) utilizzati nel 2022 è del tutto smontabile, trasportabile e poi rimontabile in un’altra location. Per il momento si trova ancora in Qatar, ma almeno si può/potrà pensare di dargli una seconda vita.
Per gli altri stadi, invece, questa possibilità non c’è. Ed era francamente prevedibile, se consideriamo che il Lusail Stadium può contenere il 4% di tutta la popolazione del Qatar – che non va oltre i 2,7 milioni di persone. E infatti i progetti iniziali prevedevano che gli impianti potessero essere destinati a altri usi o comunque “rimpiccioliti”: solo le tribune più vicine al campo sono in cemento, quelle superiori sono composte da pezzi scomponibili. Per quanto riguarda la conversione, alcune idee messe sul tavolo riguardavano la conversione in abitazioni e hotel di lusso, centri commerciali, uffici o cliniche sportive. Succederà, perché succederà, ma al momento quel che si vede – e quindi quel che resta – sono solo degli scheletri vuoti e spettrali.