Per Kylian Mbappé, la stagione 2024/25 era, resta e sarà uno spartiacque decisivo: dopo un inizio zoppicante col Real Madrid, la sua nuova squadra, l’attaccante francese ha ripreso a segnare con una certa regolarità – ha messo insieme quattro gol nelle ultime sei gare giocate in Liga, più quello in Champions contro l’Atalanta – e ora deve dimostrare di poter trascinare i suoi compagni e Ancelotti a (ri)vincere tutto. Oltre a quella in Spagna, però, qualche mese fa Mbappé ha iniziato un’ulteriore nuova esperienza: quella come proprietario di un club, per la precisione il Caen (che milita in Ligue 2, la seconda divisione della piramide calcistica francese). Ecco, l’avventura come dirigente ha avuto e sta avendo un corso esattamente opposto: dopo un inizio molto promettente, durante il quale Mbappé si era distinto per presenza e lungimiranza nelle scelte, ora le cose vanno decisamente peggio. E anche i tifosi dell’SMC (acronimo di Stade Malherbe Caen) stanno iniziando a manifestare un po’ di insofferenza nei suoi confronti.
Il primo grande problema, come succede praticamente sempre nel calcio, riguarda i risultati: in questo momento, infatti, il Caen è 16esimo (cioè terzultimo) in classifica con 15 punti conquistati in 17 gare giocate, e la zona-salvezza è distante ben cinque lunghezze. La posizione del Caen è diventata più grave a causa dei risultati recenti, delle quattro sconfitte rimediate nelle ultime cinque partite, ma in realtà i mugugni nei confronti di Mbappé sono diventati più insistenti dopo l’esonero dell’allenatore Nicolas Seube, ufficializzato il 30 dicembre scorso. Il problema è che Seube, per il Caen e la sua gente, è più che un allenatore: è una vera e propria istituzione, visto che ha militato per 16 anni nel club (dal 2001 al 2017) e si è seduto sulla panchina della prima squadra dopo aver fatto tutta la trafile di formazione nel vivaio dell’SMC. In questo articolo, So Foot ha raccolto le voci di alcuni tifosi del Caen, che definiscono Saube «uno di famiglia. E il Caen è una famiglia, un club popolare in cui certe figure vanno rispettate».
Un altro aspetto che viene contestato a Mbappé è il suo disinteresse nei confronti del Caen (ma non era difficile immaginare che sarebbe andata così, in caso di risultati negativi): sempre parlando a So Foot, un capo-tifoso del club normanno ha detto che «la gente qui comprende che Mbappé non possa essere molto presente, visto il lavoro che fa. Ma deve quantomeno esporsi: potrebbe far uscire un comunicato stampa, un video, una dichiarazione a suo nome. In fondo è lui il proprietario della squadra». Questa opinione è condivisa dalla maggioranza degli ultras: nelle ultime partite casalinghe allo Stade Michel d’Ornano, impianto da 20mila posti aperto nel 1993, sono comparsi diversi striscioni in cui Mbappé è stato invitato a non considerare il Caen come il “suo giocattolo”.
Entre hommage à Nicolas Seube, l’ex-entraîneur, et défiance vis-à-vis du propriétaire @KMbappe et des ses hommes mis en place, le public de d’Ornano, qui a multiplié les banderoles en 1re mi-temps, joue un match différent dans les tribunes @SMCaen #SMCCF63
📸 @DamienDeslande2 pic.twitter.com/k0TGP3m4Vc— FOOT NORMAND (@FOOT_NORMAND) January 3, 2025
Insomma, si può dire: finora Mbappé non ha avuto il tempo e forse neanche il modo di poter incidere sulle sorti del Caen, ma la sua seconda vita nel calcio non è iniziata nel modo giusto. Certo, in realtà il gruppo di lavoro che fa capo a Mbappé – il ruolo di presidente, per dire, è stato affidato al 46enne manager libanese Ziad Hammoud – aveva già preannunciato che, dopo il closing avvenuto a settembre, cioè a campionato già iniziato, il loro progetto avrebbe avuto inizio a partire dalla stagione 2025/26. Ma forse a questo punto sarebbe il caso di intervenire un po’ prima, così da evitare la retrocessione. Sarebbe anche un modo per gestire la rabbia di una tifoseria che, attraverso i 10mila abbonamenti (!) acquistati in estate, aveva dato prova di apprezzare il nuovo progetto. O, quantomeno, aveva fatto un atto di fiducia.