Sono bastate poche settimane perché Huijsen diventasse uno dei migliori difensori della Premier League

L'ex centrale di Roma e Juventus è una colonna del bellissimo Bournemouth di Iraola.

Dean Huijsen è uno dei tanti giocatori che, negli ultimi anni, hanno lasciato la Serie A per trasferirsi in Premier League. Anzi, si può scendere ancora di più nello specifico: Dean Huijsen è uno di quei giovani che sono stati rilevati dai club inglesi ancora prima che riuscissero a ritagliarsi uno spazio da protagonisti nel nostro campionato, come a voler fare un investimento nel talento solo percepito. Come lui, insieme a lui, hanno fatto questo percorso anche Cesare Casadei (dall’Inter al Chelsea), Destiny Udogie (dall’Udinese al Tottenham), Jakub Kiwior (dallo Spezia all’Arsenal), Caleb Okoli (dall’Atalanta al Leicester), Samuel Illing-Junior (dalla Juve all’Aston Villa), Michael Kayode (dalla Fiorentina al Brentford) – tutte queste operazioni sono avvenute tutte negli ultimi due anni.

Dentro la storia di Huijsen, però, ci sono altre cose piuttosto significative. Intanto la scelta di passare al Bournemouth di Iraola, semplicemente la squadra di Premier più sorprendente di questa stagione. E poi il fatto che si sia imposto alla grande e in pochissimo tempo: l’ex difensore di Juventus e Roma, vent’anni da compiere il prossimo aprile, ha giocato la prima gara con le Cherries ad agosto, poi dal 5 dicembre è entrato in pianta stabile nell’undici titolare di Iraola, accanto all’altro centrale Zabarnyi. Da allora, il Bournemouth non ha perso neanche una volta. Ed è stata la squadra di Premier che ha subito meno gol (otto in undici partite).

Pochi giorni fa, il Guardian ha intervistato Huijsen. E l’ha definito «una delle promesse più entusiasmanti, non solo della Premier League». Sono tutte investiture importanti, che contribuiscono a restituire l’impatto avuto dal difensore ispano-olandese (è nato ad Amsterdam ma si è trasferito in Spagna quando aveva cinque anni) nella sua nuova avventura. Dal punto di vista puramente tecnico-tattico, ciò che sorprende di Huijsen – soprattutto se pensiamo che ogni settimana affronta i centrocampisti e gli attaccanti della Premier League – è l’assoluta sicurezza tecnica e nei contrasti fisici, la maturità che manifesta nella maggior parte delle giocate, dei movimenti, dei tackle. Questo modo razionale e anche rilassato, se vogliamo, di vivere le partite è collegato al suo modo di intendere la vita. È stato lui stesso a confermarlo, parlando al Guardian di quando, come e perché accettò di trasferirsi alla Juventus nonostante avesse anche un’offerta del Real Madrid: «Mi sento una persona calma, tranquilla, razionale. E ho scelto in modo razionale di andare in Italia, dove sono famosi per la produzione di difensori, per il modo in cui li allevano e li addestrano. Devo dire che ho imparato molto: come posizionarsi, come marcare in area, come correre all’indietro. Oggi come oggi sono davvero convinto che sia stata la scelta giusta: il Real Madrid è una grande squadra, ma sento che l’esperienza alla Juve mi abbia dato ciò di cui avevo bisogno».

Inutile addolcire le parole: oggi come oggi, i 15 milioni incassati dalla Juventus per Huijsen sembrano davvero pochi. In vista di una probabile (anzi: inevitabile) cessione a un big nelle prossime sessioni di mercato, ma anche in virtù del valore assoluto del calciatore. Che, di fatto, è già diventato uno dei difensori più interessanti della Premier League, il campionato più difficile del mondo. Fa strano pensare che stiamo parlando dello stesso Huijsen che che un anno fa si trasferiva alla Roma dopo aver fatto su e giù tra Juventus e Juventus NextGen, che in giallorosso alla fine è riuscito a giocare solo cinque gare da titolare e altre nove da subentrato. Evidentemente al Bournemouth ha trovato la fiducia che gli serviva e la squadra giusta per mostrare le sue doti. Magari qualche domanda devono farsela anche i dirigenti e gli allenatori di Juventus e Roma, ma questa è un’altra storia.