Santi Giménez è l’attaccante che serviva al Milan

Il centravanti messicano ha le caratteristiche giuste per il calcio di Conceição.
di Redazione Undici
03 Febbraio 2025

La cessione di Álvaro Morata sei mesi dopo il suo arrivo, come dire, è un’operazione che è difficile giudicare in modo positivo. Ciò non toglie, però, che il Milan potrebbe aver trovato un modo tortuoso – e diciamo anche poco ortodosso – per risolvere i suoi problemi. Sì, perché l’acquisto di Santiago Giménez del Feyenoord potrebbe dare un impulso importante al gioco dei rossoneri. Che, soprattutto dopo il cambio in panchina tra Fonseca e Conceição, avevano davvero necessità di un attaccante come il messicano, di un centravanti classico – non di manovra, non tattico – con caratteristiche da stoccatore, con una struttura fisica importante. Ma soprattutto con un killer instinct piuttosto spiccato: Giménez in questa stagione ha messo insieme 16 gol in 1214 minuti di gioco, praticamente una rete ogni 75 minuti che passa in campo. Certo, va detto che la Serie A non è la Eredivisie. Ma in Champions League il messicano ha una media addirittura più alta: un gol ogni 59′ di gioco, cinque in cinque presenze. Che diventano sette in nove gare, se consideriamo anche la stagione scorsa.

Giménez è arrivato nei Paesi Bassi nell’estate 2022, il Feyenoord ha investito sei milioni di euro per il suo cartellino. Figlio d’arte – suo padre Christian è stato pure lui centrocampista in Argentina (dove è nato) e in Messico (dove si è stabilito e dove è nato Santi, che poteva giocare con la Selección e invece ha scelto il Tricolór) – e prodotto delle giovanili del Cruz Azul, può essere considerato come uno dei pochi talenti messicani in grado di imporsi davvero negli ultimi anni. Dal punto di vista puramente tecnico, si tratta di un centravanti che legge benissimo il gioco, che spesso anticipa i portieri e i difensori avversari, a cui basta toccare pochi palloni per essere decisivo. Certo, il suo corpo solido (185 centimetri di altezza, spalle larghe, gambe lunghe) gli permette di essere efficace anche quando c’è da fare a spallate con chi lo marca, ma non compromette la sua rapidità. Soprattutto sulle palle morte e/o vaganti, quelle che danzano in area di rigore e che vanno “girate” in porta.

Certo, non stiamo parlando di un giocatore di fantasia o particolarmente raffinato. Anzi, durante la Coppa America di qualche mese fa Giménez è stato criticato perché non è riuscito a segnare nelle tre gare del gironcino iniziale, e al momento il suo score in Nazionale è di quattro reti in 32 presenze. Il punto, a pensarci bene, è proprio questo: è un attaccante che incide poco quando non riesce a costruirsi e/o a sfruttare le occasioni giuste per andare in gol. Da questo punto di vista, l’impatto con un campionato come la Serie A potrebbe essere complicato. Solo che, come detto, il Milan aveva bisogno e aveva messo nel mirino proprio un profilo del genere. Un profilo distante, anzi diciamo pure lontanissimo, da Álvaro Morata.

Tutti i gol segnati da Giménez nella scorsa stagione

Secondo quanto raccontato da The Athletic in questo articolo, la differenza di rendimento tra Giménez-col-club e Giménez-in-Nazionale sta anche nel modo in cui viene “trattato” a livello medico e quindi fisico: a Rotterdam, fin da quando è arrivato, segue dei protocolli e degli allenamenti che di fatto gli hanno modificato lo stile di corsa, rendendolo più fluido e più efficace. Poi è chiaro: anche il lavoro con Slot e con il suo successore, Brian Priske, hanno migliorato il gioco di Giménez. Che si sentiva pronto a un’avventura diversa, per misurarsi con avversari e contesti più competitivi. Che ha voluto fortemente il Milan, e ora ha l’occasione di riscrivere la storia: se guardiamo agli stranieri che hanno giocato in Serie A, infatti, un solo messicano è riuscito a lasciare un segno tangibile del suo passaggio. Stiamo parlando di Hirving Lozano, che a sua volta ha sempre danzato intorno alla sufficienza durante la sua esperienza al Napoli, senza mai convincere davvero. Certo, da Salerno e da Verona sono passati anche due monumenti nazionali come Guillermo Ochoa e Rafa Marquéz, ma le loro sono state delle passerelle di fine corsa, di fine carriera. Quella di Giménez è una storia che comincia in modo diverso, con dei presupposti davvero promttenti. E che sarà divertente seguire, anche solo per capire dove porterà.

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