Una torsione del ginocchio e stagione finita. Succede a tanti, quest’anno è toccato ad Alphonso Davies durante una partita della Nazionale canadese, lo scorso 23 marzo. Da allora – un mese e mezzo non è poi tanto, ma in certe condizioni può sembrare eterno – il jolly del Bayern Monaco è andato incontro a un calvario fisico ed emotivo. E ha deciso di raccontarlo su YouTube: «Ho avuto un crollo mentale, non so cosa mi sia successo. Ho fatto una doccia e poi sono scoppiato a piangere», rivela nel corso di un video blog a puntate, che accompagnerà la sua lunga riabilitazione verso il ritorno in campo.
Non è una scelta comune, quella di documentare in tempo reale le fasi più dure della propria carriera di calciatore. Ma evidentemente Davies conta così di darsi forza, e di infonderne anche ai tanti altri meno fortunati di lui: senza i mezzi medici di un club professionista come il Bayern, la rottura dei legamenti del crociato con danni alla cartilagine è un infortunio talvolta insormontabile ad altre latitudini del pallone. E pure per i top player, fa capire il 24enne, ci sarà sempre un prima e un dopo. Questo non vuol dire però gettare la spugna: Davies aggiorna il suo pubblico con pazienza, tanti sorrisi e immagini continue, dalla clinica con le stampelle agli esercizi di riabilitazione. “Come back pt. 1” – questo il titolo del vblog – nei primi due giorni ha registrato quasi 50mila visualizzazioni. E decine di commenti: tra chi incoraggia Alphonso e chi invece si immedesima con lui, raccontando analoghe disavventure.
Davies spiega quanto sia stato emozionante il suo lavoro svolto finora per tornare in forma, e così facendo colpisce nel segno (quanti pensieri, preoccupazioni, detti e non detti si annidano nella testa di un calciatore lontano dal campo?). È un video semplice, spontaneo, che può aiutare a sdoganare questo lato dello sport di cui gli atleti in primis faticano a parlare – soprattutto durante, quando non si sa come il corpo e la mente si riprenderanno davvero dall’infortunio.
Le tempistiche di Davies? Non prima di gennaio 2026. Il Bayern lo aspetta e intanto se la prende con lo staff medico del Canada per aver inizialmente sottostimato la gravità del trauma – correttamente diagnosticato soltanto dopo il rientro in Germania – allungando così le tappe del recupero. «Di solito mi riprendo in fretta, ma questo è il peggior infortunio della mia carriera», ammette Davies. Con tutta la sincera umanità di chi ancora non ha risposte certe.
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