La crescita spaventosa di Donnarumma è merito di un giovane preparatore spagnolo

Si chiama Borja Álvarez, ha solo 33 anni e ha rivoluzionato la preparazione (e le prestazioni) del portiere della Nazionale.

A vedere il rendimento di Gianluigi Donnarumma da gennaio in poi, francamente, l’abbiamo pensato un po’ tutti: ma non è che quella cicatrice, rimediata il 18 dicembre in un frontale con i tacchetti dell’ex Torino Singo, gli abbia in qualche modo cambiato la carriera? Una sorta di morso del ragno di Spiderman, la scossa di Electro, il fulmine di Flash o l’esplosione dei raggi gamma di Hulk. Insomma, un evento accidentale e traumatico che si trasforma in punto di forza. Da quello scontro in poi, la crescita del portiere italiano è stata spaventosa: la strepitosa parata su Odegaard durante PSG-Arsenal è solo l’ultimo higlight dello straordinario momento che sta vivendo il portiere di Castellammare di Stabia.

Donnarumma è stato il protagonista assoluto degli ultimi turni di Champions. Dire che ha trascinato il Paris in finale può sembrare esagerato, ma non ci si va troppo lontano. Ecco un piccolo teaser delle sue parate: mano aperta sotto l’incrocio su Rashford nei quarti, in allungo da distanza ravvicinata su Trossard nella semifinale di andata e in controtempo a sul primo palo su Odegaard al ritorno. E queste sono solo le migliori, ce ne sono state tante altre un po’ meno appariscenti ma comunque decisive. Per esempio, Gigio è stato anche l’incubo del Liverpool, fermato prima in tutti i modi nei tempi regolamentari e due volte nella serie di rigori finali.

Il 31 maggio a Monaco ritroverà un maestro e soprattutto un amico: Gianluca Spinelli, per anni suo preparatore e ora allenatore di Sommer all’Inter. I due sono molto legati e si sentono quotidianamente, l’ha dichiarato Gigio dopo la semifinale di ritorno. Donnarumma sa che a Spinelli deve tutto: le basi del ruolo, la copertura dello specchio di porta, lo sviluppo fisico. Anche il suo preparatore attuale, però, non è da meno. Dietro le super prestazioni di Gigio, infatti, c’è tanto del lavoro di un giovanissimo coach spagnolo, Borja Álvarez. Come sottolineato da Relevo, il percorso di Álvarez non è proprio di quelli battuti dall’inizio: originario di Lleida, in Catalogna, il 33enne preparatore non ha un passato da calciatore di alto livello. Dopo esperienze in club locali come l’Atlètic Segre e l’UE Lleida, a soli 24 anni già lavorava nel settore giovanile dell’Espanyol. Lì ha affiancato Jesús Salvador, storico collaboratore di Thomas N’Kono. In seguito ha seguito Diego López e un giovanissimo Joan Garcia, oggi tra i portieri più promettenti della Liga.

Dopo un’esperienza a Hong Kong, nel 2019 è arrivato all’Almería, quando in panchina c’era Guti. Un anno più tardi è passato al FC Andorra, club di proprietà di Gerard Piqué, che sotto la guida di Éder Sarabia ha conquista la promozione nella Segunda División spagnola. Proprio in Andorra, Álvarez ha cominciato a mettere a punto un sistema di training inedito, basato sulla rotazione sistematica tra i portieri: nella stagione 2022/23, la sua ultima sotto ai Pirenei, i tre numeri uno, Nico Ratti, Raúl Lizoain e Marc Vidal si sono divisi le presenze.

Nel 2023, Borja Álvarez ha ricevuto la chiamata del PSG. Luis Enrique, rimasto senza preparatore dopo gli addii di Jiménez e Spinelli, lo ha scelto per guidare un reparto dagli equilibri delicati. Nel suo primo anno a Parigi, Álvarez si è ritrovato a lavorare con campioni come Keylor Navas, di cinque anni più anziano di lui. A Luis Enrique, esattamente come al suo nuovo collaboratore, piaceva e piace variare i portieri in base all’avversario e alle esigenze tattiche. «Chi va in porta? Dipende da ciò che vedo in campo, da cosa serve alla squadra e da cosa propone l’avversario», aveva confessato il tecnico wpagnolo prima di una trasferta fondamentale contro il Bayern Monaco nella League Phase a novembre. In quell’occasione aveva scelto Safonov, che non aveva fatto un grande impressione, soprattutto nelle uscite sui calci piazzati, e il PSG era stato battuto 1-0.  Da allora Donnarumma è tornato al centro del progetto tecnico dei parigini e si è affidato completamente ai metodi di Álvarez. Lo spagnolo gli ha rivoluzionato un sistema di allenamento collaudato: riscaldamenti, routine, esercitazioni, tutto è stato rivisto. Non era semplice uscire dalla comfort zone della propria routine, ma farlo è stata la decisione più saggia della vita professionale di Donnarumma. Che era già uno dei migliori portieri al mondo, ma adesso se ne sono accorti tutti. Francamente, era inevitabile.

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