Le squadre inglesi hanno ricominciato a usare le rimesse laterali lunghe

Una soluzione tattica che, nelle ultime quattro stagioni, è tornata ad avere una certa popolarità: squadre come il Brentford lanciano lungo anche sei volte su dieci.

Tutti in the box, che si lancia lungo. Negli stadi inglesi sta tornando di moda: quando una squadra ha una rimessa laterale a favore, è necessario fare attenzione alle leve di chi batte. E, nel caso, difendere duro in area di rigore. Perché ormai le rimesse in attacco con ampia gittata – quel che basta per tramutarle in un simil-cross, con l’attaccante di turno pronto alla sponda aerea – sono un aspetto frequente del gioco. Rappresentano quasi un fallo laterale su cinque di tutti quelli battuti nella stagione in corso di Premier League, come rivelato da The Athletic in questa analisi. Con enorme varianza fra club a club, ok. Ma allenatori e pubblico ormai lo sanno bene: nel dubbio, occhio a coprire la porta.

La tendenza è in netta crescita, dopo un paio di annate di transizione. Nel 2019 le rimesse offensive che raggiungevano l’area di rigore in Premier erano il 13%. Sono calate all’8 nei due campionati successivi. Poi la ripresa: 12, 13, 15, fino al 17% della stagione 2024/25, quella che si è conclusa con il trionfo del Liverpool. E a proposito dei campioni d’Inghilterra, i ragazzi di Slot sono fra quelli che usano quest’arma tattica ai minimi termini: soltanto nel 3% delle occasioni, come il Chelsea. Meno di loro fa soltanto il Newcastle (1%).

È senz’altro vero, e in fondo non è nemmeno così sorprendente, che le squadre costruite per fare possesso palla coincidono anche con quelle che preferiscono battere corto e sviluppare l’azione a terra (vale per tutti i top club: nessuno dei primi sette per budget sceglie la rimessa laterale lunga in più di un caso su dieci). Ma la correlazione con i valori sul campo è decisamente meno ovvia. L’Aston Villa, arrivato a un passo dal raggiungere le semifinali di Champions, ricorre alle rimesse lunghe nel 33% dei casi. “A podio”, invece, vanno il Nottingham Forest (41%), l’Ipswich Town (54%) e il Brentford (63%). Cioè chi si gioca la massima competizione europea, chi è già retrocesso e chi invece sogna la Conference. Praticamente tutto lo spettro della graduatoria.

E in questi ultimi casi, le rimesse lunghe diventano una vera e propria strategia di gioco a cui gli avversari devono fare sistematicamente attenzione – come una difesa a zona o un pressing a tutto campo. Questione di poter contare su giocatori di stazza in area di rigore, o su compagni reattivi a fiondarsi su ogni palla vagante. Ma la differenza la fanno i battitori: per il Brentford, i signori del lancio con le mani sono Kevin Schade e Ethan Pinnock. Nel solco di un mini-culto che in Inghilterra ha sempre annoverato i suoi estimatori. E i suoi specifici fuoriclasse: vent’anni fa, le rimesse laterali di Rory Delap – allora centrocampista dello Stoke City, con un passato da giavellottista – erano talmente temute da Londra a Manchester che, un giorno, Arsène Wenger alzò pubblicamente bandiera bianca. «Potendo cambiare una regola del calcio», disse all’epoca l’allenatore dell’Arsenal, «farei eseguire le rimesse laterali con i piedi». Non è ancora successo.

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