Il Chelsea ha speso 1,3 miliardi di euro negli ultimi tre anni, eppure in questo momento non ha un centravanti

Pesano i ripetuti infortuni di Nkunku e la squalifica di Nicolas Jackson, ma la gestione del mercato è a dir poco discutibile.

Il Chelsea ha perso una partite decisiva in casa del Newcastle (0-2): prima della gara entrambe le squadre erano a 63 punti, dietro Liverpool, Arsenal e Manchester City, adesso i Magpies sono saliti al terzo posto e i Blues sono quinti, appaiati all’Aston Villa di Unai Emery. E quindi si ora giocheranno l’accesso alla prossima Champions League nelle ultime due giornate di Premier League, prima a Stamford Bridge contro il Manchester United e poi in casa del Nottingham Forest, settimo a 62 punti – e quindi pienamente in corsa per superare la squadra di Maresca. Tornando alla gara contro il Newcastle, i momenti-chiave sono stati due: il gol di Tonali dopo pochi minuti di gioco e l’espulsione di Nico Jackson, causa gomitata rifilata a Sven Botman, quando mancavano 10 minuti all’intervallo. In quel momento esatto, il Chelsea ha perso definitivamente ogni speranza di rientrare in partita. Anche perché Maresca non aveva altre prime punte in panchina: i sostituti a disposizione, infatti, erano Sancho, James, Malo Gusto, Badiashile, Dewsbury-Hall, George, Acheampong e il portiere di riserva Jorgensen.

Il problema vero è che l’assenza di Jackson per le ultime due partite di Premier League– l’attaccante senegalese le salterà entrambe per via della squalifica – non potrà essere risolto in nessun modo: al netto delle assenze per infortunio, di cui parleremo e che ovviamente hanno un peso, il Chelsea di fatto non ha una prima punta di riserva. Ed è una cosa davvero assurda, se pensiamo che i Blues hanno investito 1,3 miliardi di euro sul mercato negli ultimi tre anni. Per capire cosa intendiamo, ecco l’elenco dei giocatori offensivi nel roster di Maresca: oltre a Jackson, il ruolo di attaccante principale potrebbe essere svolto da Cristopher Nkunku, che però non è mai stato un vero e proprio centravanti e al momento è infortunato; il manager italiano potrebbe anche inserire il 18enne Marc Guiu oppure adattare Jadon Sancho, solo che il primo è fuori per un problema fisico e il secondo è in prestito dal Manchester United e non può giocare contro la squadra che detiene il suo cartellino. Infine, in rosa ci sono anche Mudryk (sospeso per presunta assunzione di sostanze proibite), Pedro Neto, Madueke e George, ma sono tutti laterali offensivi.

Insomma, come dire: un bel po’ di sfortuna si mescola anche con una gestione a dir poco contraddittoria del calciomercato. Perché, ripetiamo, una società di calcio che investe 1,3 miliardi sul mercato non potrebbe/dovrebbe ritrovarsi con i soli Jackson, Nkunku e Guiu come soluzioni per il proprio attacco. E la cosa più assurda non è neanche questa, a pensarci bene: basta scorrere il lunghissimo elenco delle operazioni concluse dal Chelsea negli ultimi tre anni per trovare per notare come quel preciso slot nella rosa è stato gestito in maniera davvero stranissima. Nell’estate 2022, i Blues hanno ceduto Werner e  Lukaku per comprare Aubameyang, Favid Datro Fofana e Armando Broja; a gennaio 2023 non è stato fatto nessun investimento in attacco, mentre nell’estate successiva sono arrivati proprio Nico Jackson e Nkunku. Infine, tra l’estate 2024 e l’estate 2025, l’unico colpo nel reparto degli attaccanti è stato l’arrivo di Mac Guiu dal Barcellona. Insomma, al Chelsea hanno deciso che in quel reparto stavano bene così, ma intanto hanno infarcito la rosa di centrocampisti offensivi ed esterni (Mudryk, Sterling, Madueke, João Félix, Pedro Neto, Sancho) e di giovani talenti come se piovesse. E allora, come dire: al di là dei continui problemi fisici di Nkunku e dell’espulsione sconsiderata di Jackson, si può dire che a Stamford Bridge se la siano cercata.

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