Se pensano di farti una statua, vuol dire che sei entrato per sempre nei cuori delle persone. È quello che è successo a Cristhian Stuani, ex attaccante della Reggina che in un piccolo angolo di Catalogna si è costruito una carriera da leggenda. Locale, certo, ma pur sempre leggenda. L’uruguagio, infatti, è considerato una sorta di immortale da quelle parti. A 39 anni ha salvato quasi da solo il Girona, al termine di un’annata complicata che, dopo aver regalato le prime storiche presenze in Champions League del club, stava anche per presentare il conto di retrocessione che avrebbe avuto del clamoroso, soprattutto dopo il terzo posto e gli 81 punti dell’anno scorso.
A Mondovì per diversi mesi se la sono vista brutta. In tanti dubitavano che la squadra sarebbe riuscita a farcela, tranne due. Uno è Michél, l’allenatore prodigio confermato con grande lungimiranza dal management del club made in City Group. L’altro è appunto Stuani, che a Girona ci stava bene prima che fosse mainstream. In effetti negli ultimi anni l’attaccante è sopravvissuto a tutti: giocatori, allenatori e dirigenti. In un’estate in cui se ne sono andati Savinho (al City), Eric García e Pau Victor (tornati a Barcellona), Dovbyk (alla Roma) e Aleix García (a Leverkusen), lui è rimasto, per garantire continuità progettuale e dare un punto di riferimento ai tifosi.
Sapeva bene che sarebbe stato un campionato diverso, di sofferenza. Ed era anche consapevole che non sarebbe stato titolare, anzi avrebbe dovuto centellinare le energie, come è normale a quasi quarant’anni. Non gli importava, aveva solo un grande obiettivo: aiutare il Girona. La società si è mossa sul mercato, rafforzandosi con con Miovski, Abel Ruiz, Danjuma e Asprilla. Giocatori con discreto cv in Spagna, ma che però non hanno mai trovato il giusto ritmo. Non ci è riuscito neanche Van de Beek, alla ricerca di riscatto dopo gli anni da incubo al Manchester United. Così, per salvarsi, la squadra ha dovuto aggrapparsi ai veterani. Ed è lì che è tornato protagonista il solito, instancabile, Cristhian Stuani.
«Non so se mi merito tanto affetto», ha dichiarato il capitano uscendo tra gli applausi a Valladolid. Pochi minuti prima, aveva segnato l’1-0 decisivo per garantire la permanenza in Liga del Girona. Non è stato un episodio isolato: Stuani ha messo a segno cinque gol nelle ultime sei partite di campionato, esattamente nel momento in cui contava di più. Le sue reti hanno permesso al Girona di conquistare sette punti, quelli che servivano a non cadere in Segunda.
Quella appena conclusa è stata l’ottava stagione vissuta da Stuani a Girona. In tutte le altre ha raggiunto almeno la doppia cifra di gol. Nel 2018/19 e 2019/20 è stato in corsa anche per il titolo di Pichichi, quello assegnato al capocannoniere della Liga, ma ha sempre trovato contro un Messi stratosferico. È andato oltre i dieci gol anche quest’anno, nonostante abbia messo insieme solo 970 minuti in campionato. Praticamente un gol ogni 88, roba da Cristiano Ronaldo. Con Stuani, strano ma vero, il Girona partiva 1-0. Per tutti questi motivi per i tifosi non ci sono dubbi: Stuani è una leggenda, tanto da volergli dedicare una statua in centro. Sinceramente molto più epico di un “banale” titolo di Pichichi.
Leggi anche
- Il Girona ha pagato 300mila euro per poter schierare Romeu contro il Barcellona
- Il Valencia ha dichiarato guerra a Netflix per il documentario su Vinícius Júnior