Luka Modric non è un quarantenne come gli altri, e per questo il Milan ha scommesso su di lui

Nessun giocatore di una certa età vanta i numeri del capitano della Croazia, anche in termini di integrità fisica. Ecco perché il Milan ha fatto un'operazione così affascinante, così rischiosa.

Blitz compiuto. La regia del Milan di Allegri, parte seconda, partirà dal più grande nome disponibile sul mercato: Luka Modric. A lungo inseguito dall’Inter, alla fine giocherà per il Milan. A quarant’anni, dopo una vita e 27 trofei con indosso la maglia del Real Madrid. Quella che riguarda il capitano della Nazionale croata, Pallone d’Oro 2018, sarà inevitabilmente un’operazione di prestigio: era dai tempi di Kaká che un Pallone d’Oro non vestiva la maglia rossonera. E Modric è l’unico altro ad averlo vinto della sua generazione, stritolata dallo strapotere di Messi e Ronaldo. Come loro, come Messi e Ronaldo, il croato non invecchia. Anzi: pure meglio, visto che è l’unico dei tre rimasto a giocare in Europa. Anche dopo il commovente, storicoaddio al Bernabéu.

In questo senso, Modric ha scelto una strada diversa. Non l’inflazionata Arabia, ma un club che per blasone storico è secondo al mondo – pure per Champions League in bacheca – dietro al suo Real Madrid. La via per rimanere al top, anche per giocare un’altro Mondiale con la sua adorata Croazia, era proprio questa: continuare a cimentarsi su un grande palcoscenico. Il Milan è ferito, certo, finanche furibondo per una stagione iniziata fra mille proclami e conclusa fuori da tutto, con San Siro ammutolito a sentenziare “Go Home” (proprietà, dirigenza, chiunque). E allora serviva un colpo da novanta per riaccendere l’estate. E nessuno più di Modric poteva esserlo. Anche alla sua età.

Anche perché, a dispetto dell’età, non stiamo parlando di un ex giocatore. Nella stagione 2024/25, Luka è sceso in campo per 65 volte – tra club e Nazionale – senza accusare alcun infortunio. Praticamente Robocop. Un dato figlio della preparazione, del saper centellinare il proprio fisico. Ma al contempo, indice di un giocatore fuori dal comune anche sotto questo punto di vista – dell’aspetto tecnico, dalla visione di gioco all’ultimo passaggio, sarebbe superfluo aggiunguere qualunque altro commento alla sua già straordinaria carriera. Dunque qualità assoluta, e quantità non da sottovalutare. Durerà per sempre? Inevitabilmente no. Durerà abbastanza? Ecco, questa è la scommessa del Milan: almeno un’altra annata ai massimi livelli. Magari due, visto che il contratto pronto sul tavolo prevede l’opzione per il rinnovo fino al 2027.

Certo è che il Modric di oggi, anche continuando a sfidare le leggi del tempo, non basterà a sostituire il devastante tuttocampismo di Tijjani Reijnders. Con l’olandese in campo – tra le poche note liete degli ultimi mesi – era come se il Milan giocasse in dodici: peserà eccome la sua partenza in direzione Man City. Inoltre per certi versi stupisce la scelta – sicuramente avallata da Allegri – di affidarsi a un grande vecchio della mediana, quando all’epoca del suo primo arrivo sulla panchina del Milan l’allenatore livornese diede il benservito al 32enne Pirlo (capace poi di reinventarsi alla Juve, fra i rimpianti successivi di tutti i milanisti).

Insomma, qualche dubbio resta. È inevitabile. E a giudicare dalle ultime scelte manageriali del Milan, l’arrivo di Modric potrebbe anche sembrare polvere negli occhi dei tifosi per nascondere il grande caos irrisolto dietro le quinte. Il punto, però, è che Modric è un gigante. Lo è in assoluto, lo è rispetto al Milan di oggi. E il fatto che abbia accettato la proposta rossonera, come dire, è un segnale di garanzia sul progetto di rilancio impostato dal nuovo ds Tare. Per il pubblico, lo spogliatoio, ma soprattutto per i giocatori che ancora dovranno arrivare. Perché il tesoretto di Reijnders (75 milioni di euro più bonus) andrà presto reinvestito sul mercato. Presentarsi in sede di trattativa con un Modric in più è sicuramente un ottimo biglietto da visita. Magari non sarà il croato a far detonare la rinascita rossonera. Ma potrebbe essere il tassello in grado di farla iniziare, di orchestrarla guidando il centrocampo. Su questo punto non può nessun dubbio: il Milan ha scelto il giocatore giusto. Anzi: il migliore in assoluto della sua generazione. Che magari è sfiorita, siamo d’accordo, ma non è così azzardato pensare che Modric abbia ancora qualcosa da dare, qualcosa da dire. Scoprirlo, l’anno prossimo a San Sio, sarà molto divertente.

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