Anche Santiago Cazorla continua a uscire in mare aperto, proprio come il vecchio pescatore protagonista de Il Vecchio e il Mare, indimenticabile romanzo di Ernst Hemingway. Quando per molti sarebbe già tempo di rientrare in porto, lui getta ancora la lenza, sognando il suo marlin. E lo pesca, eccome se lo pesca. A 40 anni e 180 giorni, il capitano del Real Oviedo ha disegnato una parabola impossibile con il sinistro — il suo presunto piede “debole”, ammesso che ne abbia davvero uno migliore dell’altro — e ha trascinato i suoi alla finale dei playoff per la promozione in Liga, contro una tra Mirandés e Racing Santander. Una magia degna di un capolavoro cinematografico.
Anche perché il Real Oviedo sembrava sull’orlo del tracollo dopo il vantaggio dell’Almería su rigore, trasformato da Melero, e i ripetuti tentativi di raddoppio di Lopy. Bastano tre minuti dall’inizio della ripresa per il guizzo decisivo: Paunović richiama in campo il suo capitano, Lazaro Vinicius lo stende al limite dell’area, punizione conquistata. Pochi secondi di silenzio carico di tensione, poi il sinistro che batte il portiere dal suo lato: la traiettoria – bassa ma velocissima, quindi velenosa – si stampa sul palo difeso da Fernando Martínez, ma è imprendibile. 1-1, la sofferenza finisce. Lo stadio Carlos Tartiere esplode: «È il gol del popolo», ha detto Cazorla a fine gara, visibilmente emozionato per com’era andata la serata.
La punizione di Cazorla
È per gare così che il Mago di Llanera è tornato a casa sua. Non per soldi — avrebbe persino voluto giocare gratis quando è tornato nelle Asturie — ma per amore incondizionato, per il legame viscerale che sente di avere la sua terra. Per completare il cerchio, restituire un sogno alla squadra della sua infanzia e a una città che da 24 anni aspetta di tornare in Primera División. Il suo ritorno non è nostalgia, ma una missione. E ora è a due partite dal traguardo tanto atteso e sognato.
Los Carbayones si giocheranno di nuovo la promozione, cercando di cancellare la delusione dello scorso anno – sogno sfumato in finale contro l’Espanyol – contro una tra Racing Santander e Mirandés. Ma questa volta, oltre alla consapevolezza maturata, saranno guidati dalla forza d’animo e dall’orgoglio del loro capitano, che ha già frantumato un record diventando il giocatore più anziano di sempre a segnare in una gara di playoff di Segunda División. Cazorla ha confessato: «Da bambino sognavo di vivere un giorno così» Ma forse il sogno più grande — quello della promozione — deve ancora diventare realtà. Intanto resta questa notte da raccontare: una punizione poetica, un uomo che ha sconfitto il tempo e la logica, che già in passato ha superato momenti difficilissimi – come quando ha letteralmente perso due anni di carriera a causa di un infortunio – e si è ripreso il suo popolo. Di storie così romantiche, dettate non dal business ma dal cuore, ce ne sono poche. Quella di Santi Cazorla è una delle più belle.