Talento ed eccentricità di Nick Woltemade, l’attaccante della Germania che sta dominando l’Europeo Under 21

L'altissimo centravanti dello Stoccarda è l'attrazione della Nazionale che giocherà i quarti di finale contro l'Italia.

Il personaggio è indubbiamente interessante. Alto per non dire altissimo, quasi due metri, biondo, due spalle enormi. Lo potresti tranquillamente trovare su una panchina dell’Höenpark con un Adelphi in tasca. Pantaloni cargo, Birkenstock, bicicletta legata con il lucchetto alla ruota davanti. Insomma, uno che per abitare a Milano sceglierebbe NoLo e a Roma il Pigneto, non “perché fa figo” ma perché in una vita più lenta ci crede davvero. Niente stereotipi da “comunisti col relax” o chill guy, ma la voglia di passare le giornate rilassandosi e divertendosi giocando a pallone. Se poi diventa una professione, tanto meglio.

Nick Woltemade di mestiere fa l’attaccante dello Stoccarda. È figlio di una Germania decentrata ed è un po’ decentrato rispetto al mondo. Brema, la città da cui arriva, un tempo era la città degli artisti prima lo divenisse Berlino. Geograficamente e culturalmente, è quasi più vicina alla Danimarca che alla capitale tedesca. Una realtà molto liberal poco conosciuta al resto dell’Europa. Temperature che raramente vanno sopra i 20-25 gradi, tanto verde e il grande fiume Weser dal corso un po’ indolente. Lì ci si adegua alle ore di luce. Si mangia presto e ci si alza altrettanto. Come in tutti gl ambienti che guardano a Nord, la mentalità è decisamente aperta. Ecco, Nick, non proprio il classico nome tedesco, è nato in questo contesto. Con una mamma, per metà di origine svedese, che ne ha sempre curato nel dettaglio alimentazione e ritmi di sonno, insegnandogli che basta poco per essere contenti, anche solo un letto con un comodino per appoggiare un libro, come nella sua prima casa appena giunto a Stoccarda.

Comincia a giocare a calcio perché gli piace, senza l’ambizione di diventare qualcuno. Nel frattempo cresce in altezza e migliora nel tocco di palla, e allora gli osservatori del Werder si accorgono di lui, prelevandolo dal TS Woltmershausen Jugend, la squadra di quartiere. Da adolescente si fa tutta la trafila nelle giovanili biancoverdi, raggiungendo la nazionale Under 16 e festeggiando il suo esordio in Bundesliga nel febbraio 2020, quando ha 17 anni e 352 giorni, il più giovane mai visto al Weser Stadion che indossasse la maglia con lo stemma a W. E d’altra parte, come rinunciare a un giocatore così fisico eppure in grado di fare anche il regista offensivo? Impossibile. Peccato che però non segni quasi mai, dettaglio non da poco per una punta. E allora il Werder lo spedisce da Horst Steffen a Elversberg, pensando che una cittadina da poco più di diecimila abitanti gli faccia bene. Idea azzeccata: in questo piccolo centro vicino al confine con l’Alsazi,a Woltemade esplode, contribuendo alla promozione in 2. Bundesliga  con dieci gol e nove assist.

Ora finalmente è pronto per tornare a Brema, non più per portare i materiali per l’allenamento, come si vede in una famosa foto, ma per essere schierato da titolare. Detto, fatto. L’impatto è discreto, quantomeno in termini di prestazioni. Parte un po’ con a rilento, ma col passare dei mesi si prende prima il posto nei 13-14 giocatori di rotazione e da metà febbraio in poi quello da titolare. L’etichetta che gli appiccicano addosso, però, è sempre lo stesso: «Bravo, lavora tantissimo con i compagni e quando gli dai la palla la metti in banca. Ma i gol?». La voce reti segnate in effetti piange un po’. Solo due, a salvezza raggiunta, alla terzultima nel 2-2 contro il Borussia Mönchengladbach. Il primo gol in Bundesliga lo fa a maggio 2024, un po’ troppo perché il Werder possa puntare forte su di lui.

La storia di Woltemade assomiglia a quella dei famosi musicanti: per un momento ha pensato di trovare la serenità a Brema, ma in realtà la sua dimensione stava vicino ai boschi. Precisamente quelli di Svevia intorno a Stoccarda. Più o meno dove il giovane Nick passava le estati, dove sua zia aveva una casa. Da lì, con suo padre e suo nonno, Woltemade partiva per andare allo stadio. Tutti e tre sono appassionati al bianco e al rosso dello Stoccarda. Un sentimento travolgente soprattutto per Nick. Non può essere altrimenti se nasci il 14 febbraio, il giorno di San Valentino.

Pensa a tutto questo, Woltemade, quando arriva proprio allo Stoccarda. È l’estate del 2024 e Nick ha finalmente la sensazione di essere finito nel posto giusto: «Giocare per il VfB è sempre stato un mio sogno» racconta al sito ufficiale della società. L’euforia però si disperde bruscamente: l’allenatore Sebastian Hoeneß proprio non lo vede, lo considera un po’ macchinoso, non lo inserisce neanche nella lista per la Champions League. Per diversi mesi, Woltemade vive completamente focalizzato sul suo obiettivo: riemergere e conquistare centralità nella squadra del suo cuore. Ha pochi mobili in casa e passa la giornata tra allenamenti e libri. Ha bisogno di un episodio per svoltare. L’occasione giusta gli capita a metà dicembre in un match casalingo contro l’Union Berlin. I compagni sono sotto 0-2 alla fine del primo tempo. Lui entra e in otto minuti, dal 51esimo al 59esimo, raddrizza la partita da solo, avviando una rimonta completata da Karazor al 69’. Ecco la svolta. Da lì non esce praticamente più, chiudendo la stagione con 17 gol e 12 assist e soprattutto con la medaglia della Coppa di Germania nella bacheca del salotto.

Le migliori giocate staagionali di Nick Woltemade

Hoeneß fa di Woltemade il centro del suo sistema offensivo, e Woltemade lo ripaga aumentando il rendimento di coloro che gli girano intorno. Colpiscono i quasi 3.4 xAssist a partita e soprattutto i 37 passaggi chiave. di cui 31 nell’ultimo terzo di campo. Tradotto: quando riceve non scarica appoggiandosi a memoria quasi a testa bassa, ma ha la forza e la personalità per controllare il possesso e adattarsi a quello che gli concede la difesa. C’è una perfetta espressione americana che riassume bene il suo gioco: read and react, ovvero leggere i movimenti avversari e reagire di conseguenza. Un dato dimostra perfettamente questa tendenza: i 141 passaggi progressivi (i passaggi di almeno dieci metri in avanti verso la porta avversaria), segnale di piede raffinato e ottima visione di gioco. Il magico finale di stagione con lo Stoccarda sembra ora essersi prolungato anche con l’Under 21 tedesca, con cui ha iniziato alla grande l’Europeo.

I quattro gol nelle prime due partite contro Slovenia e Repuublica Ceca lo hanno proiettato in testa alla classifica marcatori, nonostante la panchina nell’ultima contro l’Inghilterra. Il CEO dello Stoccarda Wehrle lo ha già blindato. «Inizieremo la prossima stagione con Nick. Punto» ha confessato quando i giornalisti gli hanno fatto presente l’interessamento di diverse squadre in Europa, tra cui la Roma. Il suo contratto scade nel 2028, ma sono già in corso i primi approcci per il rinnovo. In questo momento, però, Nick si sta concentrando sul torneo in Slovenia. Contro l’Italia vuole provare a confermare una tradizione positiva: quando i tedeschi hanno sconfitto gli Azzurrini agli Europei Under 21, nel 2009 e nel 2017, alla fine hanno vinto il titolo. «Se il destino vuole rimanere così, può rimanere così» ha scherzato Woltemade. Un’augurio scaramantico ammantato da una certa aria di disinteresse.

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