L’invasione di campo al triplice fischio della finale playoff contro il Mirandés, migliaia di tifosi con la maglia numero 8 di Santi Cazorla che si abbracciano sul terreno di gioco, lo stesso Cazorla che – a quarant’anni, e dopo essere stato decisivo per ampi tratti della stagione – prende in mano un microfono e lancia i cori della grande festa a cui sta assistendo. Insomma, si può dire: il Real Oviedo ha vissuto una serata magica. E non poteva essere altrimenti, visto che è arrivato il ritorno in Liga a 21 anni dall’ultimo campionato disputato nella massima divisione spagnola. La squadra asturiana ha battuto il Mirandés per 3-1 nel ritorno dell’ultimo atto del campionato di Segunda División, vale a dire la finale dei playoff promozione, e così ha ribaltato lo 0-1 dell’andata. E non solo quello: il successo contro la squadra di Alessio Lisci ha cancellato anche la tremenda delusione di un anno fa, quando l’Oviedo perse la finale playoff contro l’Espanyol dopo aver vinto la gara d’andata.
Proprio in occasione della finale dello scorso anno, Fernando Alonso aveva rilasciato un’intervista all’agenzia EFE. Un’intervista in cui aveva raccontato il suo particolare rapporto con il calcio e con le sue due squadre del cuore, il Real Madrid e il Real Oviedo: «Il Madrid mi dà sempre gioia, e poi c’è l’Oviedo. È un club che seguo da tifoso, guardo tutte le partite alla tv ma non vado allo stadio. Perché? Semplice: quando si tratta dell’Oviedo sono un po’ superstizioso, l’ultima volta che ho visto una gara dal vivo poi sono retrocessi in Segunda División. E così ho deciso che non andrò allo stadio finché non torneremo in Liga».
Adesso Alonso non ha più questo peso sullo stomaco. E inoltre, come se non bastasse, è anche certo di non portare sfortuna. Lo dimostra il fatto che fosse in tribuna a seguire la finale col Mirandés: prima della gara si è fatto scattare una foto inequivocabile sul terreno di gioco dello stadio Carlos Tartiere, ovviamente subito ricondivisa dal Real su tutti i suoi profili social. Poi, durante la gara, le telecamere lo hanno pizzicato spesso a soffrire sugli spalti. Infine è stato inquadrato anche durante la festa, mentre utilizzava il suo smartphone per registrare ciò che stava accadendo davanti ai suoi occhi.
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Di fatto, per il pilota spagnolo quello era un momento di grande redenzione, non solo una festa che Oviedo aspettava da un quarto di secolo. E in fondo, a pensarci bene, non è così grave che Alonso, nativo proprio di Oviedo, in realtà fosse tornato a casa sua anche per inaugurare il circuito di kart indoor che ha aperto alle porte della città. L’importante, per i tifosi del Real, è che la loro squadra sia tornata in Liga. E che ce l’abbia fatta nonostante la presenza di un tifoso autodefinitosi come un amuleto al contrario.