Allora, iniziamo col dire che le avvisaglie c’erano tutte. Anzi, non c’erano solo delle avvisaglie: la conclamata crisi economica del Lione, frutto di una gestione sciagurata che si protrae da anni, aveva già portato il DNCG (acronimo di Direction Nationale du Contrôle de Gestion, ovvero l’organizzazione responsabile del monitoraggio e della supervisione dei conti delle squadre di calcio professionistiche francesi) a sancire le retrocessione d’ufficio al termine della stagione 2025/26. Ora è arrivata “solo” la conferma ufficiale di quel provvedimento, perché nel frattempo la proprietà dell’Olympique – che fa capo a Eagles Football Holdings Limited, conglomerata di proprietà di John Textor – non ha fornito adeguate garanzie sul miglioramento dei conti. E quindi, come detto, la DNCG ha deciso di andare avanti, cioè di confermare la retrocessione d’ufficio il Ligue 2.
Negli ultimi giorni, mentre si avvicinava il momento del verdetto definitivo, Textor era stato piuttosto ottimista, confermando con frasi piuttosto nette – «Non c’è alcuna possibilità che il Lione retroceda» – quanto da novembre a oggi. E invece, dopo un colloquio alla DNCG – Textor è stato interrogato insieme a Michael Gerlinger, direttore sportivo del club – è arrivata la conferma della sanzione già annunciata. Che è stata accolta con queste parole dal club: «L’OL riconosce l’incomprensibile decisione presa questa sera dalla DNCG e conferma che presenterà immediatamente ricorso». Ecco, questo è un punto importante: il Lione potrebbe ancora scongiurare la retrocessione, anzi ha diverse opportunità per far valere la sua posizione. Come spiega L’Équipe in questo articolo, la società di John Textor può fare appello alla stessa DNCG, presentando nuove documentazioni sul miglioramento della sua situazione finanziaria, e poi in seguito potrebbe anche rivolgersi al Comitato Olimpico Nazionale Francese (CNOSF) – che però non è un terzo grado di giurisdizione, quindi servirebbe solo per verificare il rispetto delle procedure e l’equità del giudizio.
In ogni caso, però, il danno – quantomeno quello d’immagine – è stato già fatto. Ed è potenzialmente enorme. Certo, come detto l’OL potrebbe ancora scongiurare la caduta in Ligue 2, la prima dopo 36 anni consecutivi nella massima divisione, ma intanto tutti i movimenti fatti da Textor quest’estate – la cessione di Cherki al Manchester City per 42 milioni di euro, la vendita delle quote del Crystal Palace – non sono serviti a ribaltare il giudizio emesso a novembre. Una condizione che getta un’ombra molto lunga e molto scura sulla sua esperienza in Francia, un’esperienza già ricca di momenti complicati e di incomprensioni con il pubblico e le istituzioni. Come dire: la retrocessione, per quanto debba essere considerata sub-judice, è solo l’ultimo capitolo di un romanzo scritto davvero male.