Dopo aver fatto fallire il Bordeaux, Gerard López ha fatto fallire anche il Boavista

Dopo la retrocessione, il secondo club di Porto non è riuscito a iscriversi al campionato del prossimo anno. E non si sa da quale categoria potrà ripartire.
di Redazione Undici

Il Boavista, l’ultimo club capace di interrompere l’egemonia di Porto, Sporting Lisbona e Benfica nel campionato portoghese, non sa ancora in quale categoria giocherà la prossima stagione: dopo la retrocessione dalla Primeira Liga, è infatti arrivata la mancata iscrizione alla Liga Portugal 2. Secondo quanto raccolto dal quotidiano locale Jornal de Notícias, a confermarlo sarebbero stati Fary Faye, il presidente e Carmelo Fraile, l’amministratore delegato della società.  «Mancavano i certificati della Sicurezza Sociale e dell’Agenzia delle Entrate», ha detto Fraile al JN. «Il primo momento in cui avremmo potuto risolvere la situazione è stato ad aprile, con il mancato trasferimento di Bozeník, del valore di circa 2,5 milioni di euro, sfumato per questioni legali. Quella somma sarebbe stata fondamentale per l’iscrizione. Il secondo momento decisivo è arrivato quando un bonifico di 2,5 milioni di euro, inviato da Gérard López, l’azionista di maggioranza, non è arrivato in tempo sul conto. Senza quei fondi, non siamo riusciti a iscriverci alla Liga 2».

Al di là di questo racconto e dei tecnicismi finanziari, la realtà è che il Boavista al momento non sa quale sarà il suo futuro: il presidente Faye dice che «non sa da dove ricominceremo: questa situazione ci ha colti di sorpresa, non ce l’aspettavamo. Fino a oggi ero in riunione per reclutare giocatori per la stagione in Liga 2: avevamo quattro nuovi acquisti, due dei quali sarebbero stati presentati la prossima settimana». E il vero problema non è neanche questo: sempre stando a quanto dice Faye, il Boavista potrebbe non avere i requisiti per iscriversi neppure alla Liga 3, la terza divisione della piramide calcistica portoghese.

Interrogato sulla questione, Faye ha detto di non aver ancora parlato con Gérard López, l’attuale azionista di maggioranza del Boavista: «Sono distrutto, mi scuso», ha aggiunto il presidente, tra l’altro ex giocatore del club di Porto. «Non pensavo che potesse capitarci una cosa del genere. Abbiamo fatto tutto il possibile per iscrivere il Boavista, abbiamo lavorato per ottenere i documenti, ma i soldi non sono arrivati in tempo. Abbiamo dato tutto, ho fatto tutto, perché amo e rispetto il Boavista».

Ma come si è arrivati a una situazione del genere? Semplice: la situazione economica del Boavista è precaria ormai da anni, ogni stagione era un tentativo di galleggiare tra sospensioni di stipendi, tagli di bollette di luce e gas nelle strutture e ritardi nelle quote d’affitto. Quest’anno anche sul campo la situazione è diventata disastrosa, la retrocessione è sembrata inevitabile fin dalle prime giornate. A gennaio, neanche l’arrivo di giocatori esperti come Marco van Ginkel (sì, quello del Milan), Layvin Kurzawa e Tomas Vaclik ha migliorato il trend.

A questo punto, è inevitabile, la figura centrale è quella a dir poco controversa di Gerard López. Lo stesso Gerard López che, di fatto, è stato protagonista negativo del fallimento del Bordeaux, l’azionista che ha condannato il club francese al fallimento e alla ripartenza dalla quarta serie. López ha acquistato la maggioranza del Boavista, il 66%, nel 2021. Dal primo agosto scorso, però, la società bianconera non può più incassare i soldi delle operazioni sul mercato in uscita_ il tribunale portoghese ha autorizzato la società che ha costruito e ampliato lo stadio Bessa-XXI, inaugurato nel 2003, a sequestrare direttamente i soldi che il Boavista non riesce a restituirle. E andrà in questo modo fino a che il Boavista non riuscirà a ripagare il debito di sette milioni di euro che ha con i costruttori.

In una condizione così complicata, c’era stato anche il caso dell’ex presidente Murta, accusato di molestie e discriminazione da un’impiegata del club: «Continuare a gettare fumo negli occhi a tutti, ignorando le responsabilità della precedente amministrazione, non funzionerà per sempre» aveva confessato Murta al quotidiano sportivo A Boola. In panchina la stagione era iniziata con un tecnico italiano, Cristian Bacci, ex assistente di Cioffi all’Udinese, costretto a inserire tantissimi ragazzi delle giovanili perché i calciatori senior, quelli sotto contratto per la prima squadra, non erano abbastanza. Il tecnico è stato poi sostituito ad aprile dallo scozzese Stuart Baxter, una vita da allenatore tra Svezia e Giappone. I risultati, però, non sono migliorati, anzi. E adesso è arrivata la notizia del fallimento, lo scacco matto per il club che porta la scacchiera sulla maglia.

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