In vista del Mondiale 2026, e per combattere il caldo, il sindacato dei calciatori sta esortando la FIFA ad allungare l’intervallo delle partite

Non è l'unico cambiamento richiesto: anche i cooling break potrebbero essere rivisti.
di Redazione Undici
01 Luglio 2025

Caldo, temporali, fulmini e raffiche di vento sono stati protagonisti al Mondiale per club tanto quanto i campioni delle big europee, Messi o le sorprese Fluminense e Al-Hilal. Tra partite sospese – anche per ore – e temperature altissime, il torneo in corso negli Stati Uniti ha offerto uno spot abbastanza esaustivo della prossima Coppa del Mondo 2026, ospitata sempre dagli USA – insieme a Canada e Messico. Nell’ottica di proteggere le condizioni atletiche e di salute dei giocatori dal caldo, la FIFPro, il sindacato internazionale dei calciatori, sta perciò esortando la FIFA a modificare i regolamenti per i prossimi Mondiali 2026 e 2030 (in Spagna, Portogallo e Marocco). Le richieste includono una intervallo prolungato da 15 a 20 minuti, due cooling break invece di uno e lo spostamento delle partite pomeridiane in serata, qualora fosse necessario.

Secondo FIFPro, nove delle 16 città ospitanti nel 2026 presentano un rischio «elevatissimo» di insolazioni e colpi di calore. «Quindici minuti di pausa non bastano per reidratarsi in queste condizioni», ha spiegato al Guardian Vincent Gouttebarge, responsabile medico di FIFPro. «Servono almeno 20 minuti. E nel 2030, con il Mondiale in Spagna e Portogallo, la situazione potrebbe essere persino peggiore». Alexander Bielefeld, direttore delle politiche globali del sindacato, ha sottolineato come la FIFA debba «evitare orari pomeridiani nelle città a rischio, come in Florida. Quanto visto nel Mondiale per Club deve essere un campanello d’allarme. La salute dei giocatori viene prima degli interessi commerciali, anche delle TV».

Una posizione netta che però prevede un passaggio obbligato con International FA Board (IFAB), l’ente internazionale che si occupa del regolamento del calcio – soprattutto per quanto concerne l’allungamento dell’intervallo. Nel 2014, tuttavia, in occasione dei mondiali brasiliani, erano state introdotte dei cooling break straordinari. Un precedente quindi c’è, basterebbe quindi (ri)mettere in moto la macchina. «Le pause durano solo tre minuti, ma non sappiamo se sono sufficienti», ha ricordato Gouttebarge. «Un intervallo più corposo potrebbe aiutare a ridurre la temperatura corporea. Studi di laboratorio lo confermano, e ad agosto testeremo questa strategia con la Federazione portoghese».

Riguardo alla situazione climatica, non sono mancate le lamentele. Giocatori e allenatori hanno protestato per il caldo insopportabile negli Stati Uniti, dove alcune partite si sono svolte in condizioni pericolose. Alex Phillips, segretario generale di Fifpro, ha riconosciuto che la Fifa ha mostrato maggior flessibilità durante il torneo, introducendo più bottiglie d’acqua a bordo campo e asciugamani refrigerati. «Sarebbe stato meglio agire prima», ha ammesso Phillips. «Ora servono protocolli chiari per tutti i tornei in zone calde, come già avviene in MLS (dove si evitano le partite a mezzogiorno in Florida) e in Australia, dove le gare si rinviano se il termometro sale troppo». Phillips ha avvertito che il caldo estremo potrebbe cambiare per sempre il calendario del gioco: «Ormai si gioca 12 mesi l’anno, in estate o in inverno, dovremo abituarci a tornei internazionali in stagioni insolite». Insomma, una questione che va ben oltre i mondiali del prossimo anno. Ma su cui, almeno per una volta, Fifa, giocatori, allenatori e organizzazione sembrano tutti d’accordo.

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