Al Liverpool, Florian Wirtz dovrà rompere una maledizione: quella degli attaccanti tedeschi all’estero, soprattutto in Premier League

L'ex talento del Leverkusen dovrà cercare di fare meglio di Havertz, Werner e tanti altri talenti offensivi che non sono riusciti a imporsi all'estero.
di Redazione Undici
02 Luglio 2025

Come quella volta di cinque anni fa, Florian Wirtz ha preso la strada più complicata. Nel gennaio 2020 aveva percorso i 15 km sulla A1 che dividono Colonia da Leverkusen, rompendo il patto di non belligeranza tra i settori giovanili dei club della Renania Settentrionale-Vestfalia. Il Bayer aveva un’occasione troppo grossa, non poteva lasciarsi sfuggire quello che a Otto-Bayer-Strasse, la sede delle giovanili rossonere, sembrava poter diventare un talento generazionale. E che poi è diventato, nell’ordine: il più giovane esordiente nella storia della società, a 17 anni e 15 giorni, e il più giovane marcatore nella storia della Bundesliga. Oggi, qualche anno e tante grandi giocate dopo, Wirtz è diventato uno che sposta. Gli equilibri, ma soprattutto i milioni di euro,. Tanti milioni di euro: 137, per la precisione, sono quelli versati dal Liverpool nelle casse del Bayer Leverkusen. Ecco la seconda scelta forte di Florian. Non tanto trasferirsi ai Reds, campioni d’Inghilterra e uno dei top club del mondo, quanto rinunciare al Bayern Monaco e lasciare la Germania.

Da quelle parti, in Germania, i talenti tendono a crescerli e tenerseli in casa. Quando un ragazzo di grande qualità, soprattutto se tedesco, diventa un protagonista in Bundesliga, il Bayern gli mette gli occhi addosso e quasi sempre se lo prende. È capitato con Neuer, Goretzka, Hummels, Kroos, Kimmich, Gotze e Mario Gómez, giusto per citare qualche esempio più o meno recente. La tecnica dei bavaresi è sempre la stessa: sedurre il giocatore, mostrargli la forza e la solidità del club, assicurargli dei trofei, quantomeno in patria, fargli sentire il senso di famiglia, di quel “Mia San Mia”, “Noi siamo noi”, simbolo di identità e radici da portare avanti nel contesto di un brand globale. Risultato? O il calciatore va in scadenza, o rompe con la società o in qualche modo si promette ai bavaresi. Che non hanno problemi di soldi, ma in ogni caso si autoimpongono un tetto sopra cui non andare. Il Bayern sperava di replicare lo schema anche per Wirtz, solo che Wirtz ha deciso di cambiare Paese. Forse anche per rispettare la squadra che lo ha cresciuto e permetterle di incassare ,dalla sua cessione, la cifra più alta possibile.

In Inghilterra, Wirtz dovrà affrontare una grossa sfida. È dai tempi di Ballack che un talento offensivo tedesco non riesce a imporsi davvero in Premier League. Certo, ci sono stati dei momenti di Ozil davvero meravigliosi, ma nonostante i 33 gol e 57 assist in 184 partite di campionato con l’Arsenal, il suo rendimento è sempre rimasto un po’ incostante, di fatto l’ex fantasista del Real Madrid non ha mai dato la sensazione di poter essere un top player capace di cambiare i destini di un club. Gli altri, da Podolski a Schurrle, da Havertz a Werner a Gnabry, sono andati decisamente peggio. C’è da ammettere che gli infortuni, gravi e ripetuti come nei casi di Podolski, Schurrle e Havertz, non hanno aiutato. Questione di ambientamento, di fisicità e velocità del gioco, di gestione dei ritmi.

Nel 2020, Kai Havertz era il miglior talento giovane in Germania e attirava l’interesse di tutti i grandi club europei. Il Monaco fece di tutto per convincerlo a trasferirsi a Monaco, ma non hai mai presentato un’offerta ufficiale al Leverkusen – che per altro aveva già il sostituto in casa, Wirtz. Anche il Real Madrid aveva delle riserve a causa delle difficoltà finanziarie post-pandemia, così il Chelsea – che stava investendo dopo un mercato bloccato per aver violato le norme di trasferimento sui calciatori minorenni – ha fatto uno scatto in avanti e concluso l’affare per 71 milioni di sterline, 91,3 milioni di euro ai tassi attuali. Il caso di Wirtz sembra un copia e incolla. Il Manchester City era interessato, ma il 22enne si è innamorato del Liverpool. Quando il Bayern, che lo seguiva da anni, ha capito di non poter arrivare a lui, si è tirato indietro. Anche il Real Madrid non ha insistito, visto che il nuovo allenatore Xabi Alonso, che aveva allenato Wirtz al Leverkusen, sapeva bene che il suo ex giocatore aveva in mente Anfield Road.

Nelle ultime sessioni di mercato i Reds erano non avevano investito tantissimo, quantomeno per gli standard della Premier League. C’era quindi un tesoretto, si fa per dire, da mettere su Wirtz. E così il nuovo gioiello del calcio tedesco si è trasferito in Inghilterra, facendo segnare l’operazione più costosa della storia della Bundesliga: esattamente come quando Havertz passò al Chelsea, Wirtz al Liverpool è un affare da record per un giocatore di movimento. Se gli obiettivi bonus dell’accordo da 116 milioni di sterline verranno raggiunti, Wirtz diventerà la cessione più costosa della storia della campionato e il giocatore più pagato di sempre da un club della Premier League.

Eppure, come detto l’esperienza di Havertz al Chelsea è stata piuttosto complicata. Certo, l’attaccante tedesco ha realizzato il gol decisivo nella finale di Champions League 2021 contro il Manchester City, ma poi non è riuscito a dare seguito alle grandi aspettative che c’erano intorno a lui. Anche perché, a pensarci bene, è pure rimasto incagliato nella crisi politica e d’identità del Chelsea, esattamente come successo a Timo Werner. Wirtz arriva ad Anfield in un contesto completamente differente: da una parte c’è l’entusiasmo per la vittoria del titolo, dall’altra c’è un ambiente ansioso di tornare grande in Europa, anche a costo di bruciare le tappe.

E quindi Wirtz deve anche ribaltare un vero e proprio sortilegio: Sané al Manchester City e Max Meyer – un tempo considerato uno dei talenti più brillanti mai espressi dalla della Germania – al Crystal Palace nel 2018 sono altri due esempi di talenti offensivi tedeschi che hanno deluso in Premier League. Meyer, oggi, gioca addirittura a Cipro, con l’APOEL. In realtà il trend riguarda anche gli altri campionati: a parte l’eterno Miro Klose alla Lazio, nessun altro attaccante (prime punte, esterni, trequartisti) tedesco degli ultimi trent’anni ha fatto bene nei grandi tornei che non siano la Bundes. Meglio allora guardare a chi ha lasciato un segno: in una stagione al Tottenham, Jürgen Klinsmann ha segnato 21 gol in 41 match, non male per uno che consideravano finito in Italia; poi ci sarebbero Ilkay Gündogan e Toni Kroos, colonne dei cicli vincenti di Manchester City e Real Madrid, ma parliamo essenzialmente di due centrocampisti. E allora, per trovare grandi attaccanti tedeschi che si sono imposti all’estero, bisogna andare molto molto indietro: al tempo di Karl-Heinz Rummenigge, passato per l’Italia a metà anni Ottanta, oppure a quello di Bernd Schuster, 13 stagioni tra Barça, Real e Atlético Madrid sempre nello stesso periodo. Si potrebbero citare anche Karl-Heinz Riedle e Oliver Bierhoff, entrambi passati per l’Italia, mentre Gundogan, Kroos e Mattheus sono essenzialmente dei centrocampisti. In ogni caso, la storia recente è molto chiara: Wirtz ha il compito di cambiarla.

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