L’arma segreta del Chelsea sono i corner battuti corti

Il merito è del set pieces coach, Carlos Cueva, arrivato l'estate scorsa dal Brentford e molto creativo nel suo lavoro.
di Redazione Undici 05 Luglio 2025 alle 13:56

Per tutta la stagione dicevi calci piazzati, pensavi a una squadra sola, l’Arsenal. Grazie al lavoro dello specialista Nicolas Jover, set pieces coach, Gabriel Magalhães è diventato una macchina da gol e i Gunners si sono inventati ogni singola diavoleria sulle situazioni da corner o punizione indiretta. Il Mondiale per Club, però, sta mostrando che c’è un’altra squadra che, nella prossima Premier, potrebbe contendere all’Arsenal il titolo – platonico, naturalmente – di regina palloni inattivi in generale. Si tratta del Chelsea, che per queste situazioni di gioco, sta studiando delle situazioni interessanti.

Prendiamo la partita dei quarti di finali contro il Palmeiras:  i gol vittoria di Malo Gusto è nato da una soluzione preparata in allenamento. Intendiamoci, la conclusione del laterale francese, non certo irresistibile, si è trasformata in letale solo per la deviazione di Giay Agustin che ha ingannato il portiere Weverton, a sua volta tutt’altro che perfetto nell’intervento. La rete all’apparenza può essere categorizzata come “situazionale”, come direbbero a Coverciano, un po’ casuale, frutto di fortuna e improvvisazione. La sorte conta, certo, tutto quello che c’è stato prima è tutt’altro che fortuito. Il tiro di Gusto, infatti, nasce da uno schema: Pedro Neto batte un corner corto che ha servito il compagno, posizionato sulla linea di fondo. Gusto la scarica su Cole Palmer, l’inglese cerca Enzo Fernández sul limite dell’area e Fernandez imbuca per Gusto. Da lì, conclusione, deviazione e 2-1 Chelsea. C’è un dato che dimostra quanto queste soluzioni siano ricorrenti, nel gioco di Maresca: su 36 corner finota battuti dl Mondiale per Club, 23 sono stati battuti corti. Quasi il triplo rispetto alla squadra della seconda in questa speciale classifica,, il Fluminense (che si ferma a quta otto).

Ormai Maresca vuole un giocatore vicino al battitore (sulla linea di fondo) e un altro più avanzato, all’altezza del limite dell’area. Insieme i tre formano un triangolo per far ripartire l’azione. Se gli avversari non marcano a uomo, il Chelsea trova facilmente una via per costruire. Se invece portano fuori tre difensori per pressare, si libera spazio in area. La difesa è messa sotto scacco, costretta a scegliere come muoversi.  Lo schema è stato utilizzato su entrambi i lati del campo, come dimostrano gli esempi dalle partite contro Los Angeles FC, Esperance Tunis e Benfica. Ed è esattamente ciò che è successo per il gol di Gusto contro il Palmeiras. Le telecamere l’hanno quasi perso, ma si vede il triangolo formarsi nel momento in cui Gusto passa a Palmer.

Nella scorsa stagione, guardando alle gare di Premier League, il Chelsea è stato tra le squadre con più corner corti: nel 29% dei casi, gli angoli dei Blues non sono stati scodellati a centro area. Negli Stati Uniti,, invece, la percentuale è salita al 64%. «Da quando è iniziata questa competizione, stiamo provando una nuova struttura sui corner, cerchiamo sempre di migliorare», ha raccontato a The Athletic Bernardo Cueva, il capo-allenatore dei calci piazzati del Chelsea. «In Premier League, se vogliamo essere più pericolosi, dobbiamo evolvere. Adesso abbiamo una nuova idea: spesso giochiamo corto, ma abbiamo anche altre opzioni».  I numeri della scorsa stagione dimostrano che c’era margine di miglioramento nei calci piazzati: il Chelsea ha segnato tre gol ogni 100 corner, la 12ª peggior media della Premier (sotto la media di 3,5).


Pura creatività tattica

Anche se l’esecuzione deve essere perfetta. Cole Palmer, in questo senso, ha voluto sottolineare quanto Cueva abbia impattato sul lavoro suo e dei compagni, dopo il suo arrivo dal Brentford la scorsa estate. «Abbiamo un coach dedicato che ci sta dando idee diverse», ha detto dopo la partita contro il Palmeiras. «Finora sta funzionando». Che il Chelsea abbia segnato su calcio piazzato farà piacere a Maresca, e naturalmente allo stesso Cueva. Che sarà famoso come Jover, ma sta decisamente facendo un bel lavoro, creativo e innovativo.

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