A vederli ancora così, con quelle giocate da campetto portate a livelli di velocità da road runner, ci si chiederebbe dove vogliono arrivare. La risposta può essere più semplice del previsto: lì dove nessuno ci ha mai neanche provato. Se ce ne fosse ancora bisogno, nella gara contro il Real Madrid, il PSG ha dimostrato una volta di più non solo di essere la squadra più forte del mondo, ma anche di poter centrare un obiettivo mai neanche immaginato: i sette titoli in un anno solare. Per capire la portata dell’impresa, basti pensare che non esiste neanche una parola per descriverla. Tecnicamente ci potremmo inventare seventuple, septuplete o solo eptuplete, ma in ogni caso suonerebbe male. Perché mettere insieme Ligue 1, Coppa di Francia, Champions (già in bacheca) e Mondiale per Club, Supercoppa di Francia, Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale pare roba da alieni. Ma la squadra di Luis Enrique è pienamente in corsa.
Dembelé, Barcola, Doué, Fabian Ruiz e Kvara, sì, sempre quelli che erano passati sopra l’Inter in finale di Champions, hanno spazzato via il nuovo Real Madrid di Xabi Alonso. Una squadra che, rispetto a qualche mese fa, ha un Alexander-Arnold in più e tante buone idee del suo allenatore. Ma che però al Metlife Stadium del New Jersey è stata letteralmente spazzata via. Merito dei parigini, che come contro l’Inter – o nella ventina di partite giocate in Ligue 1 da gennaio in avanti – a Monaco, in pochi minuti hanno mostrato una superiorità imbarazzante, soprattutto nel pressing alto, al punto da costringere Raúl Asencio e Rüdiger – gente che a questi livelli ci sa stare – a errori grossolani. Come da due mesi a questa parte, la squadra di Luis Enrique si è qualificata alla finale del Mondiale per Club facendo rumore. Domenica, alle 21 ore italiane, si troverà di fronte il Chelsea di Maresca.
Nello stile dei francesi ci sono diversi aspetti che colpiscono. Prima di tutto quella sensazione per cui basta girare una manovella, e la partita cambia completamente. Era qualcosa che non si osservava dai tempi del Real Madrid di Zidane, quello delle tre Champions consecutive. Solo che i Blancos allora switchavano con la tecnica dei campioni, dei singoli, Ronaldo, Modric e Benzema su tutti, invece il PSG lo fa con la forza del collettivo, con un gioco di flusso apparentemente inarrestabile. E poi ci sono quelle classiche vibrazioni da valanga. Come quando sta per venire giù una parte di montagna, e allora la terra comincia leggermente a muoversi, il Psg regala dei piccoli segnali della violenza con cui si abbatte sull’avversario. Ieri, così come in occasione dela finale di Champions League, si sono avvertite vibtazioni molto simili: quelle micro riaggressioni altissime delle tre punte, di Fabián Ruiz e di Vitinha, così localizzate ma così veloci, hanno isolato Bellingham, disinnescando completamente il Madrid.
Se in Francia non c’è storia da più di dieci anni ormai, no, per l’Europa e per il Mondo è tutta un’altra questione. Il Paris è entrato nel circolo dei vincenti senza chiedere permesso, spalancando la porta e mettendo in imbarazzo tutte le nobili che fino all’anno scorso lo guardavano con distacco. Un’affermazione resa ancora più legittima dal cammino fatto negli ultimi mesi: in Champions, la squadra di Luis Enrique è prima assicurata il passaggio ai playoff battendo il Manchester City, per poi eliminare Liverpool, Arsenal e Inter; sei gare giocate, sei partite, 13 gol fatti e quattro subito. Nel Mondiale per Club, invece, Marquinhos e compagni hanno sconfitto l’Atlético Madrid nel girone, poi hanno fatto fuori Bayern Monaco e Real Madrid nella fase a eliminazione diretta: dieci gol fatti e zero subiti in tre partite.
Questo evidente divario potrebbe diventare ancora più ampio. Grazie ai soldi, cioè ai premi che sono entrati e stanno entrando nelle casse. Come calcolato da L’Équipe, infatti, il PSG ha incassato quasi 91,2 milioni di euro dall’inizio del Mondiale per Club. Il montepremi assegnato ai club è suddiviso in due categorie: partecipazione e rendimento. Solo per essersi presentato negli Stati Uniti, la società ha riscosso una somma da circa 26,7 milioni di euro. Una cifra a cui poi vanno aggiunti i premi partita: grazie alle due vittorie contro l’Atletico e i Seattle Sounders, il PSG ha messo in banca 3,4 milioni di euro. La qualificazione agli ottavi di finale, dopo il primo posto nel proprio girone, gli ha fruttato 6,4 milioni, mentre quella ai quarti altri 11,2. E poi, altri 17,9 dopo la vittoria contro il Bayern Monaco e ancora 25,6 grazie alla vittoria contro il Madrid. La vittoria del trofeo, infine, frutterebbe ancora di più: 33,9 milioni. Già la liquidità non mancava prima, figuriamoci ora. Ricchi, spettacolari e vincenti, c’è qualcosa di meglio? Sì, forse entrare nella storia facendo un seventuple, un septuplete, un eptuplete o come si dice.