C’è un’immagine che più di altre testimonia il valore della partita tra Italia e Norvegia, quarti di finale dell’Europeo femminile: a fine partita, il ct Soncin è in ginocchio, davanti alla sua panchina, in un momento di solitudine che esalta il collettivo. La telecamera gli passa di fianco velocemente, quasi ad accorgersi di questo momento di intimità senza però disturbarlo. L’allenatore dell’Italia è sfatto ma felice. Normalissimo, se dopo 28 anni hai riportato la Nazionale azzurra tra le migliori quattro d’Europa. Allora, nel 1997, c’erano però solo otto squadre, ora sono il doppio. È il segno di un movimento che si è saputo ricostruire in appena due anni dopo il disastro tecnico e relazionale del Mondiale, in cui sembrava che nulla funzionasse, sia a livello di campo che di rapporti interni.
La Federazione è ripartita da un nuovo commissario tecnico. Ha scelto un ex attaccante di provincia, Andrea Soncin, iconico forse soprattutto per quel soprannome – “Il Cobra” – perché magari in campo non lo vedevi per tutta la partita, ma poi piazzava un colpo mortifero. La sua Italia, invece, si vede eccome. L’aspetto più interessante della sua Nazionale è che non esce mai dal match. Anche contro la Spagna, una squadra di marziane con due Palloni d’Oro nell’undici titolare, le Azzurre hanno sempre dato l’impressione di giocarsela. Contro la Norvegia, ieri sera, c’erano tutti i presupposti della serata sfortunata, della partita in cui è inevitabile perdere fiducia. Dopo un primo tempo interpretato alla grande, specialmente all’inizio, l’Italia non era riuscita ad andare in vantaggio. Nonostante fosse andata a pressare alto, avesse recuperato diversi palloni nell’ultimo terzo di campo, sfruttando poi gli spazi centrali concessi dalla difesa avversaria, non sempre ben allineata. La percussione e il tiro finito di poco a lato di Caruso, il sinistro di Severini respinto da Fiskerstrand dopo un ottimo triangolo con Girelli, il destro troppo strozzato di Lucia Di Guglielmo parevano spoiler di quella che i giornalisti di una volta avrebbero definito una gara stregata.
E invece le azzurre hanno cominciato il secondo tempo esattamente come avevano finito il primo. E a quel punto è arrivato il gol: dopo cinque minuti, Sofia Cantore – che sta facendo un Europeo straordinario – si è ritrovata libera sulla destra e ha messo in mezzo un tiro cross molto tagliato, deviato in porta da Cristiana Girelli. Giusto fermarsi un momento sull’attaccante della Juventus. Al di là delle tre reti in quattro partite in quest’Europeo, dei 19 segnati in Serie A nell’ultima stagione, la sensazione è che questa ragazza di 35 anni sia molto più di un leader tecnico, ma una sorta di leggenda ancora in attività. La cercano tutti, in campo e fuori, è il vero punto di riferimento, molto più di una semplice capitana. Intorno a lei, Soncin ha ha costruito un gruppo unito e capace, come detto, di non uscire mai dal gioco. Che ha un’enorme forza emotiva.
Gli highlights di Italia-Norvegia 2-1
Ecco, la forza di crederci. È questa la skill principale dell’Italia femminile a Euro 2025. Si è manifestata chiaramente proprio contro la Norvegia, dopo che Ada Hegerberg – un volto simbolo del calcio femminile – aveva sbagliato un rigore e poi aveva comunque trovato il pareggio. Qualsiasi squadra si sarebbe disunita, avrebbe potuto avere un calo se non addirittura un crollo. Inoltre era importante evitare i supplementari, l’Italia ci sarebbe arrivata stanca e il trend emotivo della partita si era già spostato verso le norvegesi. Che però, a ben vedere, dopo il pareggio non avevano creato tantissime occasioni, ma erano comunque rimaste in costante proiezione offensiva, costringendo l’Italia a schiacciarsi e abbassare il baricentro di squadra.
Al 90esimo, lo stesso minuto in cui le azzurre avevano subito l’1-1 dal Portogallo, ecco la svolta del match. Ancora loro due, ancora Cantore e Girelli a trovarsi col radar, anche in zone di campo opposte: Sofia, defilata sulla sinistra, pesca Cristiana sul secondo palo. Alla capitana basta solo toccarla di testa per metterla sul secondo palo e correre verso la bandierina, sotto i suoi tifosi. «Non ho realizzato subito che fosse il 90esiomo, quando me ne sono accorta che ce l’avevamo fatta, abbiamo realizzato qualcosa di storico», ha raccontato Girelli nel post partita. Neanche il tempo di realizzare cosa sia successo che viene travolta dalle compagne in un’esultanza che sa tanto di Notti Magiche. Quelle che ci stanno facendo vivere le ragazze in maglia azzurra, completamente rinate nel giro di due anni.