L’Arabia Saudita ha “acquistato” anche Magnus Carlsen, lo scacchista più famoso del mondo

Il campione norvegese è l'ambasciatore dell'Esports World Cup, gigantesca manifestazione organizzata a Riyadh.
di Redazione Undici
23 Luglio 2025

Non solo calcio, tennis e golf, ora l’Arabia Saudita vuole prendersi tutto lo sport mondiale. Compresi gli scacchi. Il Paese ha infatti organizzato l’Esports World Cup a Riyadh, un torneo dal montepremi faraonico, ben 250mila dollari per appena tre giorni di competizione. E il testimonial della manifestazione è Mangnus Carlsen, lo scacchista più bravo e famoso del mondo. Per chi non lo conoscesse, stiamo parlando di un giocatore che a febbraio ha ribadito il suo dominio incontrastato nel mondo degli scacchi online battendo due volte consecutive il suo storico rivale Hikaru Nakamura, confermandosi campione del Chessable Masters. Proprio quel torneo ha dato il via alla nuova stagione del Champions Tour, circuito inaugurato nel 2020 e da allora regolarmente dominato da Carlsen,

L’Esports World Cup, però, non è solo scacchi: è un evento globale dedicato al gaming competitivo che, con oltre 2.000 partecipanti, 25 discipline e un montepremi record di 70 milioni di dollari, deve essere considerato come il più grande e ambizioso mai organizzato. Cominciato l’8 luglio e destinato a concludersi a fine agosto, è solo alla sua seconda edizione, ma mira già a ridefinire il panorama mondiale degli esport. Gli scacchi faranno il loro debutto assoluto in questa edizione del torneo. Proprio per intercettare una nuova ondata di popolarità, l’Arabia Saudita ha scelto Carlsen come ambasciatore globale dell’evento. Insieme a Cristiano Ronaldo, il campione sarà volto e simbolo della manifestazione, nel tentativo di attrarre nuovi fan e dare ulteriore visibilità a ciò che succederà nel Regno. La mossa/strategia promozionale è partita già dal primo giorno della competizione, quando Carlsen ha lanciato un’ironica sfida al fuoriclasse portoghese in conferenza stampa, fissando di fatto una partita.

Il legame tra Carlsen e l’Arabia Saudita ha sorpreso alcuni esperti, considerando che, in passato, lo scacchista norvegese non ha avuto un rapporto continuo con Riadh. Proprio nella capitale, nel 2017, Carlsen ha vinto i Mondiali di scacchi rapidi e blitz – competizione boicottata da diverse giocatrici per le politiche discriminatorie verso le donne – e la sua unica critica pubblica aveva riguardato la mancata concessione dei visti a giocatori israeliani. Il campione aveva auspicato che in futuro tutto potessero partecipare. Come ricorda il Guardian, Carlsen non è mai stato molto propenso a esporsi su questioni politiche o diritti umani: nel 2019, in occasione della Giornata ONU contro il razzismo, aveva promosso la campagna #MoveForEquality, in cui i pezzi neri muovevano per primi, sfidando una convenzione storica degli scacchi. Ma, al di là di iniziative simboliche, il fuoriclasse norvegese ha mantenuto un profilo sempre molto neutrale. La sua collaborazione con il torneo saudita conferma tuttavia la crescente influenza di Riyadh nello sport globale. E soprattutto la difficoltà, anche per i grandi campioni, a resistere ai tanti soldi che arrivano da quelle parti.

Sebbene formalmente Carlsen abbia firmato con l’Esports World Cup, va detto ce l’intera manifestazione è finanziata dal solito fondo governativo Public Investment Fund (PIF), controllato dal principe ereditario Mohammed bin Salman – grande appassionato di videogiochi, secondo alcune fonti vicine alla famiglia reale. È lo stesso fondo PIF è lo stesso ente che ha orchestrato l’acquisizione del Newcastle United, il rilancio saudita della boxe, la candidatura per organizzare il Mondiale di calcio del 2034 e altre operazioni nell’ambito del cosiddetto “sportwashing” saudita, tra cui la “bolla” di calciomercato della Saudi Pro League. In effetti era difficile pensare che non sarebbe arrivato anche agli scacchi.

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