Il 26 novembre 2024, l’Arsenal affronta lo Sporting nella nuovissima fase campionato della Champions League. La partita, oltre a regalare una prova di forza da parte della squadra allenata da Mikel Arteta (il risultato finale è un rotondo 1-5), fa discutere anche per l’esultanza quanto mai beffarda di Gabriel Magalhães. Il difensore brasiliano classe ’97, dopo il terzo gol della partita realizzato a pochi secondi dallo scadere del primo tempo, decide di canzonare l’ormai celebre esultanza di Viktor Gyokeres simulando la maschera di Batman, in risposta a quella di Bane (tra i più spietati e astuti avversari dell’Uomo Pipistrello) dell’attaccante svedese. All’epoca, era difficile anche solo immaginare che i due, pochi mesi dopo, si sarebbero ritrovati a condividere lo stesso spogliatoio. Sì perché Viktor Gyokeres, al termine di un’autentica battaglia legale portata avanti contro la dirigenza dello Sporting e in particolare il presidente del club Federico Varandas (colpevole, secondo Gyokeres, di non aver rispettato gli accordi presi con Hugo Viana, all’epoca direttore sportivo) è diventato il nuovo centravanti dei Gunners, per una cifra vicina ai 70 milioni di euro, comprensiva di parte fissa e bonus variabili.
Nel corso di un’estenuante trattativa durata settimane, e che in più di un’occasione è sembrata vicina al collasso, Gyokeres ha fatto di tutto per facilitare il suo trasferimento nel nord di Londra. E stavolta non è un modo di dire: Il centravanti svedese non si è presentato al raduno dello Sporting, ha rinunciato a due milioni di ingaggio, ha ignorato sistematicamente qualsiasi offerta alternativa (più o meno appetibile), ha fatto mandare messaggi privati al “nemico” Varandas per chiedere di essere lasciato libero in direzione Londra. Il tutto a dispetto della narrazione per cui il calciatore moderno sia ormai una semplice pedina di scambio, una “vittima” di agenti e mediatori. Gyokeres, insieme al suo procuratore, ha espresso una volontà davvero di ferro. Una volontà senza la quale non si sarebbe mai arrivati a una conclusione positiva dell’affare. A più riprese, durante i suoi racconti di mercato, lo stesso Fabrizio Romano ha sottolineato che raramente c’è stato un calciatore così determinato e determinante in sede di trattativa, soprattutto guardando a operazioni di questo calibro.
E pensare che, a dispetto delle frasi di circostanza che arriveranno nelle prossime ore, per mesi è sembrato che Benjamin Sesko fosse il prescelto di Mikel Arteta per l’attacco dell’Arsenal. Per quanto ancora grezzo e discontinuo, l’attaccante sloveno sembrava rispondere perfettamente a tutte le richieste dal tecnico basco, alla ricerca del perno d’attacco per i Gunners dei prossimi anni. Cercato con insistenza anche nella scorsa estate, a bloccare la trattativa è stata la richiesta altissima da parte del Lipsia (oltre 90 milioni di euro). Il club tedesco sembra preferire cedere Xavi Simons, e infatti per lui si parla con insistenza di un interesse concreto da parte di Chelsea e Bayern Monaco, rispetto al promettente attaccante sloveno. La scelta di puntare su Gyokeres, sponda Arsenal, è stata tutta del nuovo direttore sportivo Andrea Berta, arrivato al posto di Edu Gaspar – passato alla struttura sportiva di Evangelos Marinakis, proprietario di Olympiakos e Nottingham Forest.
In un sistema in cui, dall’arrivo di Arteta, si è sempre cercato di anteporre, a giocatori blasonati, nomi funzionali al collettivo, Gyokeres è un cortocircuito concettuale, quasi una rottura rispetto alla filosofia recente del club. Una scossa, termine quanto mai calzante vista l’esuberanza fisica del giocatore in questione, in un ambiente che più che mai ha bisogno di tornare ad alzare trofei prestigiosi, anche a costo di rinnegare determinati principi tecnico-tattici. Le reazioni di compagni e “colleghi”, in questo senso, sono piuttosto significative.
Sarà curioso vedere come Gyokeres riuscirà a inserirsi nella versione moderna del juego de posición, tanto caro a Guardiola, che da sempre contraddistingue l’approccio di Arteta. Nel corso di una recente intervista rilasciata a France Football, l’attaccante svedese ha dichiarato che uno dei segreti del suo successo è «Giocare come facevo da bambino, senza concentrarsi troppo sui dettagli ma pensando solo a divertirsi». L’impressione che si ha nel vederlo all’opera in area di rigore, infatti, è quella di un calciatore che molto spesso non elabora un pensiero, non ne avrebbe il tempo, ma si limita all’atto pratico. Ovvero, a fare gol. L’esperienza in Inghilterra maturata con la maglia del Coventry City (21 gol nell’ultima stagione giocata in Championship) e il suo strapotere fisico, paragonabile solo a quello di Erling Haaland e a pochissimi altri eletti, giocano chiaramente a suo favore. Il mancato esordio in Premier League – autentica ossessione dell’attaccante, più volte ribadita in diverse interviste – è una macchia destinata a scomparire. Nel celebre film Il cavaliere oscuro – Il ritorno, Selina Kyle (interpretata da Anne Hathaway, grande tifosa dell’Arsenal) annuncia, in maniera quanto mai criptica, l’arrivo di Bane a Bruce Wayne, limitandosi a un misterioso: «Sta arrivando una tempesta». E se quel monito valesse anche per tutte le difese della Premier League?