Nello sport professionistico americano è ormai abitudine, in Europa, soprattutto nel calcio, un’usanza sempre più diffusa. Le statistiche avanzate in fase di rinnovo di contratto non sono più una novità assoluta. Negli Stati Uniti, soprattutto nella NBA, dove vengono prese molto in considerazione, non è mai stato un problema per gli agenti presentarsi agli appuntamenti per le negoziazioni dei prolungamenti dei loro assistiti con il filone di analitycs, ma il muro ora è stato sfondato anche in Europa. Nonostante un mercato dello sport regolato in maniera differente, l’analisi a 360 gradi del proprio operato dimostra da parte dell’atleta cura, precisione e anche una buona dose di tutela. Come a dire, contano i fatti e non le parole. Uno dei primi a servirsi delle statistiche avanzate per parlare del suo stipendio con il Manchester City era stato Kevin De Bruyne che da anni non ha un agente ma tratta personalmente con i club.
Come analizzato da ESPN, poi, il giovane talento dell’Arsenal, Myles Lewis-Skelly, ha rinnovato il contratto con i Gunners dopo una super stagione. Il laterale sinistro di difesa, appena 18enne, ha collezionato oltre 2.000 minuti con la prima squadra, impressionando in Premier League e in Champions League, dove ha brillato contro il Real Madrid nei quarti di finale, fino a diventare il più giovane esordiente a segno con la Nazionale inglese. Dietro al nuovo accordo firmato a inizio luglio, però, non c’è solo il suo talento. Lewis-Skelly ha scelto di affidarsi a Analytics FC, un’azienda specializzata nell’elaborazione di dati statistici al servizio dei calciatori e dei loro agenti per affrontare al meglio le trattative contrattuali. Non è l’unico: oltre a De Bruyne, ci sono passati anche un altro gunner, Ben White e Alex Greenwood, difensore del Manchester City femminile e della nazionale inglese.
Il processo parte da una richiesta dell’agente o del legale del calciatore, come ha spiegato al portale americano Alex Stewart, CEO di Analytics FC. «Ci contattano in vista di un rinnovo, di un trasferimento o di una valutazione generale sul futuro del giocatore. Da lì comincia la nostra analisi». Il risultato è un dossier di 40-80 pagine con statistiche avanzate, proiezioni, benchmarking salariali e simulazioni su misura. L’obiettivo? Offrire strumenti concreti per valorizzare il giocatore davanti al club e sostenere richieste economiche con basi oggettive. Nel caso di Lewis-Skelly, il report ha incluso un aggiornamento dello studio sul “loyalty penalty”, già utilizzato nel 2021 con Mason Mount per evidenziare come i giocatori cresciuti nel vivaio spesso ricevano offerte inferiori rispetto a colleghi arrivati da altri club, perché si ritiene siano già fidelizzati e quindi si possano “accontentare” di un ingaggio più basso.
Nel corso degli anni, Analytics FC ha supportato numerosi giocatori in trattative chiave. Il primo è stato Kevin De Bruyne nel 2021: nonostante fosse già considerato uno dei migliori al mondo, il centrocampista belga ha utilizzato i dati per ottenere un aumento del 30% dello stipendio e legare il suo rinnovo all’ambizione di vincere la Champions League, obiettivo raggiunto nel 2023. Con Ben White la società si era concentrata su versatilità tattica, condizione atletica e valore sul lungo periodo. Simulazioni al computer hanno mostrato l’impatto che avrebbe avuto in club come Bayern Monaco o Manchester City. Il risultato? Rinnovo a lungo termine con il club del nord di Londra.
Una volta appannaggio esclusivo dei club, oggi l’analisi dati è sempre più uno strumento anche per agenti e calciatori. «È come affrontare un duello con armi pari» ha rivelato Alex Levack, agente di Ben White. Anche se il servizio di Analytics FC ha un costo elevato – «non alla portata di tutti», ammette il CFO di Pro Eleven, Vítor Gonçalves – la percezione è che si tratti di un investimento. La concorrenza si fa sempre più serrata: servizi come SkillCorner, SciSports o Scoutastic stanno affiancando Analytics FC nel colmare il gap tra club e agenti. Anche i dirigenti confermano il cambiamento in atto. «Gli agenti stanno diventando molto bravi nell’usare i dati» ha raccontato Mladen Sormaz, direttore sportivo del Barnsley. «Le agenzie migliori stanno ormai replicando le strutture interne dei club, dai dati alla medicina sportiva».
La strada per una normalizzazione dell’uso di dati nelle trattative è tracciata, anche se non uniforme. In Serie A, ad esempio, la pratica è ancora rara. Ma i casi di successo, come quello di De Bruyne o Greenwood, potrebbero fare da traino. «I calciatori vedono i risultati ottenuti dai loro compagni e vogliono fare lo stesso», conclude Stewart. Il calcio è sempre più una scienza. Per questo presentarsi con il pilone di fogli o le tabelle Excel, anche dalle nostre parti, tra qualche tempo non sarà così strano.