Quanto costa una restrizione illecita alla libera circolazione dei calciatori professionisti all’interno dell’Unione europea? Da oggi esiste una risposta precisa: 65 milioni di euro lordi (circa 35 netti, se il tribunale accoglierà la richiesta): è quanto Lassana Diarra, dopo oltre un decennio di peripezie giudiziarie, pretende dalla FIFA e dalla Federcalcio belga – coinvolta nel mancato trasferimento dell’ex centrocampista al Charleroi nel 2016, all’origine dell’alterco (leggi qui tutte le tappe). Una cifra pesante, rivendicata con il pieno sostegno della FIFPRO, il sindacato mondiale dei calciatori. Che d’ora in poi, è la sensazione successiva al verdetto della Corte di giustizia europea lo scorso ottobre, si cimenterà in una lunga e sistematica operazione di assistenza legale e amministrativa ai suoi affiliati. Diarra ha mostrato la via, ed è soltanto il primo di una lunga serie.
A rivelare l’iniziativa è stato lui stesso nel corso di lunedì. Come riporta Reuters, dopo la sentenza comunitaria Diarra aveva scelto di aspettare alcuni mesi sperando di venire contattato dalla FIFA e dalla Royal Belgian FA nell’ottica di una risoluzione amichevole. Questo però non è accaduto. “Sono stato costretto ad affrontare questa battaglia sin dall’agosto 2014”, ha dichiarato dunque Diarra in un comunicato congiunto insieme alla FIFPRO e al sindacato francese dei calciatori professionisti. “Faccio tutto questo per me. Ma anche per quei giocatori meno noti e tutelati che non dispongono dei mezzi finanziari e psicologici necessari per affrontare la FIFA prima di rivolgersi ai giudici”.
Per ora la Federazione di Infantino si è affidata al no comment, ma dovrà armarsi di avvocati a tutte le latitudini del calcio. Il risarcimento chiesto da Diarra fornirà infatti anche un punto di riferimento numerico per tutti quei colleghi che hanno vissuto o stanno vivendo analoghe situazioni contrattuali: già questo mese era stata annunciata una vera e propria class action intrapresa da oltre 100mila calciatori professionisti – stimata in “diversi miliardi di euro complessivi” da quella stessa società di consulenza finanziaria (Compass Lexecon) che ha calcolato la quota per Diarra. E che presto la FIFA dovrà erogare come indennizzo. La prossima fase della diatriba giudiziaria si preannuncia così focalizzata sul quanto e non più sul se: non c’è dubbio che la FIFA farà tutto il possibile per contenere il contraccolpo economico di questa vicenda, ma è altrettanto chiaro ormai che dovrà pagare. Il conto lo presenta Lassana.