Era difficile che Jasmine Paolini potesse ripetere il rendimento della stagione 2024. Per certi versi, almeno fino ai primi mesi di quest’anno, ne era consapevole anche lei. Per il trend del tennis femminile, sempre più fisico e dominato da atlete alte e slanciate, quei 163 cm tutti muscoli e spalle fanno di Jasmine una sorta di unicorno da difendere. Vincere una partita contro chi ha un braccio più lungo, che può quindi disporre di un diritto e di un servizio più potente, per Paolini significa spesso dominare tecnicamente, con continue variazioni e soluzioni per non permettere all’avversaria di liberare la potenza del colpo. Significa, però, anche spendere una quantità di energie mentali non indifferenti, rompersi la testa alla ricerca di scambi più fantasiosi possibili. Naturale, quindi, che pensare di raggiungere due finali Slam come nel 2024 – Parigi e Wimbledon – diventava complicato. Eppure il rendimento e il gioco di Paolini nella seconda metà della stagione, dagli Internazionali d’Italia in poi, ha regalato e sta regalando delle buone vibrazioni. La conquista della seconda finale di un Master 1000 nel 2025, a Cincinnati, le ha confermate.
Sul cemento dell’Ohio, Paolini l’anno scorso si era fermata agli ottavi. Nel corso del torneo 2025, però, la tennista toscana ha mostrato tutto quel mix di qualità che l’hanno portata a essere costantemente nelle prime dieci del mondo – e infatti da lunedì sarà ottava testa di serie agli US Open. Nella semifinale contro la russa Kudermetova, una che solo un paio di anni fa era top 10 e adesso è scesa al 36esimo posto del ranking WTA, Paolini ha controllato il flusso dell’incontro fino al 6-3, 5-2 nel secondo set, cioè fino a quando ha tenuto una percentuale mostruosa – addirittura il 91% – alla prima di servizio. Sceso questo dato, è salita la fiducia di Kudermetova, che ha rischiato di più e soprattutto ha cominciato a picchiare duro e profondo, pure al corpo di Paolini.
La giocatrice russa è stata brava a trascinare la partita al tie-break e a scalfire le certezze di Paolini. Che, nervosa, ha perso un secondo set che sembrava giò vinto. La pausa negli spogliatoi è servita a Jasmine, che ha completamente resettato la pessima conclusione del secondo parziale, riabituandosi alla partita a poco a poco. Ha approcciato il terzo set in modo guardingo, pensando prima di tutto a rispondere al meglio e a portare lo scambio dalla sua parte, senza però forzare granché. Quando poi ha ritrovato una certa fiducia, espressa anche attraverso tre o quattro urli dei suoi, ha iniziato a far correre Kudermetova in giro per il campo, aprendosi lo spazio per un dritto sempre più profondo. Così è arrivato il break sul 2-2, che ha costretto la sua avversaria a cercare soluzioni più azzardate, soprattutto al servizio. Una decisione che non ha pagato e che l’ha portata ad accumulare doppi falli. Facile dunque, per Paolini, concludere sul 6-3, lasciandosi definitivamente alle spalle quel “braccino” che l’aveva colpita qualche minuto prima, quando si trattava di chiudere il secondo set.
Gl highlights della semifinale
«È stata dura», ha spiegato Paolini, che ora in finale sfiderà Swiatek. «Nel secondo set ero avanti 5-3 e fino a quel momento era andata tutto bene. Alla fine mi sono un po’ innervosita e non ho giocato bene il tie-break. Nel terzo set, invece, sono tornata in campo e ho giocato al mio meglio. La chiave è stata dimenticare quanto successo prima». In merito alla finale, la giocatrice italiana ha detto che «sarà molto dura contro Swiatek. È una tennista straordinaria, si difende in maniera pazzesca e serve molto bene. Cercherò di dare il mio meglio, siamo in finale. Speriamo che sia una bella partita». Lo sarà sicuramente per l’Italia che in una sera vedrà una doppia finale tutta azzurra nei due singolari, maschile e femminile a Cincinnanti. In campo ci saranno Jannik Sinner e Jasmine Paolini, il meglio del tennis azzurro e mondiale. E se l’altoatesino da sempre è considerato un predestinato, per Paolini le cose sono andate diversamente: è diventata grande, poi è esplosa, sembrava essersi un po’ persa e invece ha ricominciato a giocare alla grande. Non era scontato.