Nel maggio del 2024, quando Red Bull ha deciso di investire nel ciclismo acquistando il 51 per cento della Bora-Hansgrohe, gli occhi del direttore generale del team Ralph Denk si erano posati già da tempo su Remco Evenepoel. Il fuoriclasse belga, già vincitore di due titoli mondiali, si stava preparando per le Olimpiadi di Parigi – dove sarebbe diventato il primo ciclista maschio nella storia ad aggiudicarsi l’oro nella prova a cronometro e in quella in linea nella stessa edizione dei Giochi – e in quel momento sembrava fosse impossibile strapparlo alla Soudal Quick-Step: il team ciclistico più importante del Belgio lo aveva reso professionista nel 2019, dopo due anni in cui Remco aveva dominato la categoria Juniores vincendo praticamente ogni gara a cui aveva partecipato. Un anno dopo le cose sono cambiate. Al punto che il trasferimento milionario di Evenepoel dalla Quick-Step alla Red Bull-Bora è da considerarsi il cambiamento più importante nella storia del ciclismo, guardando ovviamente il mercato tra team.
Ma andiamo con ordine e partiamo dall’inizio, vale a dire dall’arrivo di Evenepoel alla Quick-Step nel 2019. Dopo aver giocato come terzino sinistro nelle giovanili di Anderlecht e PSV Eindhoven, e dopo aver vestito la maglia della nazionale Under 15 del Belgio, il piccolo Remco si ritira dal calcio e sceglie la strada del ciclismo, già calcata dal padre all’inizio degli anni Novanta. Qui domina indisturbato la categoria Juniores per due anni, vince tantissimo e si impone come uno dei migliori talenti contemporanei. Nel 2019 la Quick-Step lo mette sotto contratto e inizia a costruire una squadra che possa supportare il suo talento. Nata nel 2003 su iniziativa dell’ex ciclista Patrick Lefevere, la Soudal Quick-Step è sin dai suoi esordi un team costruito per le gare classiche, ovvero le dodici corse storiche che si corrono in Europa occidentale e che affondano le loro radici alla fine dell’Ottocento. Parliamo di gare di una giornata in cui le doti di potenza dei corridori sono fondamentali, e che si differenziano dalle corse a tappe (come il Tour de France o la Vuelta a España) per tipologia di struttura richiesta ai team per essere competitivi.
L’arrivo di Remco Evenepoel ha quindi polarizzato l’attenzione del team intorno alle sue caratteristiche, e ha portato vittorie importantissime: nel 2019, 2022 e 2023 arrivano tre trionfi nella classica di San Sebastian, nel 2022 e nel 2023 è la volta della Liegi-Bastogne-Liegi, ovviamente ci sono i due campionati del mondo in linea (2022 in Australia) e a cronometro (2023 in Scozia) e tanti altri successi minori che non elenchiamo per ragioni di spazio. Siamo al 2024, quando Evenepoel tocca il suo apice più alto: come detto vince due ori olimpici e poi a Zurigo, poche settimane dopo, si conferma campione del mondo a cronometro.
In mezzo a tutti questi successi, incastonata come un diamante, c’è la Vuelta del 2022. In ogni carriera sportiva c’è un turning point che cambia l’universo nel quale un atleta si muove, un momento in cui vengono bypassati quei limiti fisici e tecnici che sembravano insormontabili. Ecco, per Evenepoel questo turning point arriva proprio in Spagna, tre anni fa: il suo team è costruito per le classiche, eppure il ciclista belga vince la Vuelta a España, per altro 17 mesi dopo il terribile infortunio al bacino subito durante una gara in Lombardia, ed entra nel ristretto circolo di corridori capaci di vincere sia le classiche che le gare a tappe.
Se già con la carriera che la Soudal aveva disegnato per lui l’interesse di grandi team internazionali era alto, la vittoria della Vuelta cambia e amplia ulteriormente le prospettive di Evenepoel. Che, da quel momento in poi, si ritrova al centro di una saga di mercato conclusasi solamente 15 giorni fa. Ci prova per prima la Bora-Hansgrohe priva dei soldi della Red Bull, poi arrivano le voci della fusione della Quick-Step con la Jumbo Visma e sul tanto chiacchierato trasferimento al fianco di Vingegaard e Roglic. Infine, ecco gli approcci della Red Bull, che cominciano nell’estate degli ori olimpici. E che hanno portato alla rottura progressiva con la Quick-Step, dovuta all’aspetto economico e al supporto del tea. nelle corse a tappe – inesistente secondo Evenepoel.
Il punto, molto semplicemente, è che il mantra di Red Bull – quando arriva in qualsiasi sport – è quello per cui la vittoria passa dallo sviluppo del talento. E dagli investimenti: e così la multinazionale austriaca paga la rescissione del contratto e il nuovo stipendio di Evenepoel, ma soprattutto allestirà – a partire dalla prossima stagione – le strutture adatte per supportare le sue enormi ambizioni. Il problema è che, davanti a Evenepoel, in questo momento ci sono Pogacar e Vingegaard, ovvero due fenomeni generazionali che stanno cannibalizzando ogni corsa a tappe. É qui che Red Bull interviene, è qui che il trasferimento di Remco intende cambiare il mondo del ciclismo una volta per tutte: la squadra austriaca non ha solamente budget imparagonabili, ma anche ambizioni al massimo livello. Ecco, l’arrivo di Evenepoel servirà a fare in modo che Red Bull possa dominare anche il mondo del ciclismo. Al di là delle vittorie, l’intenzione del brand austriaco è quella di rendere Evenepoel un’icona globale di questo sport, e di farlo attraverso tutto ciò che fa parte del mondo Red Bull: sponsorizzazioni, eventi, documentari. E, soprattutto, vittorie. Sarà divertente capire se questo trasferimento riuscirà a rompere anche il duopolio che sta caratterizzando il ciclismo degli ultimi anni, cioè a rendere Evenepoel un competitor costante per le corse a tappe.