In barba a ogni sollevamento popolare. Poche settimane fa il Villarreal era piombato al centro di un putiferio social-mediatico soltanto per aver valutato l’acquisto a parametro zero di Thomas Partey, ex centrocampista dell’Arsenal a processo per stupro e violenza sessuale. Levate di scudi, tifosi inferociti, perfino una petizione che in breve tempo raccoglie un migliaio di firme per scongiurare “il giorno più vergognoso della storia del club”. Com’è finita? Che senza battere ciglio, nel giro di poche ore il Villarreal annuncia l’arrivo di Partey. Ma l’estate è ancora lunga. C’è tempo per altri colpi a sorpresa. E sul gong della finestra di mercato, ecco sbarcare a Castellón anche Manor Solomon. Attaccante israeliano che la scorsa stagione aveva trascinato il Leeds alla promozione in Premier League. E fuori dal campo, non ha mai smesso di rivendicare il “diritto di Israele a difendersi” occupando Gaza.
Come ha reagito la fanbase del submarino amarillo? Malissimo, naturalmente. Online è subito scoppiata una nuova ondata di indignazione, invocando il boicottaggio di Solomon – tra fischi, striscioni e qualunque altra forma di dissenso possibile – e ribadendo che “non sarà mai il benvenuto” all’Estadio de la Ceramica. Il 26enne Solomon, dal canto suo, ha sempre sostenuto la sanguinaria linea di Netanyahu nella Striscia. E nemmeno col precipitare della crisi umanitaria, l’ala della Nazionale israeliana – 44 presenze e 7 gol – ha esternato posizioni differenti. Al collega Shon Weissman, ex Salernitana, era andata molto peggio: mentre questa stessa estate s’apprestava a firmare con il Fortuna Düsseldorf, i tifosi tedeschi hanno rispolverato alcune sue sconcertanti dichiarazioni – “Gaza dev’essere cancellata dalla mappa” – e in quell’occasione il club coinvolto era tornato sui propri passi, annullando il trasferimento.
A carico di Solomon non risulta nulla di così esplicito, se non una generale difesa delle politiche del governo Netanyahu. Quest’estate era stato acquistato dal Tottenham – da sempre nutrito da una folta comunità ebraica, con un supporter club anche in Israele – ma poi gli Spurs hanno valutato di girarlo immediatamente in prestito per un’annata di transizione. E così, non solo il Villarreal ha colto al volo l’opportunità – il potenziale tecnico del giocatore non si discute –, ma all’interno del comunicato che annuncia l’ingaggio di Solomon ha omesso qualsiasi riferimento alle sue vicende extracalcistiche. Cosa che invece si era premurato di fare all’ufficializzazione di Partey, sottolineando che “il club è al corrente della sua situazione legale e del fatto che il calciatore rifiuta tutte le accuse a suo carico. Nel pieno rispetto della presunzione d’innocenza aspettiamo l’esito del processo: il Villarreal vuole ribadire la sua dura condanna contro gli atti di violenza in ogni sua forma, inclusa quella di genere, discriminatoria e razziale”.
Partey comparirà in tribunale a Londra il prossimo 15 settembre, proprio alla vigilia del match di Champions League fra Tottenham e Villarreal che con ogni probabilità sarà autorizzato a giocare. Per una curiosa coincidenza, quel match coinciderà anche con il debutto di Solomon al Tottenham Hotspur Stadium. Magari non come si sarebbe aspettato lui, firmando per gli Spurs. Ma è probabile che lì, da avversario, sarà comunque meno fischiato che dal pubblico di casa in Spagna. Fatti alla mano, al Villarreal non interessa.