Sono diversi anni, ormai, che il calcio francese si ritrova immerso in una profondissima crisi economica. Le motivazioni sono molteplici, le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: diversi club, anche piuttosto celebri come il Bordeaux, sono stati costretti a portare i libri in tribunale e, nel migliore dei casi, a ripartire dalle serie inferiori. Per fronteggiare questa situazione, i club si sono organizzati avviando quella che, di fatto, è una nuova era: quella dell’azionariato popolare. Come spiega il Guardian in questo reportage, in alcune realtà i gruppi di tifosi si sono riuniti in in gruppi di socios (abbreviazione di sociétaires) per acquistare azioni dei loro club. Considerando che, storicamente, il calcio francese ha una struttura simile a quella italiana, vale a dire che le società hanno una natura e quindi una proprietà essenzialmente privata, una conversione di questo tipo rappresenta una rivoluzione.
Sì, ma quanti e quali sono i club coinvolti in questo cambiamento? Come numero siamo a quota dieci, come nomi importanti troviamo quello del Sochaux, del Guingamp, del Bastia e del Rouen. Finora, il gruppo più nutrito è quello composto dai tifosi del Guingamp: 18mila persone hanno rilevato delle quote e quindi, di fatto, sono proprietarie della società. Il trend ha portato alla fondazione, nel 2023, del Fédération des Socios de France, una sorta di consorzio di tutti i club che hanno già aderito e pensano di aderire a questa nuova era. A parte quelle già menzionate, altre società interessate a questo tipo di progetto sono il Nimes, il Nancy, l’Ajaccio, il Metz, lo stesso Bordeaux e soprattutto il Saint-Etienne, che ha già avviato una sottoscrizione all’interno della sua fanbase.
Andando più nello specifico, il caso del Sochaux è quello più emblematico: fondato nel 1928 dalla Peugeot e poi ceduto nel 2015 a un altro gruppo, era stato retrocesso in terza divisione dall’autorità giudiziaria ed era a un passo dal fallimento. Un piccolo gruppo di imprenditori locali ha salvato il salvabile e poi ha avviato la sottoscrizione con i fitosi/soci, che naturalmente hanno assunto il nome di “Sociochaux”. Grazie alle quote versate da 11mila persone, sono stati iniettati nel bilancio gli 800mila euro necessari per evitare la sparizione della squadra. Mathilde, una sociochaux di 45 anni, è stata intervistata dal quotidiano Libération e ha spiegato il senso di questa operazione: «Stiamo costruendo qualcosa insieme a persone che la pensano in maniera diversa su tante cose, anche quando vanno a votare. Avere una passione in comune è una cosa rara». Difficile darle torto.