Ci sono nomi e cognomi che inevitabilmente rievocano un oscuro passato. Lo sa bene la nostra Serie A, con la giovane promessa Romano Floriani Mussolini – figlio dell’ex parlamentare Alessandra e pronipote del dittatore fascista – che proprio per evitare controversie ha scelto il nome di battesimo sulla maglia della Cremonese. In Liga invece sta facendo scalpore il caso del 18enne Franco Mastantuono. A prima vista non così immediato: il suo è un nome comune in svariati paesi, senza alcuna allusione politica nella sua Argentina. Il problema però è che se sono i tifosi del Real Madrid, incitando la loro nuova stella, a cantare a gran voce “Franco, Franco!”, il terreno inizia a farsi scivoloso. Perché in Spagna Franco è uno solo: il generale Francisco, artefice della quasi quarantennale dittatura che porta il suo nome. E per ironia della sorte, costui era pure un sostenitore dei Blancos. Da sempre il club d’élite per antonomasia, quello della casa reale e della classe dirigente. Che dal 1939 al 1975 coincise con i militari del Caudillo.
Archiviata quella drammatica stagione, il Real Madrid si è accuratamente premurato di non avere più alcuna connotazione politica. E lo stesso Florentino Pérez, durante la sua lunga presidenza, ha cercato di ripulire l’immagine del club allontanando dal Bernabéu i gruppi ultras di estrema destra. Dunque la polemica attorno a Mastantuono rischia di essere sterile, se non pretestuosa. Ma resta facilmente strumentalizzabile: le accuse arrivano dalla Catalogna in primis, con le testate locali – naturalmente di fede blaugrana – pronte a sottolineare “l’increscioso episodio” e non stupirsi mai della “vera natura” del mondo madridista. A commentare con un certo scetticismo c’è però anche Jorge Valdano: “I cori per Franco Mastantuono hanno scatenato conseguenze degne di un’analisi antropologica”, ha scritto su El Pais lo storico attaccante del Real e campione del Mondo nell’Argentina di Maradona. “Se quei canti erano uno scherzo, ben fatto: non c’è miglior esorcismo dell’umorismo. Se invece qualcuno ha intonato quel nome con particolare passione per l’ideologia che rievoca, allora siamo di fronte a una rinnovata forma di stupidità. Che rafforza gli argomenti sul tribalismo politico negli stadi”.
Cosa ne pensa il diretto interessato? Per ora si affida al no comment – se non alla parola del campo: di certo il Real non l’ha pagato 63 milioni di euro per scatenare polveroni mediatici, suo malgrado. Mentre Xabi Alonso, da allenatore della squadra, ha presto ridimensionato la questione: “Penso soltanto al giocatore. E vedo Franco allenarsi bene, integrarsi bene con i suoi compagni: quando lo vedo sorridere, non sono preoccupato di nulla”. Resta però da escogitare una soluzione condivisa, visto che Mastantuono si appresta a diventare il futuro talento offensivo del club più vincente al mondo. Magari la malizia è negli occhi di chi guarda, ma a scanso di equivoci qualcuno ha già pensato al coro alternativo a partire dalla prossima partita in curva: “Mastan, Mastan!”. Di sicuro più originale. Senza scorie dittatoriali.