Alla prima gara casalinga del NEOM, una squadra dell’Arabia Saudita che ha speso tantissimo sul mercato, ci sono andate solo 1000 persone

Il club, nuovo re del mercato arabo, sta cercando di ridurre velocemente il gap con le big di Gedda e Ryad, ma ci sono ancora diversi problemi.
di Redazione Undici 20 Settembre 2025 alle 08:40

Se doveva essere un progetto che puntava ad avere subito un impatto choc, diciamo che non è andata benissimo. Hanno destato un buon grado di curiosità nell’ultima sessione di calciomercato i movimenti del Neom, la squadra saudita di una città che ancora non esiste. Fa un po’ strano dirlo, ma per una volta è nato prima un club di calcio del posto in cui potrebbe giocare. Il non-luogo arabo, infatti, è un grande piano per una agglomerato urbano avveniristico sul Mar Rosso, basato sulle più moderne tecnologie e naturalmente sul ruolo dell’intelligenza artificiale. Peccato che di fatto non ci siano che pochi edifici che di certo non fanno pensare a un cap.

In compenso, però, è già presente una squadra di calcio che ha speso circa 115 milioni di euro tra giugno ed agosto e può contare su discreti nomi dei top campionati europei degli ultimi anni, come Doucouré e Lacazette e l’allenatore Galtier, vincitore di una Ligue 1 con il Lille. Eppure nonostante gli investimenti l’esordio casalinga del Neom nella Saudi Pro League a livello di pubblico è stato disastroso. Allargando lo sguardo al campo il bilancio dopo tre giornate di campionato è positivo: due vittorie e una sconfitta (di cui due partite in trasferta), che valgono il 4º posto provvisorio in classifica.

«Abbiamo una bella rosa, la società ha fatto un buon mercato e i giocatori locali sono di qualità» ha sottolineato Lacazette nel post partita. Peccato che a vedere la prima vittoria in casa dell’ex Arsenal e compagni (1-0 contro l’Al-Okhood) ci fosse giusto un migliaio di persone. Molte meno di quante ne potesse contenere il King Khalid Sport City Stadium, la cui capienza era comunque stata limitata a 12.000 seggiolini. Come analizzato da L’Équipe, un match a basso ritmo. Tutto normale visto che al fischio d’inizio serale c’erano oltre 30 gradi. Una partita fortunatamente illuminata da un gran gol, lo splendido tiro all’incrocio del giovane terzino destro Abdulmalik al-Oyayari, capitano della nazionale saudita Under 23. «Tre punti importanti per la fiducia» ha spiegato Lacazette nel post gara.

Il ricchissimo club neopromosso ha pescato tanto dal campionato francese. Oltre al Lacazette dal Lione, sono arrivati il diciannovenne centrocampista Saïmon Bouabré dal Monaco, il ventenne difensore centrale Nathan Zézé dal Nantes e il coetaneo Amadou Koné dal Reims per rinforzare la metà campo. Segno che i target di mercato sono molto chiari: giocatori giovani da un mercato storicamente serbatoio di talenti. Nella scorsa stagione, poi, si era trasferito in prestito Benrahma sempre dall’OL, riscattato, come da accordi, dopo la promozione in massima serie. Un gruppo made in Ligue 1 affidato a un manager francese, Galtier. «L’ambizione del club è di essere un concorrente diretto per i posti d’onore nei prossime anni» ha spiegato il coach, che dopo il secondo posto con i qatarioti dell’Al-Duhail in quella zona di mondo ha trovato una stabile casa.

Dalla prima preparazione estiva in Spagna a luglio, Galtier ha dovuto accelerare il lavoro per portare gradualmente la squadra ai vertici della Saudi Pro League, cercando di sfidare con mezzi da nuovo paperone i grandi club di Gedda (Al-Ittihad e Al-Ahli) e Riyad (Al-Nassr e Al-Hilal). È però tutto ancora in costruzione, basti pensare che alla vigilia della partita, mercoledì sera, gli operai erano al lavoro nelle viscere dello stadio per completare gli ultimi ritocchi alla  ristrutturazione a pavimenti e pareti. Il club dovrà anche fornire due campi di allenamento aggiuntivi per colmare il ritardo a livello infrastrutturale. «Ciò che mi ha attratto di questo progetto è che si parte da una pagina bianca – ha rivelato a L’Équipe l’ex tecnico del PSG – a volte fa paura, ma quando si lavora con persone ben organizzate, le cose possono andare molto velocemente». I dirigenti del club si augurano che cambi qualcosa anche sugli spalti.

 

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