Anche grazie all’invenzione della Laver Cup, Roger Federer continua a essere la macchina da soldi che è sempre stato

Ora la competizione è tra le più ambite del calendario tennistico, nonostante non dia punti ATP.
di Redazione Undici 21 Settembre 2025 alle 10:02

È stato e sempre sarà il suo trofeo. La Laver Cup è storicamente legata a Roger Federer, anche dopo il suo ritiro. Un po’ perché se l’è inventata lui, questa competizione tennistica tra Europa e Resto del Mondo, un po’ perché per anni si è giocata in Svizzera, un po’ perché è stato il suo ultimo torneo prima di smettere, nel 2022.  Non è un caso, quindi, che l’evento sia diventato un’importante fonte di reddito per Roger. Come analizzato da El Pais, la Laver resta il giocattolo preferito del leggendario ex tennista svizzero. Tre anni fa, Federer ha annunciato il ritiro ufficiale, aprendo una nuova fase della sua vita: più tempo in famiglia, più natura, apparizioni selezionate e moltissimi viaggi per rispondere ai suoi diversi impegni. Era stato il suo agente Godsick a proporgli l’idea di creare una competizione come la Laver Cup, nel 2017, ispirandosi alla Ryder Cup del golf, con l’obiettivo di farla diventare uno degli eventi fissi nel calendario tennistico annuale. A quanto pare, quasi dieci anni dopo, ci sta riuscendo. Il torneo non assegna punti ATP, richiede un ulteriore lungo spostamento subito dopo lo US Open e va ad aggiungersi al già pienissimo calendario del tennis. Eppure, i migliori tennisti rispondono con entusiasmo all’invito di re Roger, che resta una calamita sotto ogni punto di vista.

Durante la sua carriera la leggenda di Basilea è stato per anni il tennista più pagato al mondo e una delle figure sportive con i più alti guadagni annuali. Ma la maggior parte delle sue entrate non proveniva dai premi vinti in campo, ma da una fitta rete di affari orchestrata da Godsick e fondata sull’immagine personale dello svizzero che puntava su valori quali eccellenza, charme, eleganza. Insomma, qualcosa di calcolato fino all’ultimo centesimo.
Un portfolio di sponsor associati al lusso – Mercedes, Rolex, Moët & Chandon, giusto per citarne alcuni- e persino una agenzia di rappresentanza, la Team 8 Sports & Entertainment.

Il lancio della Laver Cup ha dato ulteriore impulso alla sua dimensione imprenditoriale. Secondo la rivista Forbes, Federer possiede oggi un patrimonio di circa 1,1 miliardi di dollari ed è diventato da poco ufficialmente “miliardario”. Un club molto esclusivo, riservato finora solo ad altri sei atleti: Michael Jordan (3,2 miliardi) che può contare su un intero marchio di abbigliamento di fama mondiale che da qualche anno collabora con il PSG, il collega rumeno Ion Tiriac (1,959 miliardi), Magic Johnson (1,277 miliardi), un altro cestista decisamente meno famoso, Junior Bridgeman (1,192 miliardi) che nel dopo carriera si è trasformato in uno dei più importanti business man degli anni ’90 e infine due icone come Tiger Woods (1,107 miliardi) e LeBron James (1 miliardo). Se ci pensate bene, vedrete che si ripetono basket, tennis e golf: gli sport d’élite.

Nel 2017, proprio alla Laver Cup, Federer e Nadal sono stati compagni di doppio per la prima volta. Nulla di casuale. Lo svizzero sapeva benissimo l’impatto che avrebbero avuto le immagini di lui insieme allo storico rivale e q quanto  la notorietà della competizione, sostenuta ufficialmente dall’ATP, sarebbe aumentata. Federer e Godsick si sono sempre mossi alla grande tra le élite massimizzando le trattative commerciali, tanto che Roger è stato il tennista con i maggiori guadagni per 16 anni consecutivi. Solo nel 2020 ha incassato oltre 90 milioni di euro, più di qualsiasi altro sportivo al mondo. La sua discrezione, lo stile classico e la capacità di restare sempre attuale si riflettono in una competizione itinerante che ha già fatto tappa in luoghi simbolici come Chicago, Ginevra, Boston, Vancouver e Berlino.

La Laver Cup riesce a condensare in meno di una settimana tutto ciò che le nuove generazioni e le TV desiderano: un torneo non troppo lungo, facile da capire, emozionante e spettacolare. Praticamente perfetto per i reel highlights. 
Dopo i momenti emozionanti vissuti con Nadal, lo scorso anno è stato Carlos Alcaraz il grande richiamo.
«Mi ha detto di non pensare a 15 anni di carriera, ma di affrontarla anno dopo anno» ha rivelato l’attuale numero 1 al mondo, entusiasta del clima della Laver Cup: tanto spettacolo quanto tennis, in un contesto di squadra e senza stress. «Ho la sensazione che l’Europa abbia un team più forte. Il doppio questa volta non sarà decisivo, le coppie sono equilibrate, probabilmente si deciderà tutto nei singolari e credo che, con Alcaraz, l’Europa sia favorita» ha confessato Federer prima dell’inizio del torneo. I due hanno giocato qualche buca insieme all’arrivo di Alcaraz a San Francisco. Poi il talento di Murcia ha visitato la prigione di Alcatraz, posato in smoking, provato il campo scuro del Chase Center (dove normalmente giocano i Golden State Warriors della NBA) e ha esordito in doppio con Jakub Mensik, vincendo contro Fritz e Michelsen (7-6, 6-4). Il tutto, ovviamente, sotto gli occhi del padre padrone della Laver, colui che ha trasformato in azienda l’eleganza di una vita.

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