Tutte le squadre che devono riscattare una stagione negativa hanno bisogno di vedere che le cose cominciano a funzionare. Nella costruzione di un solido assetto mentale, di una profonda fiducia nelle proprie capacità e in quelle del compagno, si deve naturalmente passare dall’esperienza empirica del miglioramento. La crescita va toccata con mano, esaminata e compresa per creare entusiasmo e consapevolezza. In poche parole, bisogna rendersi conto che il peggio è alle spalle, che i fantasmi del recente passato non torneranno. E se solo si affacceranno, beh, adesso la situazione è diversa, adesso ci sono le difese giuste. Il Milan di quest’anno non fa eccezione, anzi conferma la regola. E ricorda un po’ il Napoli dello scorso anno.
L’inizio di campionato dei rossoneri ha molti aspetti in comune con quello della squadra di Conte, 365 giorni fa: una sconfitta all’esordio, ultimi giorni di mercato dirompenti (in azzurro sono arrivati Lukaku e McTominay, in rossonero Rabiot e Nkunku), un rimbalzo super per il mese successivo. Quel Napoli ha messo insieme otto vittorie nelle nove partite giocate dopo il k.o al debutto a Verona, questo Milan è già a tre successi di fila dopo che Bonazzoli ha letteralmente rovesciato la gioia della prima a San Siro in Serie A. Non è un caso, poi, che in entrambe le situazioni siano presenti due allenatori esperti, Allegri e Conte, due condottieri che sanno alla perfezione come gestire gli alti e bassi di una stagione di una squadra che, come obiettivo, ha quello di stare nei primi quattro posti. Poi si vedrà.
Il segnale più incoraggiante, per Allegri è che il suo Milan, finora, si è acceso grazie a un protagonista sempre diverso: Loftus-Cheek a Lecce, Modric contro il Bologna, Pulisic a Udine. Il tutto senza considerare che stiamo parlando di una squadra ancora priva di Leao, che al momento Nkunku non può garantire più di mezz’ora, che Ricci deve ancora entrare a pieno nel sistema, che Jashari si è infortunato al perone. E che Kony De Winter, uno dei difensori giovani più brillanti dell’ultimo campionato di Serie A, non si è ancora imposto come titolare.
Insomma, il Milan ha/è una squadra lunga e completa, ricca di qualità. Lo si nota anche nella crescita delle prestazioni: dopo sconfitta contro la Cremonese, Allegri e i suoi uomini hanno interpretato al meglio ogni partita, ogni momento di ogni partita. A Lecce era fondamentale vincere senza prendere gol. Detto, fatto. E pazienza se era venuta fuori una gara bruttina, giocata a basso ritmo, nel segno della pazienza e della famosa “calma” che Allegri ha chiesto a Musah prima di una rimessa laterale, sfogo poi diventato subito un meme.
Il “Calma” di Allegri a Musah 🤣 pic.twitter.com/i1sWgLXaK8
— Milanistasemper 🔴⚫️ (@milanistsemper) August 30, 2025
A San Siro, contro il Bologna, i rossoneri hanno dimostrato di sapere reggere la pressione di un match controllato dagli avversari – almeno sotto il profilo del palleggio. Inoltre c’era davvero il rischio che i giocatori si innervosissero per le occasioni fallite e per i pali colpiti, ma la squadra ha lavorato con pazienza, togliendo per quanto possibile i riferimenti agli avversari e provando a fargli saltare le coperture preventive, praticamente metà del piano gara tattico. A forza di dribbling tentati e recuperi alti il gol è arrivato con Modric dopo un’ora di gioco. A Udine, infine, il Milan ha dimostrato di voler chiudere presto la pratica. Veloce come il vento, potente come Capitan America: Christian Pulisic si è rimesso lo scudo blu bianco e rosso proprio per spazzare via ogni forma di incertezza, vestendosi a festa e rifilando un doppietta ai friulani, inframezzata da un tiro di Fofana, giocatore imprescindibile per Allegri e che sarebbe titolare nella stragrande maggioranza delle squadre di Serie A. Uno dei tanti, viene da dire, guardando la rosa rossonera. Serviva “solo” un allenatore in grado di farla rendere, e in questo senso Allegri sta facendo un ottimo lavoro.