C’erano 16 squadre di 16 quartieri diversi, un campo disegnato sul pavè di una piazza e tanti tifosi pronti a sostenere quelli che, di fatto, erano i loro vicini. Red Bull King d’o Rione, torneo di calcio a cinque con regole atipiche, si è svolto a Piazza Mercato, nel rione omonimo di Napoli, e ha coinvolto rappresentative di tutte le zone della città, dal Centro Storico alla periferia. Il torneo, in pratica, ha fatto tornare protagonista il calcio di strada, quello caratterizzato da porte disegnate sui muretti, zaini gettati per terra a mo’ di pali, palle di carte e scotch utilizzate per segnare gol leggendari.
Partiamo dalle regole: le partite duravano dieci minuti e ognuna delle squadre partiva da 15 punti che venivano scalati in base al tipo di gol realizzato dagli avversari. Una sorta di gara alla “Tedesca” (o “Undici”, in base se si è cresciuti al Sud o al Nord) in cui la rovesciata valeva dieci punti, un gol di tacco, di spalla o testa ne valeva cinque, mentre il semplice gol al volo solo due. Al fischio finale a vincere è la squadra con più punti rimasti, con un bonus però: tre punti da assegnare alla miglior tifoseria, in modo da coinvolgere tutti i partecipanti, anche quelli sugli spalti. E così i fumogeni, i cori personalizzati, le bandiere e gli striscioni si sono presi la scena, trasformando il torneo in uno spettacolo di sostegno, di identificazione tra le persone e il proprio quartiere, con le tribune invase dai colori delle squadre e da tifosi legati agli stessi giocatori – di fatto erano amici, fratelli, figli o cugini di chi occupava gli spalti.
Intorno al campo – installazione permanente che i ragazzi del quartiere Pendino utilizzano durante l’anno per tornei estemporanei – c’erano le tribune create da Red Bull con spazi dedicati ai tifosi, alla stampa e agli organizzatori, tra cui figuravano i giudici Emanuele Calaiò, ex attaccante del Napoli, gli streamer Fiusgamer, Davide Moccia e Moonryde – creator e player Red Bull. La giuria ha di volta in volta valutato le coreografie, i cori e l’intensità del tifo, assegnando al termine delle varie partite i tre punti previsti. In finale, per altro, i tre punti del pubblico sono stati davvero decisivi: il quartiere Lavinaio, che si trova a pochi passi da Piazza Mercato, si era portato moltissimi tifosi che con fumogeni, bandiere e cori interminabili hanno regalato i tre punti, e quindi la vittoria del torneo, alla propria squadra.
Nel corso dell’evento, mentre in sottofondo c’era la musica di Vale Lambo (uno degli artisti più attivi della scena urban napoletana, che con la sua performance ha trasformato Piazza Mercato in un vero palco a cielo aperto), Emanuele Calaiò ha parlato delle sensazioni che ha provato in quanto giudice, appassionato ed ex uomo-simbolo del Napoli: «Questa manifestazione mi ha fatto rivivere le sensazioni più autentiche del legame tra una squadra e la sua città. Napoli riesce a farti un’accoglienza meravigliosa, vive di calcio e di passione. Oggi i ragazzi non giocano più per strada come una volta, ci sono troppe distrazioni. Eventi come questo servono proprio a far ritrovare quell’atmosfera», ha detto l’ex attaccante. Lo stesso Calaiò ha poi parlato della sua nuova avventura alla Z Napoli, squadra di terza categoria fondata dallo streamer ZW Jackson: «Per adesso abbiamo solo fatto qualche amichevole tra noi, la prossima settimana iniziamo ad allenarci e poi giochiamo la domenica mattina. Dal 27 al 29 faremo un mini ritiro a Gallipoli dove faremo un triangolare e qualche allenamento, per portarci al 26 ottobre all’inizio del campionato. É un progetto importante che, oltre al calcio, ci porta ad avere un impatto forte sui social. É tutto molto organizzato, quasi come se fosse una squadra di Serie A, e l’opportunità di giocare con mio figlio è bellissima».
A Napoli, in Piazza Mercato, abbiamo visto visto un possibile nuovo scenario per il futuro del calcio? Forse sì, forse no. In fondo siamo nell’era della Kings League, un tempo in cui il gioco sta cercando nuove alternative a se stesso. In ogni caso, la prima edizione di Red Bull King d’o Rione ci ha detto due cose importanti. La prima: il calcio di strada può diventare un campionato, un evento coinvolgente, divertente, bello da seguire e da vivere. La seconda: i quartieri hanno fame di calcio ed eventi simili servono ad alimentare quel fuoco, quell’aura di romanticismo e appartenenza che caratterizzava il gioco di una volta, il tifo di una volta.