La vittoria del Milan contro il Napoli ha dimostrato che la squadra di Allegri è una seria candidata allo scudetto

I rossoneri hanno la qualità, la rosa lunga, l'esperienza e anche l'attitudine che servono per un campionato di vertice.
di Redazione Undici 29 Settembre 2025 alle 01:50

Quando una squadra segna due gol come quelli realizzati dal Milan contro il Napoli, due gol che nascono da giocate individuali – la sgroppata di Pulisic e la percussione palla al piede di Pavlovic – ma che sono frutto di una perfetta interpretazione del proprio sistema di gioco, nella fattispecie si tratta del 3-5-2, vuol dire che quella squadra è sulla strada giusta. Se poi queste due reti arrivano nella prima mezz’ora del primo big match stagionale, della sfida contro la favorita per (ri)vincere lo scudetto, allora si può dire: San Siro ha parlato chiaro, dentro il Milan sta succedendo qualcosa di importante. O, quantomeno, di molto promettente.

Alla fine, inevitabilmente, la percezione di Milan-Napoli 2-1 è stata e resterà alterata da quello che è successo nella ripresa, dall’espulsione di Estupiñán, dal rigore di De Bruyne, dalla mezz’ora abbondante in cui i rossoneri hanno difeso la propria area di rigore come se fosse un forte medievale – mentre un Napoli un po’ monotono e un po’ in confusione faceva fatica a imbastire azioni pulite. La verità, però, è che il Milan del primo tempo – un primo tempo giocato in undici contro undici e finito meritatamente 2-0 in favore dei rossoneri – ha dimostrato di avere tutto ciò che serve per stare al vertice del campionato di Serie A. Prima dell’intervallo, infatti, sono arrivati i due gol che abbiamo già descritto e un’altra occasione monumentale fallita da Fofana, mentre dall’altra parte il Napoli ha costruito due o tre azioni pericolose, va bene, ma non ha mai dato l’impressione di essere una squadra brillante. Quindi, si può dire, tutto San Siro ha chiaramente percepito la forza del Milan. Vale a dire di una squadra messa bene in campo, equilibrata, a tratti anche bella da vedere, tutto questo nonostante ad Allegri mancassero – almeno inizialmente – giocatori come Rafa Leão, Loftus-Cheek, Jashari, Nkunku, De Winter e Ricci, non importa se per infortunio, ritardo di condizone o pura scelta tecnica.

È questa la vera notizia emersa da San Siro: il Milan 2025/26 ha una struttura ormai definita, è una squadra che gira e che funziona, i risultati in questo senso sono eloquenti. Eppure, eppure, ci sono ancora molte potenzialità inespresse. Dei margini in cui inserire calciatori forti, assolutamente all’altezza di quelli che sono andati in campo finora. E che, dopo l’inizio shock contro la Cremonese, hanno battuto Lecce, Bologna, Udinese e poi il Napoli subendo un solo gol. Su rigore, per giunta. E segnandone nove, di cui solo uno (quello di Loftus-Cheek a Lecce) sugli sviluppi di una palla inattiva.

Poi certo, le contingenze – il Napoli è partito alla volta di Milano lasciando a casa due difensori centrali e due laterali sinistri – hanno aiutato, la traversa colpita da David Neres su deviazione di Modric è stato un altro episodio che è girato in favore del Milan. Ma, ripetiamo, la sensazione di solidità e di qualità espressa dalla squadra di Allegri non può essere ignorata. A maggior ragione se pensiamo che il tecnico rossonero, di fatto, non ha potuto contare su Leão e Jashari, e non ha ancora messo Nkunku al centro della scena. Poi c’è quel vecchio ma sempre attuale discorso sull’impatto delle coppe europeee, sulla possibilità di preparare una partita alla settimana e di far rifiatare davvero i giocatori: al Milan sarebbe piaciuto qualificarsi alla Champions League, su questo non c’è dubbio, ma non è andata così, quindi perché non sfruttare il lato positivo di questa situazione?

Insomma, ci sono un bel po’ di elementi che sorridono al Milan in maniera seducente. È un discorso di qualità, di esperienza – in questo senso l’arrivo di Rabiot accanto a Modric è stato un boost importante – e anche di suggestioni ancora fresche, di corsi e ricorsi a breve termine: l’inevitabile paragone con lo scudetto vinto dal Napoli di Conte e la distanza ormai assottigliata con gli azzurri, come emerso dallo scontro diretto, sono dei segnali inequivocabili. Il Milan di Allegri è entrato nel novero delle candidate allo scudetto, e ha tutto quello che serve per restarci.

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